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April 7, 2023

InBlu: la mostra di illustrazioni decisamente blu di Alice Filippazzo allo Spazio virgolette di Trento

Francesca Fattinger

Il blu è un colore che rilassa, che apre mondi, ti dà la mano e se lo segui ti porta in bilico su confini, i tuoi e delle tue paure, i tuoi e del tuo intorno, i tuoi e dei tuoi sogni. Il blu ha la capacità di farti immergere in te stessa, di tuffarti nei tuoi vuoti, di indagarli, ricamarci intorno possibilità. Non importa se quel blu ti porterà sull’orlo del tuo abisso, perché ti aiuterà anche a prendertene cura. Ecco cosa vedo nelle illustrazioni di Alice Filippazzo, adesso e fino al 18 aprile esposte allo Spazio virgolette, in via San Martino 76 a Trento. Con Alice lo spazio meraviglioso di virgolette, un discorso aperto per chiunque voglia metterci la sua voce, si è trasformato in una stanza casalinga, una cucina aperta sulla strada, sulle cui pareti sono appese come finestre a strapiombo sul suo mondo, rettangoli di mondi onirici e surreali e per questo più reali del reale.

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La casa è spesso presente nei suoi disegni fatti sempre con il colore blu e usando la tecnica del disegno digitale, ma anche figure femminili o parti del corpo o elementi naturali: tutto si mischia, tutto ha un suo posto, tutto ritorna. Ragazze con-fuse che perdono la faccia e la ritrovano nel mare; ragazze tagliate a metà, interrotte da un flusso che le rompe e le fa uscire da sé; occhi rotti, scheggiati, infranti che divorano angoli e li consumano; case che volano, sradicate che cercano nuovi luoghi dove annidarsi, dove ri-essere, dove ri-cominciare. E il blu a guidare queste scene che nei miei occhi sono sempre in movimento, rese vive e tridimensionali dal suo tratteggio, texturee anima di ogni scena, che fa vibrare l’illustrazione e la spinge ballerina nei nostri occhi.

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Se alle pareti troviamo i suoi pensieri sotto forma di immagini, sulla tavola c’è spazio per alcuni pezzi realizzati in creta, chiamati dall’artista RAW, nel senso che non va a cuocerli ma li fa asciugare all’aria, per lasciarli fragili e non finiti, un po’ come i suoi disegni che lasciano spesso vuoti e spazi per l’osservatore e l’osservatrice che vi si immerge. E tra essi anche una scatola con all’interno dei denti, in ricordo del rituale casalingo di quando da piccola li perdeva e la madre li teneva come ricordo. I denti esposti sono però denti adulti a rappresentare un bottino di guerra, quella guerra personale che tutti e tutte dobbiamo affrontare crescendo. Così InBlu è una parentesi di immersione in un mondo un po’ bambino un po’ adulto, un po’ surreale un po’ reale, un po’ vero un po’ di finzione, un po’ sognante un po’ angosciante, e se è vero che il blu ci accompagna sui confini non poteva che essere così!

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Ci racconti qualcosa di te?
Mi chiamo Alice Filippazzo e vengo da Meda. Da otto anni vivo qui in Trentino, dove mi trovo molto bene. Ho studiato arte e fotografia portando avanti collaborazioni con agenzie di modelle e modelli per fotografarli e ho fatto da assistente fotografa. Una volta trasferita qui ho iniziato a fare un lavoro che non c’entra niente con il mondo della fotografia e dell’arte, ma che mi lasciava comunque molto tempo libero per poter portare avanti le mie passioni. È così che ho ricominciato a disegnare.

Quando di preciso hai ricominciato a disegnare e con quali tecniche?
Solo nel 2018/19. Non lo facevo più da molto tempo, forse addirittura dai tempi della scuola. Inizialmente con tempere, carta, penna, nel modo più tradizionale, poi però ho comprato un Ipad e mi sono innamorata del digitale e ho iniziato a disegnare sempre di più. Anche nel digitale ho provato tecniche diverse fino a quando ho iniziato a selezionare sempre e solo un colore, il blu, e a fare sempre dei tratteggi e a mettere sulla tela digitale i miei pensieri che a parole non riuscivo ad esporre. Questo stile alla fine è nato molto naturalmente e non mi stanca mai.

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Ci dici qualcosa dell’allestimento?
Il posto mi ha spinto a creare un ambiente un po’ più raccolto con alle pareti le illustrazioni. Dato che c’è una finestrella sulla strada ci ho disegnato delle tende per creare la sensazione di affacciarsi su una stanza di una casa, una specie di sala da pranzo. Sul tavolo sono allestite delle ceramiche sempre fatte da me. È una metafora ma anche non lo è, è una sorta di sala da pranzo ma anche uno spazio all’interno della mia mente. Le illustrazioni alle pareti le considero un po’ come dei miei pensieri, per questo hanno dei titoli utili sicuramente a chi guarda ma che per me potrebbero non esserci perché mi sembrano quasi un doppione rispetto alla figura. Le mie illustrazioni sono come pensieri-immagini che nascono da me direttamente in quella forma. 

Le sculture invece come sono fatte?
Non sono propriamente dei vasi, ma ci assomigliano. Sono delle sculture chiuse alte circa 15 centimetri non cotte proprio perché sono meno impattanti, forse sono più fragili, ma mi piace l’idea che se arrivasse un po’ di acqua non ci sarebbero più. Hanno anche loro del tratteggio blu. In più ho creato dei denti in ceramica in ricordo di quello che faceva la mia mamma con i miei denti da latte e con quelli di mia sorella. Di tenerli come ricordo. Mi ha sempre incuriosito questa cosa un po’ strana e particolare e ho voluto ricordarla. 

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Invece il tratteggio che senso ha?
All’inizio ho pensato proprio all’idea del “no signal” della tv, come un effetto di disturbo. Poi invece l’ho visto anche come un colore a sé, che è sempre blu ma anche una textureche crea un colore a sé stante che mi riempie l’immagine. Con un colore solo, il bianco dello sfondo, il blu e il blu utilizzato a tratteggio, riesco a fare le tre dimensioni, dare una tridimensionalità alle mie illustrazioni.

C’è qualcosa o qualcuno da cui trai ispirazione?
In realtà ci sono tante cose che da cui traggo ispirazione. Da una passeggiata, piuttosto che un film o un libro. I libri mi piacciono molto, di diversa tipologia e in particolare di psicologia. Se dovessi pensare a una persona, non saprei. Sicuramente vedere mostre è per me fondamentale. Ad esempio gli artisti della Metafisica come un De Chirico sono fonte di ispirazione, ma mi piace lasciarmi ispirare da tante cose diverse e non da una sola in particolare.

Foto courtesy of the artist 

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