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March 31, 2023

Dante manager in un libro:
Intervista a Enrico Cerni per il DanteDì

Stefania Santoni

Che cos’è un classico? Il filologo e antropologo Maurizio Bettini dice che è classico ciò che «ri- racconta in maniera diversa storie tradizionali di uomini, facendone narrazioni parzialmente nuove e parzialmente vecchie». Secondo  Iosif Brodskij è «come un germoglio, che ogni primavera fa spuntare una nuova foglia e un nuovo mito (e quindi un classico) che genera in ogni cultura il proprio portavoce, secolo dopo secolo. Il riuso della tradizione antica comporta difatti il suo continuo adattamento alla diversa sensibilità e al diverso immaginario dei possibili fruitori. Prendiamo ad esempio il caso della Commedia dantesca, celebrata qualche giorno fa in occasione del DanteDì e proviamo a pensarla in relazione ai giorni nostri. Anzi, facciamo un passo in più: Dante nelle nostre aziende, nelle nostre imprese, nelle organizzazioni dei più importanti colossi. Che cosa ci può insegnare questo testo classico? 

Di questo si è parlato nel corso di un webinar organizzato da Accademia di Impresa di Trento, momento formativo in cui la cultura e il fare impresa sono andate a braccetto grazie a un testo curato da Enrico Cerni, formatore e Manager nella Corporate University, da sempre incuriosito dai processi di apprendimento delle persone e dal potere delle parole. Nel corso di questo appuntamento, Enrico ha raccontato il suo libro, un progetto edito da Il Sole 24 Ore, che porta il titolo «Dante per manager. La divina commedia in azienda». 

Enrico, come nasce la tua passione per Dante?

È nata molti anni fa, quando il mio figlio maggiore, da bambino (oggi ha 22 anni) continuava a chiedere a me e a mia moglie Francesca di leggere un libro in rima su Ulisse. Stanchi di ripetergli le stesse strofe, ci siamo detti: perché non scrivere noi due qualcosa per lui? E abbiamo iniziato a proporgli la rivisitazione del primo canto dell’Inferno. Poi siamo passati all’intera prima cantica e poi all’intera Commedia che è diventata La Divina Avventura. Il fantastico viaggio di DanteDopo quell’avventura di scrittura a quattro mani ho continuato a leggere e rileggere Dante per cercare qualche elemento di ispirazione per la vita quotidiana.

 Mi racconti della tua riscrittura, sempre in versi, fatta per bambine e bambini?

“La Divina Avventura” è appunto la riscrittura della Divina Commedia in versi. Esistevano già altre riduzioni del testo per bambine e bambini ma quel volume, edito da Coccole Books e illustrato magistralmente da Maria Distefano, ha rappresentato la prima volta di un approccio al testo di Dante in versi. Abbiamo scelto gli ottonari anziché gli endecasillabi, per far percepire il ritmo del Signor Bonaventura, e abbiamo scelto le quartine anziché le terzine. Il volume inizia così:

Qui comincia l’avventura/ D’un poeta del passato/ Che leggeva con gran cura/ Tanti libri, a perdifiato

 Parliamo invece del libro Dante per manger… di cosa parla?

Dante è un manager che ha capacità immaginative e insieme capacità realizzative. Ha visione, sa stare in relazione con i suoi clienti, pronuncia speech memorabili tanto che noi, 700 anni dopo la sua morte, ancora rimaniamo “affezionati follower”, chiamandolo  addirittura per nome. Ha scritto la Commedia nell’arco di 16 anni, sapendo fin dall’inizio quello che sarebbe successo alla fine. Da questo punto di vista è un project manager che utilizza al meglio il suo tempo e non si lascia sfuggire l’occasione per insegnarci costantemente qualcosa, lasciando che inciampiamo casualmente su qualche suo verso.

 Che cosa impara un’azienda o un’impresa dal tuo libro?

Le persone che lavorano nelle aziende, siano imprenditori, imprenditrici  o manager, possono lasciarsi ispirare dai personaggi, sia quelli indicati come negativi, sia quelli che rappresentano le virtù e quindi, per noi viandanti del XXI secolo, le best practice. La vita di Dante, la sua capacità di essere ottimista anche nelle traversie, la profondità del suo pensiero possono illuminare ogni persona a condizione che sia curiosa e aperta a un approccio non ortodosso al testo. Ogni terzina in realtà può essere uno spunto per noi.

 Quali sono i personaggi della Commedia a cui sei più legato?

Mi piacciono molto Virgilio e Beatrice. Lui è un “mentor”, che sa guidare perché ha già compiuto il cammino. Consiglia, ammonisce, conduce. Dante dice che è duca, segnore e maestro, oltre che più che padre. Ha i capelli bianchi e Dante lo sceglie come mentore non perché l’abbia conosciuto di persona, ma perché è stato un suo appassionato lettore. Beatrice invece è una “coach”, una “smiling coach”, che gli sorride e lo porta a compiete il viaggio attraverso i cieli del Paradiso grazie alle sue domande e alla sua capacità di utilizzare l’intelligenza emotiva oltre che la ragione. Beatrice ha una marcia in più rispetto a Virgilio, Dante lo percepisce e ce lo fa capire.

Un’ultima domanda. Hai qualche progetto in cantiere che ti sta  appassionando in questo momento?

In questo periodo, dopo il management e Dante e dopo la leadership con Ulisse, sto occupandomi di un tema che mi è caro anche per aspetti personali: il cambiamento. Che si può declinare come innovazione, come svolta, come evoluzione ma anche come metamorfosi, cioè come mutazione della forma. Del resto, ogni persona è una crisalide, in perpetua trasformazione tra lo stato di bruco e quello di farfalla.

Foto Enrico Cerni 2021_libri

Foto credits: (1) K V; (2) Enrico Cerni.

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