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October 17, 2019
Due punti: una libreria-laboratorio
per il quartiere San Martino (a Trento)
Francesca Fattinger
Queste alcune frasi tratte dal manifesto che la libreria due punti di Trento aveva elaborato per la sua apertura poco più di un anno fa e questi alcuni degli obiettivi che in quest’anno lungo e colorato, ha portato a termine. Due fondatori, Federico Zappini ed Elisa Vettori, esperto di progettazione sociale lui e fotografa lei, hanno deciso di intraprendere l’avventura ambiziosa e non sempre semplice di aprire una libreria-laboratorio indipendente nel cuore di Trento, in via San Martino 78. Animati dalla passione della scoperta dell’altro in tutte le sue forme, hanno voluto dare alla loro libreria un’anima accogliente e viva: uno spazio per il quartiere e per i suoi cittadini, uno spazio in cui entrare a fare due chiacchiere, partecipare a presentazioni o laboratori, curiosare o semplicemente stare bene. Insomma un luogo davvero bello, dove si incontrano pensieri, parole e persone.
Per scoprire qualcosa in più abbiamo intervistato Federico che ci ha raccontato le sue emozioni, le sue aspettative e i suoi desideri. Il viaggio di due punti è appena cominciato, ma ha tutta l’aria di volerci meravigliare ogni giorno di più.
A un anno dalla vostra apertura siete diventati un bellissimo punto di riferimento per tutti i curiosi che vogliono cercare libri diversi da quelli proposti dalle altre librerie di Trento. Che cosa vuol dire avere oggi una libreria indipendente? Da dove è nata la vostra idea? Quali sono state le più grandi difficoltà e invece le più belle sorprese?
Incrociamo le dita, sorridendo. Siamo solo all’inizio della nostra avventura e ne siamo consapevoli. Siamo ai primi passi, non tutti solidissimi. Quest’anno è volato, eppure abbiamo goduto secondo dopo secondo delle emozioni – potenti, seppur diverse tra loro – che i primi mesi di due punti ci hanno scaricato addosso.
Nasciamo con l’idea di essere un luogo curioso e accogliente. L’indipendenza non è una posa o una medaglietta attaccata alla giacca. Crediamo sia un’attitudine che si deve allenare giorno dopo giorno e che per quanto ci riguarda sta tutta nella meraviglia dell’ignoto ignoto, cioè nell’attesa (senza certezze…) di incontrare qualcosa e/o qualcuno che non sapevamo di non conoscere. Una doppia negazione che apre alla scoperta, al continuo movimento. Una persona sconosciuta che entra dalla porta e inizia una conversazione. Un romanzo o un racconto che ci illumina gli occhi. Un’idea che accende un nuovo focolaio di passione ed energie. Un piccolo incidente che si trasforma in un’opportunità…
Ora abbiamo qualche “piccolo” obiettivo per il futuro prossimo. Le giornate diventeranno di trentasei ore e le settimane conteranno dieci giornate al posto di sette. Scherzi a parte, per tentare di essere una libreria indipendente abbiamo bisogno di (più) tempo, di maggiore attenzione, di una crescente e più diffusa cura dei vari particolari che descrivono la nostra identità, certamente ancora per molti tratti da definire e, giusto un minuto dopo, ridefinire.
Fin dall’inizio, come scritto nel vostro manifesto, vi siete proposti di essere uno spazio aperto, spazio sociale, nato per far incontrare libri, idee e persone. I due punti come segno di apertura in un’area della città (il quartiere di San Martino) che si sta trasformando e aprendo sempre di più. Come sognate che si modifichi nel tempo?
Speriamo di aver confermato quello che abbiamo scritto nel nostro manifesto. Di aver saputo interpretare lo spirito del luogo in cui siamo arrivati (un luogo con una storia e una sua specificità). Di riuscire a contribuire – pur nella nostra confusione creativa, invadente, rumorosa e spesso scostante – alla vita quotidiana del quartiere, della città e del territorio nel quale viviamo e operiamo.
Si è appena concluso un workshop organizzato dall’Associazione Acropoli che in una settimana – dopo un lungo percorso di ascolto e confronto – ha progettato e realizzato tre strutture in legno e ferro utili ad arricchire l’arredo urbano della via (attraverso un Patto di Collaborazione con l’Ufficio Beni Comuni del Comune di Trento) e a dare nuovi punti di contatto per la comunità. Non sono processi lineari e ogni passaggio necessita di energia, fantasia, pazienza e costanza. Da parte nostra ci proviamo, mettiamo in campo tutta la passione che abbiamo in corpo, esondando dalle nostre porte nel quartiere perché crediamo fermamente che la conoscenza, la collaborazione e la contaminazione siano gli ingredienti fondamentali per rendere migliore la convivenza e per rendere possibile l’immaginazione e la progettazione collettiva del futuro.
Potrebbero apparire obiettivi troppo poco concreti, eppure questa cornice, filosofica?, al nostro ruolo di librai sociali è decisiva per valutare giorno per giorno a che punto siamo arrivati. Ci piacerebbe contribuire – per quanto ci è possibile, siamo piccoli e lo sappiamo – alla consapevolezza cittadina sulla necessità di un ecosistema sociale/culturale che dialoga costantemente e che da questo dialogo trae l’energia per trasformarsi e migliorarsi, e di conseguenza migliorare la città tutta.
I rapporti, con gli autori e le case editrici da una parte e i lettori e i vostri frequentatori dall’altra, sono il vero ingrediente segreto per la vostra riuscita ricetta. Raccontateci un po’ di loro.
È un continuo esperimento. E anche da questo punto di vista un anno è un tratto troppo breve per parlare di modelli. Siamo certi che la dimensione relazionale sia decisiva e che produca un valore aggiunto cui teniamo tantissimo. Per questo a volte l’agenda della due punti sembra scoppiare, tanto è piena di appuntamenti e di momenti d’incontro. Non tutti funzionano alla stessa maniera, e scontiamo a volte (soprattutto il libraio) una certa irruenza nel mettere una dopo l’altra – o peggio, una sopra l’altra – le presentazioni che proponiamo alla nostra comunità di lettori e lettrici.
Stiamo seminando pazientemente e la raccolta avverrà a tempo debito. Sentiamo le case editrici – quelle con cui già lavoriamo e anche quelle che non ci conoscono -, convinciamo gli autori a passare da queste parti, invitiamo le lettrici e i lettori a farsi coinvolgere magari anche come protagonisti di qualche serata. Sono esperimenti, frutto della voglia di vedere cosa c’è dall’altra parte. Non abbiamo troppi crediti accumulati da spendere, dobbiamo conquistarci spazio imparando il mestiere.
Ci sono certamente degli aggiustamenti da apportare alla nostra organizzazione e solo il tempo e l’esperienza ci permetteranno di essere ancora più bravi nel definire la nostra proposta di libri e incontri, dando un contorno più definito a ciò che vogliamo essere.
Due punti + 1 era il titolo della nostra prima festa di compleanno. Un punto in più è il format delle nostre presentazioni, intese ognuna come una tappa fondamentale del nostre viaggio, muniti di bussola e non di mappa, tra i libri.
Siamo molto grati e affezionati a tutti quelli che si sono seduti sulle nostre poltrone e hanno utilizzato il nostro microfono. Più di settanta momenti di confronto fin qui realizzati sono il nostro biglietto da visita, colorato e verboso. Dai primi giorni di settembre siamo ripartiti, con lo stesso ritmo. Vi invitiamo a passare in qualsiasi momento, con la promessa che troveremo il modo di accogliervi con sorrisi e parole assortite.
Foto: Elisa Vettori
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