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November 20, 2013

People I Know. Ulrike Barcatta, arte, vino e un grande hotel di lusso

Anna Quinz

Nell’immaginario comune, il grande hotel di lusso è un luogo affascinante, con i suoi spazi eleganti e raffinati, con le sue camere profumate di pulito e sempre ordinate, con i suoi ospiti illustri e le storie incredibili che si possono incrociare lungo i candidi corridoi. Ogni città ha i suoi hotel così, anche naturalmente Monaco, dove uno di questi luoghi di vita e transito più lussuosi è il Bayerischer Hof. La responsabile delle pubbliche relazioni di questo hotel è Ulrike Barcatta, 32 anni, bolzanina. È lei che accoglie gli ospiti VIP, è lei che organizza i loro soggiorni da ricordare, è lei che coordina eventi, feste, manifestazioni che lasciano nell’hotel e nei suoi visitatori un ricordo indelebile. Studi di arte e comunicazione, alcuni anni passati a lavorare in questi settori, poi l’inizio di una nuova vita, nel mondo del vino. Per sei anni infatti Ulrike è stata responsabile marketing e PR di una delle più note cantine dell’Alto Adige: la Weingut Alois Lageder. Lì Ulrika ha scoperto l’amore per il vino e la possibilità di legarlo alle sue prime passioni, la comunicazione e l’arte, leitmotiv che sempre tornano nelle sue scelte di vita e professionali. Poi la partenza, Monaco e quel che ne è venuto. Donna determinata e instancabile, Ulrike è però anche capace di apprezzare le cose belle della vita, come un buon bicchiere di vino, una sciata o la visita in un museo. Il tutto condito da una sorriso e da una risata aperta e sincera, che sul viso di Ulrike, non mancano mai.

Ulrike, dall’Alto Adige a Monaco il passo è breve, ma nemmeno così tanto. Cosa ti ha spinto a lasciare Bolzano? 

Ho ricevuto un’ottima offerta di lavoro in uno degli alberghi più conosciuti d’Europa. Mi affascinava la città e l’opportunità di lavorare in un ambiente internazionale. A Monaco poi l’offerta culturale è molto vasta e riconosciuta a livello mondiale e questo per me è un valore importante. E poi non si può negare l’importanza del fatto che qui non ci siano crisi e disoccupazione.

Cosa ti manca della tua terra? Cosa ti dà monaco che Bolzano non dava?
Dell’Alto Adige mi mancano buon cibo e buoni vini, il bel tempo, le montagne, la famiglia, lo sci. Monaco mi offre cultura, un ambiente internazionale, l’apertura mentale, un modo di lavorare più professionale e stimolante, la possibilità di conoscere star internazionali. E poi ancora, andare al lavoro in bici, pur essendo in una città con 1,5 milione di abitanti. Tutto questo però, innegabilmente, toglie tempo libero…

Gli studi prima in comunicazione, poi in arte. Cosa ti hanno insegnato – per la vita e per il lavoro – questi due settori della conoscenza?

Innanzitutto il ‘come’ comunicare: non conta quanto si comunica, ma il modo in cui lo si fa. Poi a non credere a tutto ciò che ci raccontano i media. Ho sviluppato anche un riguardo maggiore per la parola parlata e il rispetto per l’arte, la storia e ciò che ci circonda. E poi ho imparato ad apprezzare il bello e a rispettare e tenere conto delle diversità socio-culturali. Tutte cose per me molto importanti.

Per sei anni hai lavorato nel settore vinicolo. Qualche riflessione sul sistema “vino” in Alto Adige, e sul sistema turismo, che al vino è qui fortemente legato?

Sono stati anni bellissimi nei quali ho imparato tantissimo. Il vino è una cosa favolosa. Mi ha portato a capire e avere un forte attaccamento alla terra, ma anche il rispetto per la natura e la sostenibilità. Il turismo altoatesino è cresciuto di qualità, ma purtroppo talvolta è troppo dettato dalle leggi di mercato anche se si nota ultimamente un ritorno alle origini. Ci sono molti giovani che dopo anni ed esperienza all’estero tornano in Alto Adige per dedicarsi alla terra. A me personalmente non piace molto l’idea di ‘sfruttare’ il vino per il turismo, il cosiddetto “enoturismo” non fa per me, ma è anche vero che tante aree vitivinicole sono particolarmente belle dal punto di vista paesaggistico e questo passaggio è spontaneo. Anche da noi.

Sempre in tema di turismo, ora lavori in un importante hotel. Com’è il sistema turismo in Germania, anche a confronto con il nostro? 

Più strutturato, più internazionale, con grandi aziende presenti: in generale ci sono più soldi. Ma attenzione, Monaco non è uguale alla Germania, va fatta una distinzione. Monaco è un cosiddetto ‘Milionendorf’, un luogo di enorme ricchezza, e di questo approfittano anche alberghi e città, generando ritorni positivi per il turismo che offre diverse tematiche: sport, cultura, natura… ma è raro vedere i surfisti nel centro della città con la loro tavola in cammino verso l’Eisbach.

Che tipo di hotel è quello nel quale lavori? Che tipo di ospiti arrivano?

È un albergo di lusso, nel pieno centro di Monaco con 340 stanze, 5 ristoranti, 6 bar, cinema, spa, teatro con 500 posti. Accoglie 2500 eventi l’anno e ospita persone da tutto il mondo e moltissime celebrità: di qui sono passati Obama, Michael Jackson, Robbie Williams, Giorgio Napolitano, Jeff Koons, Gwyneth Paltrow, ecc. un fantastico mix tra arte, cultura, politica, cinema ed economia.

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