Music

April 14, 2016

BUSK 2016: Julia Traser

Franz
BUSK Singer-Songwriter Festival is back in Bolzano Bozen: on May 20th and 21st 2016 once again we’re bringing buskers and their music out to the streets of the city. VOTE this profile and YOUR FAVOURITE MUSICIANS by clicking the facebook like button at the end of the article (the result will be added to a selection made by an expert group). Spread music!

Nome
Julia Traser

Genere
Folk/Pop/Acoustic 

Hometown
Livigno

Age
20 

Primo contatto con la musica?
Ho iniziato a suonare la chitarra a 13 anni, grazie a un “corso di avvicinamento alla musica” organizzato dal centro giovani del mio paese. Purtroppo vivendo in un paesino non abbiamo molte possibilità di studiare e approfondire la musica come qui a Bolzano, quella è stata la prima e l’ho colta subito con entusiasmo. 

Cosa ti piace del suonare per strada? 
Mi piace il contatto che si può instaurare con il pubblico. Non sei su un palco dove sei quasi “superiore” al pubblico, sei allo stesso livello. Questo crea molta più sintonia ed empatia tra il musicista e chi ascolta. Mi piace molto anche la libertà che crea il suonare per strada. Chi ascolta è libero di ascoltare, fermarsi per poco o per tutta l’esibizione, mentre chi suona è libero di esprimersi senza sentirsi giudicato come quando si suona su un palco, dove sai che la gente è venuta li apposta per sentire te o ha pagato per vederti. Questo non crea pressioni o stress e la musica si sprigiona nella sua più vera autenticità. 

L’artista o il concerto che ti ha colpito di più e perché? 
Il 26 ottobre scorso sono stata a Milano per vedere i Walk Off The Earth, un gruppo canadese diventato famoso su youtube grazie all’originalità dei loro pezzi e dei loro video. Sul palco saranno stati quasi una decina tra i vari musicisti fissi e quelli che si aggiungevano nelle varie esibizioni. Mi è piaciuta l’energia che trasmettevano al pubblico, la semplicità e l’umiltà della band che fin da subito ha cercato di coinvolgere tutti.  

La colonna sonora della tua vita ora
Potrà sembrare assurdo, ma in questo momento sono i Dubioza Kolektiv, un gruppo bosniaco che ho conosciuto dopo il viaggio in Bosnia di qualche settimana fa. L’intensità di quel viaggio è stata talmente forte che mi sta ancora coinvolgendo ora. Il gruppo va dallo ska, al reggae fino al punk. Avendoli conosciuti li mi piace riascoltarli spesso ora perché mi riporta a Sarajevo, Tuzla, a ciò che ho visto a cosa mi ha lasciato quel viaggio.  Cosa significa essere un musicista? 

Un musicista per me è colui che fa continui “regali” a se stesso e agli altri. A te stesso regali la possibilità di esprimerti nella tua vera essenza, senza nasconderti dietro maschere o finzioni (anche se ora come ora, purtroppo, nel mondo dello spettacolo pure la musica sta prendendo quella direzione, ma per fortuna ci sono ancora le eccezioni che salvano tutto); mentre agli altri regali la tua arte, le tue capacità, ti metti “a nudo” di fronte a sconosciuti e poi sta a loro apprezzare o meno ciò che racconti, immedesimarsi oppure no in ciò che suoni o canti. Tutto avviene in modo totalmente spontaneo. è un giro di emozioni e “regali” reciproci che non può che creare qualcosa di bello e nuovo ogni volta. 

Cosa ne pensa la tua famiglia della scelta di fare musica? 
La mia famiglia mi ha sempre sostenuto e lo continua a fare, soprattutto in questo periodo che sto prendendo decisioni importanti per il futuro, vale a dire partire per l’Inghilterra per inseguire quel sogno “assurdo” di fare della musica la mia professione. Mi sostengono ma cercano sempre di tenermi con i piedi a terra, senza illudermi troppo ma rendendomi conscia di cosa possono portare certe decisioni e dei rischi che posso incontrare.  

Concerto impossibile? 
Un concerto che sogno da quando ho iniziato a suonare, e che purtroppo è veramente irrealizzabile, è Ray Charles. È uno dei primi artisti che ho ascoltato davvero fin dall’inizio e uno dei pochi che non mi stuferò mai di ascoltare. 

La migliore/peggiore esperienza della tua carriera musicale? 
La migliore in assoluto fin ora è stata sicuramente il Festival Studentesco qui a Bolzano. Nel mio Liceo, Liceo artistico Pascoli, in questi anni in cui ho partecipato ho sempre incontrato tanti ragazzi e ragazze con la mia stessa passione per la musica e ogni anno siamo sempre riusciti a far uscire buonissimi pezzi divertendoci da morire. L’anno scorso è stato particolarmente speciale, è stata la prima volta in cui ho portato un mio inedito, non dal punto di vista del testo, poiché era una poesia scritta da mio cugino, ma musicale. Sapevo sarebbe stato un rischio perché avevamo quei 4 min del pezzo per “colpire” la giuria e farci ricordare, ma volevo farlo comunque. Non solo perché credevo che l’esibizione sarebbe andata a buon fine, ma anche e soprattutto per me stessa. Per mettermi in gioco. Alla fine l’esibizione è andata alla grande e siamo riusciti a conquistare un fantastico secondo posto. La peggiore invece è stata a Livigno a Ferragosto, dove mentre suonavo per strada ha cominciato a nevicare dal nulla e vi lascio immaginare cosa significhi suonare con la neve e senza guanti (la cosa assurda è che era il 15 agosto!). A pensarci su era fighissima come immagine, ma le mie mani non l’hanno pensata proprio allo stesso modo! 

Contatti: 
Facebook: www.facebook.com/giuliapedrana.juliatraser 
Soundcloud: soundcloud.com/julia-traser

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Foto: Thomas Marciano

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