Music

July 18, 2013

Le risposte sospese: Pendercki/Greenwood

Francesca Aste

Sotto la suggestiva rocca del Castello di Arco si è svolto venerdì 12 luglio 2013 il concerto tanto atteso con la presenza del grande compositore Krysztof Pendercki, all’interno dalla rassegna “Contemporanea” organizzato dai comuni di Riva e di Arco. Il concerto nasce da un disco uscito per la Nonesuch nel 2012 con musiche di Pendercki e brani di Jonny Greenwood, noto chitarrista dei Radiohead, ispirati al grande maestro polacco. L’attrazione del chitarrista rock Jonny Greenwood per la musica di Pendercki non deve coglierci di sorpresa: il rock intellettuale e raffinato dei Radiohead ha segnato la musica contemporanea, non solo nell’ambito del pop.

Inoltre Greenwood non è solo il musicista dei Radiohead: nel suo ricco percorso musicale si è già cimentato nella composizione sinfonica, anche per il cinema, come nel film Il Petroliere (2007) di P.T.Anderson. Anche Pendercki venne corteggiato da Stanley Kubrick perché componesse le musiche per il film Shining. Il maestro però era molto concentrato su altri progetti musicali e rispose a Kubrick di utilizzare una delle sue composizioni già esistenti, e così accadde.

Sul podio, alla direzione dell’Aukso Orchestra, si sono alternati lo stesso Pendercki e Marek Mos, per le musiche di Greenwood, nelle quali emerge, evidente, l’ispirazione al maestro polacco: i glissandi ascendenti che crescono di volume fino a culminare in vertiginosi unisoni, il gusto per i contrasti dinamici e la frammentazione ritmica affidata al pizzicato percussivo degli archi.

Interessante il “divenire” del discorso musicale di Polymorphia di Penderecki del 1961 nella composizione di Greenwood 48 Risposte a Polymorphia, 50 anni più tardi. Penderecki compone Polymorphia sperimentando un uso percussivo e non convenzionale degli archi: il brano, di stridente durezza, si chiude con un inaspettato accordo tonale maggiore. Da qui sembra ricominciare il brano 48 risposte a Polymorphia di Greenwood, che apre con un corale consonante e citazioni bachiane, in cui si infiltrano suoni dissonanti ed episodi in contrasto. La musica di Greenwood, consapevolmente più ludica, è un paesaggio dilatato in cui convivono caos, complessità ritmiche e asprezze melodiche.

Il pubblico non solo trentino e mediamente giovane, è accorso numeroso. La cornice del parco del castello offre uno scenario unico al mondo: luogo visivamente suggestivo, ma totalmente privo di caratteristiche acustiche che favoriscano l’esecuzione di musiche così complesse e delicate. Non semplice, e forse nemmeno del tutto risolta, la necessaria amplificazione.

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