Culture + Arts > Architecture

February 13, 2012

MART – MUSE: quali scenari futuri?

Trento 2.0

Mia nonna lavorava alla Michelin (che, attenzione, si deve leggere come si pronuncia: “m-i-c-h-e-l-i-n”), cuciva le gomme delle automobili e durante la pausa pranzo giocava a tennis con le sue colleghe nei campi interni allo stabilimento. Ogni volta che percorro via Sanseverino mi balenano in mente gli innumerevoli aneddoti che mi racconta. Spesso mi capita di riflettere sul cambiamento radicale che questa zona sta affrontando e, per deformazione (storico-artistica) professionale, oggi vorrei sviluppare una tematica che per molte persone risulta marginale nel contesto dell’intero progetto del quartiere “eco-chic” di Renzo Piano: vorrei parlare di Palazzo delle Albere.

Palazzo delle Albere durante il XVI e XVII secolo fu residenza estiva sub-urbana dei principi-vescovi Madruzzo ma, con l’estinzione del casato, l’edificio andò progressivamente in decadenza. A seguito dei restauri avvenuti nel corso dell’800 e successivamente a metà del secolo scorso, il palazzo fu acquisito dalla Provincia, diventando la sede espositiva della sezione d’arte contemporanea del Museo Provinciale d’Arte, poi sede di Trento del Mart. Oggi non resta che attendere la riapertura del Museo, prevista in contemporanea all’inaugurazione del MUSE (nuovo museo delle scienze progettato sempre da Piano), dopo che saranno terminati i lavori di adeguamento di impianti e accessibilità (fine 2012).

Ma in che modo ed in che misura il nuovo museo potrà influire su Palazzo delle Albere?

Sicuramente questa compresenza museale gioverà a Palazzo delle Albere in termini di numero di ingressi (e quindi di incassi), in quanto l’adiacente Muse sarà senza dubbio un polo di attrazione turistica, già solo per la sua struttura e la fama del suo progettista. Inoltre, bisogna sottolineare che il progetto dell’ area ex Michelin ha attirato l’attenzione sull’edificio cinquecentesco stimolandone così un rinnovamento, anche attraverso la predisposizione di un bookshop e di una caffetteria. Altro spazio importante che verrà a breve reinterpretato è il parco sul lato est del palazzo, ormai in stato di semiabbandono.

D’altra parte, è possibile che la nuova attrazione culturale soffochi il Mart di Trento, non solo dal punto di vista museale, ma anche architettonico occupando, sia visivamente che fisicamente, gran parte dello spazio circostante. Questo, a mio parere, si pone in netto contrasto con il principio di preservazione dell’identità del bene culturale e della sua cornice ambientale.
Infine, mi permetto di proporre un’ulteriore considerazione concernente la scarsa appartenenza di questo tipo di giga-musei al nostro ambiente trentino. Spero vivamente che le piccole realtà museali che caratterizzano la Regione vengano preservate e che non siano stravolte dall’”effetto Guggenheim di Bilbao”.

Lascio a voi giudicare se il Muse riuscirà ad essere un centro di aggregazione culturale in continuità e non in conflitto con il Palazzo delle Albere.

 

Articolo di Martina Marchetti, pubblicato sul blog “Trento 2.0″ il 9 dicembre 2011

http://www.trentoduepuntozero.it/

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