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September 19, 2023
Cronache dall’orto: il progetto di Giorgia Pallaoro e Beatrice Eccel
Stefania Santoni
Immagina due sorelle. Due donne dall’energia straordinaria nutrita da una connessione profonda con l’ambiente. Due menti creative dove scorre linfa vitale, quella che la mistica Ildegarda di Bingen chiamava viriditas.
Giorgia Pallaoro e Beatrice Eccel sono due amiche e sono le fondatrici di “Cronache dall’orto”, un progetto di cura, narrazione e legato alle pratiche quotidiane. Un progetto che ha a che vedere con la natura e la sua vita lenta, fatta di attesa e nutrimento, di bellezza e armonia. Mentre Beatrice pensa, scrive e racconta, Giorgia illustra, colora e dà forma alle idee. È così che questa sinergia tutta al femminile ti accompagna, immagine dopo immagine, ricetta dopo ricetta, alla costruzione di un immaginario naturalistico impregnato di gentilezza, di una patina dal sapore antico che ti induce a pensare al bisogno di prenderti uno spazio di cura dove mettere in circolo le risorse necessarie per favorire il processo della tua fioritura personale. “Per essere felici bisogna essere fertili, così che l’esterno possa fecondare con l’interno e l’interno possa emergere all’esterno. È come se il tuo mondo interiore fosse la terra, dalla quale crescono piante e alberi grazie all’incontro con il sole, con l’aria e con l’acqua. Sei felice quando qualcosa che dentro di te era soltanto un seme si trasforma in un fiore, quando dopo tanto sforzo riesca a manifestarsi, a rendersi visibile” scrivono Andrea Colamedici e Maura Gancitano in “Prendila con filosofia”. Beatrice, mi racconti come nasce il progetto “Cronache dall’orto”?
La sorte vuole che il progetto nasca proprio nel luogo di cui racconta: l’orto. È l’estate di ormai 5 anni fa, io e Giorgia ce ne stiamo nel suo orto sedute su un tronco d’albero tagliato a raccontarci, e, come spesso accade quando siamo insieme, la conversazione diventa un bacino di entusiasmo, occhi vivaci e orecchie attente. Condividiamo visioni e desideri, discorriamo di progetti improbabili e bellissimi cui vorremmo prendere parte, dei nostri orti. Romanziamo gli aspetti della loro crescita come vicissitudini di una trama da telenovela. Poi parliamo di ricette, di come ci piacerebbe unire le cose: vogliamo costruire qualcosa insieme. Passa pochissimo tempo e le prime ricette illustrate sono sulla tavola della cucina davanti ai nostri occhi.
Il tuo compito, Beatrice, è quello di scrivere, raccontare. In che modo la narrazione del progetto si mette in dialogo con l’elemento vegetale?
Ai miei, nostri occhi, l’orto è un microcosmo in cui accadono cose straordinarie. Basta sedersi buoni a osservarlo: è in continuo movimento, non si ferma mai, e ci stupisce. Mi piace immaginare gli ortaggi dell’orto come personaggi di una storia, in cui non accade quasi nulla di prevedibile. Ed ecco che le aiuole diventano quartieri abitati, le bordure periferiche si affollano di fiori attorno ai quali insetti indaffarati vanno procurandosi le scorte per il sostentamento, sui sostegni dei pomodori si aggiungono i fagioli, che avevano trovato poco spazio nella dimora principale, e così via.
Con i prodotti dell’orto che cosa realizzate?
I prodotti dell’orto, al momento giusto, finiscono nel cestino del raccolto, che quindi li conduce direttamente in casa. Poi le “varie strade” si dividono: gli aromi diventano un bouquet da usare all’occorrenza, i Cosmos, le dalie e le zinnie abbelliscono nei vasi, mentre le radici, le foglie e i frutti dell’orto fanno a gara per diventare i protagonisti della prossima ricetta di “Cronache dall’orto”. Se la stagione e la luna ci consigliano le semine e i trapianti, i momenti favorevoli per il raccolto seguono la maturazione, l’andamento delle giornate, non per ultimi l’estro e l’ispirazione. Nel momento in cui prepariamo gli ingredienti sul tagliere ci lasciamo guidare dalle forme degli ortaggi, e, mentre tritiamo e soffriggiamo, lasciamo che siano i consigli e i sapori a guidarci, un assaggio dopo l’altro. Giorgia, che cosa significa per te illustrare l’orto di cui ti prendi cura?
Ricollegandomi alla percezione che abbiamo dell’orto, il suo essere in continuo mutamento ci rende consapevoli del tempo che passa e che per ogni stagione ci sono determinati colori e forme. Illustrare l’orto significa prendere nota di questi momenti: è un diario delle palette stagionali e ci dimostra quanto poco lontano serva guardare per trovare ispirazione. Documento le stagioni, onoro ogni fiore, ogni stelo d’erba che è un’opera d’arte degna di essere rappresentata.
Studiare gli elementi della botanica, come ad esempio il linguaggio dei fiori, è una delle tue passioni. In che modo le tue ricerche vengono sviluppate in termini visivi?
Da qualche anno ho cominciato a osservare meglio quello che mi circonda, in particolare il mondo vegetale. Ogni pianta ha le sue peculiarità, ognuna si porta dietro un bagaglio di meraviglia da quando è un piccolo seme. La cosa che osserviamo sempre con Beatrice è proprio la magia che sta racchiusa in ciascun seme, le informazioni che porta dentro questa capsula pronta ad esplodere e diventare un albero gigantesco o un fiore da recidere. Partendo da questo presupposto la natura diventa un luogo magico, dove non bisogna dare nulla per scontato e dove ogni vegetale porta con sé un messaggio, che può essere il significato o anche l’emozione che ci scaturisce la sua forma e il suo colore.
MI racconti qualche ricetta che avete sviluppato e a cui sei particolarmente legata?
Tutte le ricette di cronache dall’orto nascono dall’ispirazione che traiamo dalle nostre passeggiate nel bosco e dal tempo che trascorriamo nell’orto a osservare, a capire quali ortaggi e quali erbe aromatiche potrebbero essere in sintonia tra loro, ma sono anche il risultato dalla sperimentazione e della solida amicizia tra me e Beatrice. Ci confrontiamo sempre nella progettazione delle ricette. Insieme cuciniamo. Io mi occupo di tradurre quei momenti passati in cucina in colorati passaggi di ricette illustrate. Una ricetta alla quale sono particolarmente legata è la torta di castagne, un po’ perché è il mio dolce preferito, un po’ perché la sua preparazione è un esercizio di meditazione. Dalla raccolta delle castagne alla glassa al cioccolato e alla panna montata che l’accompagnano: è un racconto che dura qualche giorno e rappresenta il fatto che per le cose buone ci vogliono pochi ingredienti ma molta cura, un po’ come l’amicizia. Il progetto di Giorgia e Beatrice si può seguire sulla pagina Instagram @cronache_dall_orto
Credits: (1,2,3,4) Beatrice Eccel e Giorgia Pallaoro (5) Ricetta illustrata da Giorgia Pallaoro.
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