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January 19, 2024

Klaus Miser a Le garage a Trento

Francesca Fattinger

La mia poesia è politica, perché è una poesia che appartiene a me, al mio corpo, al mio modo di essere al mondo.
Klaus Miser

Incontrare la poesia, ascoltarla, leggerla, parlarne, è sempre un dono, qualsiasi essa sia, ma soprattutto se si tratta di quel tipo di poesia che non ti rassicura, non ti fa stare tranquilla, ma che al contrario ti scuote, ti scombussola, ti apre, ti lacera e “ti viene a cercare”. Quella è la poesia che ai miei occhi si fa politica, quella poesia che a ogni parola, cesellata e scelta con cura, ma anche a ogni vuoto, tra un verso e l’altro, e forse soprattutto lì, nidifica una presa di posizione e di coscienza del proprio essere corpo che vive un mondo e che da quello parte. 
Chiacchierare in modo molto libero e spontaneo con Klaus Miser che da tanti anni frequenta la poesia leggendola, scrivendola e performandola, collaborando con tanti e tante professioniste (tra cui Pornflakes, Fabrizio Palumbo, Paul Beauchamp, Jacopo Benassi, Cristina Rizzo, MissQlee, MP5), è un grande dono, perché mi ha permesso e, spero permetta anche a voi, di interrogarmi sul valore politico della parola, sul rispetto, sul tempo, sulla natura e su molto altro. 

Ho frequentato moltissimo la poesia prima di scriverla, l’ho sempre vissuta come un grande arrivo di bellezza, anche dal potere curativo. Ritengo che ci sia una grandissima fame di poesia, ma che spesso il mondo della poesia risulti molto distante, ammuffito e respingente.

Ecco perché Klaus Miser, “nata negli anni 70 / le strade cancellate dal sole / periferia dell’Italy”, di formazione scientifica, partendo da pseudonimi, e ritenendo quell’anonimia nella società attuale come un atto rivoluzionario di onestà e al contempo di libertà, in una tensione sempre rinnovata a liberarsi da sé per incontrare l’altro, scrive “quello che vorrebbe leggere”. Una poesia la sua, dall’approccio sempre volutamente dispersivo e dalla struttura spezzata ritmata e destabilizzante, che nasce per l’incontro, scritta, pubblicata e letta per lasciarla andare e “farla diventare di altre persone”. Tutto parte sempre “da un grande rispetto per chi legge o per chi ascolta” e quindi da un’attenzione particolare e specifica riservata al suo aspetto performativo. 

La poesia come atto politico e antagonista, la poesia come atto performativo, come qui e ora senza tempo e senza repliche, la poesia come urlo antispecista.

Un urlo antispecista che esce dai suoi testi accompagnato spesso da uno sguardo rivolto alla natura “come forma di drammaturgia bellissima e perfetta” e come mondo esemplare da cui imparare, la cui intelligenza, superiore a quella umana, ci spinge a “una forma di umiltà e quindi di capovolgimento politico”. Un atto performativo, del qui e ora, che in questo trattiene tutta la potenza della poesia, che in quello scarto temporale, irripetibile e senza repliche, esiste, così come facciamo noi assieme a lei nell’ascolto o nella lettura. 

Questa è la poesia che vi aspetterà sabato 20 gennaio dalle ore 18:30 (con reading alle 19:30 e chiusura alle 21:30). Klaus Miser leggerà diversi suoi testi le garage in vicolo della piccola 8 a Trento. Dopo un dialogo in apertura, guidato da Eleonora Buselli, partendo anche da alcune sue poesie inedite, Klaus ci farà immergere in “Didascàlia”, ultimo progetto di 2_ALASKA, plaquette di arte visiva in cui “tra tappeti sonori, erbari dell’ottocento e belladonna si sottrae la parola ai maestri”. Ma non finirà qui: ci sarà anche un momento finale di improvvisazione, “perché – come sottolinea Klaus – sono convinta che, se una persona esce di casa, si veste e ti viene a sentire, si merita qualcosa del qui e ora e poi non più replicabile”.

Da qualche anno cercavo di fare un progetto che avesse a che fare con il linguaggio didascalico, con una rivendicazione di un linguaggio più puro, che non si prestasse a tutta una serie di sovrastrutture e di malintesi.

È l’ultimo progetto editoriale che, come anticipato, “più che un libro di poesie è una plaquette artistica” e arriva dopo varie pubblicazioni: “Luogo Comune in Italian Landscapes” (Sossella Editore), “Non è un paese per poeti” (Edizioni Prufrock), “PescaraBabylon” (Collana Isola) e “Kill your Poet Again”, anch’essa plaquette illustrata, prodotta da SPRINT Salone del Libro d’artista di Milano e curata da Dafne Boggeri. Con “Didascàlia” Klaus fa sì che lettrici e lettori “possano attribuire direttamente significato al testo, che in qualche modo lo possano manipolare e dissezionare, cambiarlo per farlo proprio”: un progetto che partendo dall’atto pratico di staccare e rimescolare le parole ci fa ragionare sul linguaggio. Nel teatro greco esisteva la figura del “didascalo” che interveniva in scena e tramite la poesia “diceva la verità, al di là delle finzioni sceniche”: “Didascàlia” è da lì che vuole ripartire, dalla poesia come portatrice di verità che, anche tramite il linguaggio visivo e sonoro, ci dà così la possibilità di sottrarre la parola ai maestri per riappropriarcene. Questo solo un piccolissimo assaggio, la vera esperienza vi aspetta questo sabato, per abitare il qui e ora della poesia e quindi della vita.

Credits: (1) Samantha Cavicchi

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