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September 6, 2011

“Il mio luogo preferito”, premiati i vincitori

Barbara Breda

“Una piazza, lo scorcio di un paesaggio, un angolo di strada, un cortile, il tavolino di un bar, i gradini di una scuola, un prato…… Qual’é il luogo della città che i bolzanini amano di più, in cui più volentieri vanno, stanno da soli o in compagnia, si incontrano o considerano più significativo?”

Con questo originale interrogativo la Fondazione Architettura Alto Adige ha introdotto il tema per il concorso, aperto a tutti i cittadini, per catturare e raccontare con uno scatto fotografico il loro luogo preferito a Bolzano. Ieri sera si è svolta la premiazione, oggi pubblichiamo in anteprima i risultati della scelta della giuria, composta da fotografi, architetti, giornalisti, docenti universitari. Abbiamo intervistato l’architetto Monica Carmen, curatrice dell’iniziativa.

Come è nata l’idea di questo concorso fotografico aperto, e quale può essere l’interesse degli architetti nel promuovere un evento di questo tipo?

Da circa tre anni la Fondazione Architetti si impegna per sensibilizzare un pubblico non specialistico sui temi della città, dell’architettura e dello spazio pubblico. L’interesse è instaurare un dialogo tra architetti, cittadini, abitanti per cercare di comunicare senso e significato di un’architettura di qualità ma anche per scoprire come vengono vissuti e percepiti gli spazi da parte di chi li abita. Cerchiamo cioè di costruire uno scambio, un feedback reciproco. Il concorso fotografico sul tema della città e dello spazio pubblico ci è sembrato un buon mezzo per costruire questo scambio. La fotografia è anche un ottimo incentivo per porsi nelle vesti di osservatore/ricercatore nei confronti della realtà che ci circonda.

Ci sono state difficoltà nell’organizzazione?

Più che difficoltà un grande investimento di tempo perché raggiungere ambienti non specialistici è ancora una delle sfide degli architetti ma anche, penso, della cultura e dell’arte in generale. Per raggiungere questi ambienti molto importante è stato il coinvolgimento di scuole, associazioni, consigli di quartiere. Trovare uno spazio per diffondere una particolare iniziativa culturale è spesso difficile, anche per la grande quantità di offerta che abbiamo, a meno che, appunto, non si coinvolgano strati diversi della società. Interessante sarebbe mettere a punto iniziative riconoscibili che si ripetono con regolarità. Esistono nel campo della musica come il jazz festival ad esempio, non ci sono nei settori che riguardano l’architettura e l’urbanistica.

Vi aspettavate questa risposta in termini di partecipazione e di risultati?

Il concorso si è svolto da marzo a maggio e all’inizio ha fatto fatica a decollare. Nelle ultime due settimane invece sono arrivate più di trecento foto. A dire il vero non ci aspettavamo questo risultato e siamo soddisfatti.

Quali sono stati i soggetti più fotografati e quali i temi emersi?

Il centro storico è sempre un soggetto molto amato. Ma non è il solo. Una grande passione dei bolzanini sono i prati del Talvera o le passeggiate lungo l’Isarco e in generale ogni angolo verde. Altri soggetti sono la stazione di Bolzano, i binari del treno, l’Alumix o situazioni di “non luogo”. Ma ci sono anche molte immagini che ritraggono piazze, slarghi, strade dei quartieri come ad esempio Firmian o Oltrisarco.

Sulla base di quali criteri la giuria ha effettuato la sua valutazione?

Due sono stati i criteri fondamentali. Il primo l’ambientazione e quindi l’aderenza o meno al tema del concorso. Sono state selezionate quelle immagini che ritraevano il modo in cui uno spazio viene vissuto da parte di chi lo frequenta. Questo, indipendentemente dal fatto che si tratti di frequentazione usuale o estemporanea. Alcuni hanno ritratto proprio l’attimo in cui qualcosa accade attraverso l’entrata in scena di uno o più personaggi, e questa entrata in scena muta completamente il senso comune del contesto. Mi riferisco in particolare all’immagine di Piazza del Tribunale che ha ottenuto il secondo premio. Altri invece hanno fissato il modo usuale e spontaneo di vivere un determinato luogo. Nel fare questo però hanno anche colto deglielementi che, per quanto comuni, nel loro insieme producono qualcosa di inusuale. Il secondo criterio riguarda lati più squisitamente estetici come l’ inquadratura, la composizione, la nitidezza dell’immagine.

Cosa ha determinato la scelta dei premiati?

A mio parere si può dire che sono state premiate quelle situazioni in cui lo spazio urbano e la componente architettonica sono diventate tutt’uno con la scena che all’interno di questo spazio si svolgeva.

1° | Beatrice Giannitelli

Beatrice Giannitelli

„Artistic rendez vous“ | Il museo di arte contemporanea costruito sui prati della Talvera, nel centro della città colma di palazzi signorili, rappresenta l’incontro tra la tradizione e la modernità, apre le porte a nuove forme di comunicazione.

2° | Silvia Fabbi

Silvia Fabbi

„Rilievo“ | Il Colle, teatro delle passeggiate domenicali di tanti bolzanini. Il rilievo di Mussolini, sconosciuto ai più fino a prima delle polemiche sul depotenziamento dei monumenti fascisti della città. Tre bambini che giocano e sullo sfondo le loro mamme, simbolo della comunità che anima e tiene vivo il luogo. L’armonica fusione di natura, storia e popolazione è la traccia del futuro che l’Alto Adige deve seguire.

3° | Rupert Mayer:

Rupert Mayer

„Skatepark“ | Einer meiner Lieblingsplätze in Bozen ist der Skatepark, da es ein Treffpunkt für Jugendlichen und Familien ist. Obwohl der Park fast zur Gänze abgetragen wurde, tummeln sich immer noch viele Skatebegeisterte und vergnügen sich auf den übrig gebliebenen Strukturen.

Infos: bzcity.org

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