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August 8, 2012
Welcome to Bali: Sanur
Cristina Vezzaro
Sanur, la località di Bali in cui siamo, affaccia ad est, e il primo mattino dopo il nostro arrivo, al secondo piano della nostra villa, vengo svegliata da un’alba mozzafiato, anzi no: da una marea di galli che non la smettono di fare chicchirichì – che come sostantivo onomatopeico, chiedo scusa, fa veramente schifo perché non fanno chicchirichì, ma piuttosto un suono di mezzo tra l’essere sgozzati e il dire mo’ te faccio vede. Unica conseguenza positiva: l’alba mozzafiato.
Ad ogni modo, fortunatamente il fuso già lo abbiamo preso e possiamo così alzarci anche di buon’ora.
Entro le mura della villa e del giardino non ci si rende quasi conto di dove si è. Poi però si esce dal cancello e su una stradina non del tutto asfaltata – e in cui i motorini che si muovono disordinatamente non ci aiutano a ricordare da che parte circola il traffico (anche qui in senso opposto) – ci facciamo strada tra chioschi fatiscenti, tempietti improvvisati per strada, case, ville, piccoli locali in cui si vendono dalle bibite ai piatti locali, e raggiungiamo quindi la strada principale di Sanur.
Sul marciapiede, davanti ai negozi e ai locali, piccole ceste raccolgono fiori e oggetti di vari tipi, da un soldo a un frutto a una sigaretta. Sono le offerte alle divinità nella speranza che la giornata porti tutto ciò che si è offerto.
Turisti ce ne sono, ma non molti, e si respira un’aria di tranquillità quotidiana. Sanur è stato forse il primo insediamento turistico di un certo livello a Bali, ed è stata risparmiata dal successivo boom che ha colpito posti come Kuta e Seminyak, località iperturistiche che hanno poco del sapore autentico dell’isola indonesiana.
Ci godiamo quindi una passeggiata indisturbati lungo Jalan Danau Tamblingan, con i fabbricati bassi che costeggiano la strada principale, i negozi che offrono prodotti di artigianato locale e caffè e ristoranti con piatti da tutto il mondo.
E poco a poco iniziamo a scoprire quest’isola.
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