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March 11, 2013

10 buone ragioni per vivere in Alto Adige #51

Anna Quinz

11. Perché se il Comune limita la cultura musicale, come ha fatto con l?impronta Jazz Club[1], la scena musicale bolzanina risponde, compatta e combattiva. Ecco allora ripartire la battaglia di Freie Musica, movimento di attivisti pro cultura musicale, che quando c’è da muovere le acque della sensibilizzazione verso la musica, le muove eccome. Bravi ragazzi, Franz supports!

2. Perché l’arte ha il potere e la forza di ricordare il passato, guardando al futuro. Così il faro luminoso che l’artista trentino Stefano Cagol[2] ha lanciato tra le montagne, in memoria della catastrofe del Vajont. Una luce che illumina, che mette fine al confine della mente, per farci guardare avanti e lontano.

3. Perché l’attivista Lorella Zanardo a Merano ci ha aperto gli occhi sullo status quo della rappresentazione dell’immagine femminile nella tv italiana. Ma non solo. E noi che qui si guarda anche la tv tedesca e austriaca, forse non ci eravamo accorti di questo scempio. E rifletterci sopra, fa sempre bene. Poi però, serve attivarsi, reagire, combattere.

4. Perché qui, terra di molti incroci di lingue e culture, è nato Multisense Discovery[3], un progetto multimediale, uno spazio di comunicazione sperimentale, che oltrepassa la parola e coinvolge tutti i sensi, per far incontrare culture e tradizioni diverse. Come quella indiana, cinese, iraniana ecc. Partendo da chi viene da lì, ma vive qui.

5. Perché con una piccola passeggiata nel bosco, partendo dal ristorante Noafer a Cologna, si arriva tra le meravigliose rovine di Castel del Porco (o Schloss Greifenstein)[4]. A strapiombo sulla vallata, lo sguardo domina l’orizzonte, e sembra di fare un salto nel passato, tra dame e cavalieri, o nel cinema, in una puntata spettacolare della saga del Signore degli Anelli.

6. Perché sono partite le prime fasi – il contest fotografico – del Festival Studentesco[5] “il più bell’evento in Alto Adige” (parola di uno degli storici giurati, Giacomo Fornari), che coinvolge migliaia di giovani altoatesini. Raggiunto lo scopo di coinvolgere anche le scuole tedesche, ora il Festival è davvero qualcosa di grande e importante. Per imparare a conoscersi e fare cose insieme, per imparare ad amare l’arte in tutte le sue forme, da protagonisti e da spettatori.

7. Perché il successo in rete di “Voglio essere Durnwalder”[6] del “nostro” Roberto Tubaro, dimostra che anche qui si può fare satira politica, che si può sorridere del sistema e soprattutto che c’è tanta voglia e bisogno di farsi una sana risata, anche di questi tempi. Che Luis non ce ne voglia.

8. Perché il territorio sa dimostrare di essere avanti, innovativo, attento e capace di sfruttare al meglio le tecnologie del nostro tempo. Come hanno dimostrato i Mondiali di Sci a Fiemme[7], evento sportivo con il più alto intervento (e seguito) nei social media. Che a volte, anche qui, l’innovazione c’è davvero, nei fatti, non solo a parole.

9. Perché nonostante le limitazioni di cui sopra, la scena musicale bolzanina si da da fare, anche portando in terra nostrana grandi eventi, grandi festival – di caratura europea – e grandi band. Il festival si chiamerà Full Tension[8], la band di punta a Deftones, l’appuntamento (c’è ancora da aspettare un po’, ma ne vale la pena) è per una serata di fine estate.

10. Perché dopo anni di assenza, sono tornata a mangiare nella bella e coreografica “stube” del bolzanino Vögele. La variazione di canederli, oltre che buona, è particolarmente bella, servita in una cassettina di legno tipo quelle della frutta. Da provare.


[2] Leggi l’intervista all’artista Stefano Cagol, che racconta del prezioso progetto La “Fine del Confine” a Dolomiti Contemporanee /2013/03/01/stefano-cagol-dolomiti-contemporanee-un-viaggio-alla-fine-del-confine/

[3] Scopri il mondo di Multisense e come partecipare anche tu http://www.multisense.it/it

[5] Per seguire tutte le fasi del Festival http://www.artistclub.it/

[7] Leggi l’intervista a Marco Selle, responsabile comunicazione dell’evento e autore del suo successo /2013/03/08/mondiali-fiemme-2013-comunicazione-impeccabile-intervista-a-marco-selle/

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