People + Views > Bloggers

February 2, 2012

#iconografie 1: the devil is in the detail

El_Pinta

 Bentrovati miei cari lettori, in un post precedente vi avevo annunciato l’avvento di una messe di contenuti strutturati e siccome ogni promessa è debito inauguro con questo post una rubrica pensata e realizzata apposta per voi: #iconografie. Il termine iconografia deriva dal greco eikon (immagine) e graphia (descrizione), che è poi quello che farò in questa rubrica, cioè descrivere immagini, nello specifico le immagini più bizzarre e particolari che si possono ritrovare in giro per l’Alto Adige e non solo.

Vorrei cominciare proponendovi un’immagine alquanto interessante, si tratta della portella dell’antico altare maggiore della Chiesa Parrocchiale di Covelano, nelle vicinanze di Silandro. L’altare, opera dell’altarista Jörg Lederer da Kaufbeuren, ospita un dipinto raffigurante la disputa tra il Diavolo e san Martino. Esistono diverse versioni della leggenda e quasi tutte hanno a che fare con un patto siglato tra il Santo e il Demonio che vede come contropartita l’anima di un cristiano. In tutti i casi il Santo riesce, grazie a uno stratagemma, a gabbare il Diavolo portando in salvo capra e cavoli (ovvero quanto ottenuto dal Diavolo e l’anima dei cristiano sopracitato).

Nel dipinto il Santo e il Diavolo sono raffigurati intenti in un appassionato dialogo, nel quale si aiutano gesticolando vivacemente con le mani. San Martino indossa la tradizionale veste vescovile, con una tunica di colore chiaro e un mantello purpureo ornato di pietre preziose. Quella del Diavolo è invece una veste del tutto particolare, una sorta di tunica stretta in vita, con larghe maniche e un cappello di forma triangolare, allungato verso l’alto.

Ma ciò che colpisce del Diavolo sono le vistose macchie nere che gli circondano gli occhi. Tale dettaglio è stato identificato in alcuni studi di storia dell’arte, anche alla luce della foggia della veste con cui è vestita la figura luciferina, come un paio di occhiali.

Come spiegare questo elemento così lontano dalla nostra idea del Diavolo? È presto detto, le lenti, gli occhiali sono uno strumento che permette di migliorare la vista, ingrandendo le cose e rendendo più facile cogliere le minuzie, per questo motivo rappresentano anche un attributo proprio degli intellettuali e degli scienziati, figure deputate allo studio e all’analisi della realtà che spesso nel corso della Storia sono entrate in collisione con la chiesa e la teologia.

Siamo qui di fronte, allora, all’immagine di un Diavolo in veste di studioso, e riecheggia perciò nel dipinto la figura di Faust e l’adagio popolare per cui “il diavolo è nel dettaglio”, ma siamo qui di fronte anche a una rappresentazione del conflitto che oppone la Chiesa, con i suoi dogmi di fede, alla scienza, con le sue teorie e dimostrazioni. Non è un caso che il dipinto sia stato realizzato nel Cinquecento, un periodo storico caratterizzato dall’intensificarsi della caccia alle streghe, attività che ricevette particolare impulso dalla pubblicazione del celebre Malleus Maleficarum (Martello delle streghe), il celebre manuale di caccia alle streghe pubblicato nel 1487 dai frati domenicani Sprenger e Kramer. In un periodo caratterizzato da grandi incertezze e attraversato da cambiamenti assi rilevanti, la Chiesa mirava a rafforzare il proprio potere e la propria influenza sul corpo sociale e per farlo doveva opporsi a tutte quelle istanze che ne minacciavano l’egemonia culturale, politica e sociale.

Colpisce, in questa immagine, la natura luciferina, eretica e maledetta con cui viene raffigurata la figura dell’intellettuale, una sorta di ficcanaso pronto a mettere in discussione l’ordine del creato con la sua attitudine a cercare l’ago nel pagliaio, la sua pignoleria e la sua innata curiosità per le cose del mondo. In un periodo come quello odierno, dove il disprezzo verso le professioni intellettuali e l’esercizio di un pensiero critico appare sempre meno celato e si rivela in manifestazioni tanto grette quanto virulente, un dipinto come questo assume un enorme valore per quanti non hanno rinunciato a praticare liberamente l’esercizio del pensiero, dell’arte e della scienza: essi sono stati, sono e saranno sempre la spina nel fianco di ogni dogma e di ogni ordine costituito dell’universo, perché la libertà è la loro passione.

The devil is in the detail…

 

Print

Like + Share

Comments

Current day month ye@r *

Discussion+

There are no comments for this article.

Related Articles

Archive > Bloggers