Music

January 31, 2014

Musica live a Bolzano, Bellotti: “per i promoter non c’è più spazio”

Marco Bassetti
È un grido di allarme quello lanciato da Maurice Bellotti, titolare dell’agenzia Poision for Souls. La situazione, già spinosa da sempre, sta peggiorando. E gli effetti si vedono: “giovani ai concerti se ne vedano sempre meno”.

La questione della musica live si accende e si spegne periodicamente a Bolzano. Questa volta è riaccenderla è Maurice Bellotti, titolare dell’agenzia Poison for Souls, la più attiva in Alto Adige nell’organizzazione e promozione di eventi rock. La scintilla è stata il concerto dei Rue Royale: trovare uno spazio adatto per ospitare l’esibizione del duo folk è stata un’impresa. Un’impresa che ha mostrato tutti le carenze del sistema. Del resto si sa, quando una questione rimane inevasa per anni, “il tempo non fa il suo dovere e a volte peggiora le cose”. A Bolzano la situazione non è affatto buona e sorprende vedere quello che succede, ad esempio, nella vicina Innsbruck. Un modello esportabile a Bolzano? Basterebbe un impegno mirato e preciso in questo senso, che portasse finalmente ad un risultato tangibile. Perché, se da una parte si registra unanimità da parte delle istituzioni nel puntare il dito contro l’abuso di alcol da parte dei giovani e il “degrado” del centro storico, dall’altra si riscontra lo scarso impegno a fornire un’alternativa forte, concreta e credibile.

A partire da questa intervista a Maurice Bellotti il nostro magazine vuole cercare di fare un po’ di chiarezza sulla questione, individuando le criticità del sistema e mettendo sul tavolo le possibili soluzioni. Per analizzare il quadro nella sua interezza, seguiranno a breve altre interviste ai diversi attori coinvolti nella partita. Nella speranza che poi si passi dalle parole ai fatti.

In città sono pochi i locali disponibili per chi vuole organizzare un concerto, il Pippo.stage è uno di questi. Non lo è più?

Per gli organizzatori cosiddetti “professionisti”, come per esempio Poison for Souls e Unclevanja, c’è da pagare un affitto per organizzare un concerto e al Pippo questo affitto è stato di recente alzato a 350 euro. C’è poi un problema di disponibilità. I gestori del locale, Arci e Papperlapapp, ci hanno dato a disposizione tre serate, non a testa, da gennaio a metà giugno, perché il programma è già pieno: una programmazione fitta di concerti promossi dal Pippo stesso, rock, hip-hop, folk, metal… Tutto bello, ma per noi promoter non c’è praticamente più spazio.

Con il solito problema degli orari, in aggiunta…

Esatto. Si ha la licenza fino alle 01.00 solo una volta alla settimana, solo nel weekend. Gli altri giorni stop alla musica alle 23.30.

Alternative?

Il Pippo è l’unico locale con una capienza di 150/200 persone dove poter fare concerti dal vivo a Bolzano. Alternative non ce ne sono, se non il Sudwerk con capienza più bassa e tecnica ancora purtroppo un po’ scarsa  o altri localini dove fare concerti acustici come per esempio il Papperlapapp Treff o qualche bar/pub.

Ma al di là della capienza e del prezzo dell’affitto, il Pippo è a tuo parere il locale giusto per (ri)animare il movimento della musica live a Bolzano?

La mission di un “centro giovani” come il Pippo è dare spazio alla realtà giovanile della città attraverso momenti di incontro e occasioni di intrattenimento culturale e musicale. Peccato però che di giovani tra i 16 e i 25 anni ai concerti se ne vedano sempre meno! Forse ai giovani non interessa più il rock? O forse ai giovani non piace andare a fare festa in un locale che sembra una palestra, dove si beve una birra scadente in bicchieri di plastica, tutto velocemente perché a mezzanotte si chiude tutto? Figuriamoci per le persone over 25 che attrattività può avere una proposta di questo tipo…  I “centri giovani” non sono la soluzione al problema della musica live.

L’Halle28 sarebbe un’alternativa allettante, però?

L’Halle28 sarebbe una grande alternativa per la musica dal vivo a Bolzano, peccato che i costi non siano sostenibili e che non abbia l’infrastruttura adatta. Non c’è spazio backstage, non ci sono bagni per gli artisti, non c’è un allaccio di corrente adatto ad un concerto. Se ci fossero un’area backstage, un palco e un impianto audio e luci adatto alla location si potrebbero fare molti concerti in collaborazione con il gestore, ma questo al momento non è possibile.

Poi ci sono i concerti promossi dall’Ente pubblico…

Sì, succede a Bolzano di andare a sentire concerti a 5-8 euro, o magari anche gratis. Ma chi paga band, personale, affitti, tecnica, alberghi, ecc.? Sempre tu, ma con i soldi pubblici. È una dinamica piuttosto perversa che, se da una parte attira l’attenzione del pubblico verso la musica live e le nuove proposte del territorio, dall’altra rischia di fare confusione: il pubblico non riesce a capire bene perché ogni tanto un concerto è gratis o a 5 euro, mentre quando organizza Poison il concerto costa sempre non meno di 10 euro.  Sono assolutamente d’accordo a sostenere la musica live con denaro pubblico, ma forse questo andrebbe investito meglio.

Tu lavori molto anche a Innsbruck. Lì la situazione è molto differente, giusto?

A Innsbruck ci sono molti spazi per la musica dal vivo. I più conosciuti sono Treibhaus, Pmk, Weekender, Livestage e Hafen che è un comprensorio con 4 sale differenti per ogni tipo di manifestazione, dalla sala per 300 persone al concertone da oltre 2.000 persone. Al Pmk ci sono un una decina di associazioni che organizzano, tra cui anche Poison for Souls Innsbruck ed esiste un forum per noi promoter dove prenotare la location. I prezzi poi sono ottimi (circa 200 € per avere una sala per 200 persone), si può fare anche il bar e la chiusura è alle 3 di mattina. Ovviamente appena uno sgarra viene cacciato, come è giusto che sia… Ma non ci sono mai stati problemi.

Se un simile modello funziona a Innsbruck potrebbe funzionare bene anche a Bolzano, no?

Certo, ma rimane il problema di fondo. Abbiamo decisamente bisogno di uno spazio che sia delle dimensioni giuste per concerti da 100 persone ma anche da  1.000 persone. Un locale figo, giusto, adatto a giovani e meno giovani: musica live di buon livello, impianto audio e luci all’altezza, licenze da discoteca, alcolici e non alcolici…  Come in tutte le altre città europee, insomma.

Per Bolzano sembra un’utopia…

Ma non lo è. Basterebbe un piccolo aiuto finanziario dalle istituzioni.

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  • Rik · 

    Con un cero ritardo ho letto l’articolo e lo commento. Gli anni passano, ma la situazione è ancora la stessa. Ho conosciuto Maurice durante un concerto da lui organizzato al Sudwerk in cui il pubblico era scarso nonostante il prezzo basso e la serata con tre gruppi bravi. La pandemia ha dato una brutta mazzata all’ambiente musicale e non solo… sembra che le persone preferiscano bere birra in compagnia che vivere la musica insieme. Dove sono finiti i ribelli del rock?