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May 4, 2012
Sul “Fiume che non c’è” a San Martino (Trento), festa di quartiere e Deep_Lab
Cristina Pucher
Il Fiume che non c’è è la festa del quartiere di San Martino, in cui una rete di collaborazioni fra le realtà del quartiere riempie di iniziative e di vita le strade e le piazzette intorno a via San Martino.
Quest’anno la festa abbraccia il tema dell’isola. La giornata di festa – sabato 5 maggio 2012 – inizia nel pomeriggio con l’animazione dedicata ai bambini (giochi, spettacoli e merenda), le iniziative culturali e le attività artistiche fra cui un concorso di pittura a tema (dalle 10.00). Dal tardo pomeriggio i ristoratori di San Martino “invaderanno” la strada, sarà possibile assaggiare specialità di cucine diverse, dai tipici piatti trentini fino alla cucina straniera, nel pieno rispetto delle diverse identità del quartiere. La sera, a partire dalle 20, apriranno le “isole“, dislocate nel quartiere in cui si esibiranno artisti locali e di fuori regione. La festa si concluderà intorno alle 24.
Durante la festa, in collaborazione con Franz e la libreria Rileggo, si svolgerà anche il progetto Deep_Lab, curato da Martina Dandolo. Deep_lab è un laboratorio di indagine del territorio urbano, per ragazzi dai 12 ai 18 anni, che stanno costruendo attivamente una rediaone, per arrivare poi alla creazione di un giornale di quartiere “S-piazza”. I ragazzi, durante la festa, seguiranno i redattori di Franzmagazine, e inizieranno le loro prime investigazioni giornalistiche. Vi aspettiamo al civico 66 di via San Martino.
E alle 19, nella FranzPlatz, un’esibizione unica di due musicisti di tutto rispetto: il bolzanino Matteo “Yomo” Jamunno (front man dei The Little White Bunny) e il trentino Felix Lalù. Da non perdere.
Ma perché tutto questo a San Martino? Il Borgo di San Martino è uno dei quartieri più antichi e pittoreschi della Città di Trento. Fino a metà dell’800, San Martino era porto e isola, stretto tra l’Adige (il fiume, prima di essere deviato occupava l’attuale via Manzoni) e le rupi della Cervara (sas del Bon). Verso nord era difeso da un antemurale e dal fossato della Malvasia.
A guardia del porto fluviale, dei cantieri, delle zattere, dei barconi e del Dazio c’era la porta che prendeva il nome dal Santo patrono del borgo. La porta urbica di San Martino era difesa dalla Torre Verde, che prende il nome dal colore delle maioliche che ricorrono il singolare tetto a cuspide gotica, alla quale andava a saldarsi la cortina murale e si apriva sul borgo per il quale passava la grande e frequentatissima via di Germania (la strada che si dirigeva a nord, lungo l’attuale via San Martino).
In corrispondenza della torre il fiume disegnava un’ansa e passando sotto il ponte si vedeva il Magno Palazzo sullo sfondo: il Castello del Buonconsiglio, uno dei più importanti monumenti cittadini che dal secolo XIII fino alla fine del XVIII fu residenza dei principi vescovi di Trento.
Il Borgo era un punto di fondamentale importanza per il controllo dei traffici e per la difesa della città e la Torre Verde costituiva il caposaldo terminale delle mura urbane. Nel corso dei secoli la torre cambiò destinazione: leggenda vuole che questa torre fosse l’accesso ad orribili e misteriosi sotterranei che immettevano in precipizi senza fondo nei quali si giustiziavano i colpevoli di alto tradimento o di lesa maestà, nonché i ribelli e i parricidi. In periodo medievale, la Torre Verde fu certamente adibita a carcere. I prigionieri vivevano in un ambiente costituito dall’antico alveo del fiume, quindi permeabile e acquitrinoso. Più tardi la Torre fu utilizzata come magazzino per la navigazione fluviale e come polveriera.
A causa degli eventi bellici la porta fu abbattuta, mentre la torre è tuttora un potente edificio semicircolare punto di riferimento per la città.
In tutto il rione vi era un buon numero di osterie che tutte le sere si animavano, riempiendosi di carradori, bettolieri e zatterieri che abitavano nel quartiere stretti nella Società dei Barcaioli (XII) e il rione era noto per le risse all’ordine del giorno e per il buon vino che scorreva a fiumi.
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