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January 10, 2015

Bentornato Ernesto

Lucia Munaro
«L’importanza di chiamarsi Ernesto» in scena fino all'11 gennaio 2015 al Teatro Comunale Bolzano e il 19 gennaio al Teatro Puccini Merano.

Un testo geniale quello della commedia di Oscar Wilde “L’importanza di chiamarsi Ernesto”, in scena al Comunale di Bolzano in questi giorni nell’allestimento di Geppy Gleijeses. Il capocomico partenopeo non può che restare fedele alla scrittura di Wilde, così perfetta nello smascherare la società Vittoriana del tempo, le sue ipocrisie e la sua assoluta frivolezza, se non fosse che è il lusso di una classe privilegiata, che non prova minimamente il bisogno di vergognarsi della falsità e della dissolutezza dei suoi personaggi, anzi sembra farsene un vanto.

Che sia il salotto di città o la campagna, imperturbabili i protagonisti recitano la loro parte, tanto che alfine la stessa realtà sembra piegarsi alla menzogna, e da un falso Ernest, Jack (GeppyGleijses) scoprirà di avere davvero quel nome e potrà sposare la sua Gwendalen, mentre l’amico Angernon, che in questo allestimento ha i tratti di Alfred Douglas, il giovane amante di Wilde nella vita reale, ed è interpretato da Marianella Bargilli, potrà fidanzarsi con Cecily e la sua cospicua dote. 

Tutto torna alla fine e, recuperato un nome, nessuno, nella commedia e tra il pubblico, sembra sentirsi orfano della “serietà” o “onestà” a cui il suono di quel nome (Ernest/earnest) in inglese allude. L’interpretazione della compagnia guidata da Gleijses dà un tocco italiano, ovvero partenopeo all’humor inglese, con qualche svolazzatura che le si perdona volentieri.

Bravi tutti gli attori, con una superlativa, ma non ci si poteva aspettare diversamente, Lucia Poli nel ruolo di Lady Bracknell.

Pubblicato su Corriere dell’Alto Adige

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