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November 5, 2024
Dalla terra al bosco: l’artigianato di Giovelab
Stefania Santoni
Il bosco è un microcosmo di vita e rinnovamento, dove ogni stagione porta con sé un cambiamento e una trasformazione. In primavera, la rinascita dei germogli e il profumo dei fiori risvegliano la terra, mentre l’estate avvolge tutto in un caldo abbraccio, invitando a esplorare i suoi sentieri ombreggiati. L’autunno, con il suo tripudio di colori, celebra il ciclo del raccolto e il lasciar andare, mentre l’inverno avvolge il bosco in un silenzio contemplativo, un periodo di riflessione e di attesa, in cui la vita riposa prima di ripartire.
Questo continuo fluire di cicli e rinascite si riflette in uno stile di vita che abbraccia il ritmo della natura, invitando a vivere in armonia con le stagioni. Ogni elemento del bosco, dagli alberi che si ergono con maestosità ai fiori che sbocciano e appassiscono, è un promemoria della bellezza dell’effimero e della solidità del ciclo vitale. Questa connessione profonda con la natura è una fonte d’ispirazione per le persone che amano sperimentare, che sanno connettersi con ciò che le circonda e che trovano nella bellezza e nella serenità del bosco un richiamo a esplorare le loro pratiche creative.
È proprio in questo contesto che si inserisce Giovelab, il laboratorio di ceramica fondato da Deva Giorgia Brunelli e Paolo Lessio. Un progetto a quattro mani di un’artigiana e un artigiano. Deva e Paolo, influenzati dalla loro vita immersa nella natura, utilizzano le esperienze e le osservazioni quotidiane per dare forma alle loro opere, riflettendo sulla bellezza e sulla ciclicità del bosco. In questa intervista a Deva, esploreremo il loro approccio artistico, la filosofia che anima il loro lavoro e come il bosco e le sue stagioni siano diventati una parte essenziale della loro pratica creativa. Un viaggio che non solo celebra la ceramica, ma anche la vita e la connessione con il mondo naturale.
Deva, qual è stata la tua prima connessione con la natura? Ricordi un momento particolare in cui hai sentito il bosco come una fonte di ispirazione?
Parlare di un momento specifico per me è complesso, poiché si tratta di un processo continuo, di un cammino di connessione e avvicinamento alla natura. Fin da piccola, ho sempre nutrito un amore profondo per il mondo naturale, ma vivere immersa in un bosco, come faccio da quattordici anni insieme a mio marito Paolo, ha arricchito la mia esperienza in modi inaspettati. C’è una grande differenza tra apprezzare la natura attraverso escursioni e passeggiate e viverla quotidianamente. Ci sono voluti anni per adattarmi all’ambiente boschivo e, anno dopo anno, ho scoperto nuove meraviglie. Ogni stagione portava con sé sorprese, e mi chiedevo sempre: “Cosa scoprirò il prossimo anno?”. Questo processo di apprendimento è stato graduale e continua ancora oggi. Ho imparato a conoscere e riconoscere alberi e piante, e ora, immersa nei boschi della Valsugana, mi sento in un vero e proprio paradiso. Quest’anno ho intrapreso una nuova avventura: ho cominciato a preparare tisane. Ogni passo di questo viaggio è stato lento e meditato, un’esperienza che si radica nel profondo di me stessa. La natura, con le sue infinite sfaccettature, continua a insegnarmi e a guidarmi in un dialogo silenzioso ma profondo.
In che modo il bosco e l’elemento vegetale influenzano la tua scelta dei materiali o le tue tecniche di lavorazione?
La scelta dei materiali è profondamente legata alla tavolozza della terra e ai suoi toni caldi. Il gres, in particolare, offre molte possibilità espressive. La mia connessione con il bosco è così intensa che le ceramiche che creo e progetto per la primavera differiscono nettamente da quelle dell’autunno, anche esteticamente. Ogni stagione porta con sé una palette unica; i profumi dei fiori e della frutta cambiano completamente. Da agosto in poi, ad esempio, l’energia del bosco si trasforma. Per questo, quando dipingo su porcellana, i temi si adattano alla stagione: imprimo nell’argilla solo ciò che la natura offre in quel momento specifico dell’anno. Alcuni tipi di felci, ad esempio, resistono anche sotto la neve, e le foglie possono essere essiccate e usate in altri momenti. Non è solo il bosco a guidare il mio lavoro, ma anche il ritmo ciclico dell’anno, il passare del tempo e lo scorrere dei giorni, che influenzano ogni creazione.
Hai una pianta, un albero o una specie vegetale a cui ti senti particolarmente legata e che è spesso presente nelle tue opere?
Ho una passione speciale per i cosmi e le zinnie, i fiori che caratterizzano l’estate, e naturalmente per le rose. Ma con l’arrivo dell’inverno tutto questo svanisce, lasciando spazio soltanto alle piante aromatiche che resistono al freddo, come la salvia e il rosmarino. Quest’estate ho sentito una connessione particolare con l’artemisia e l’ortica, che ho iniziato a esplorare da un punto di vista più “magico”: le ho fatte essiccare per preparare delle tisane, osservando e apprezzando il ciclo stagionale dell’ortica. Anche la melissa, che di solito è piuttosto invadente, quest’anno è entrata a far parte del mio giardino in modo più armonioso, quasi come se avessimo trovato un equilibrio.
Domenica 10 novembre alle ore 10.00 presso il negozio TonHaus (Via della Roggia 28), sarai ospite di Ella, la rassegna curata da Greta Marcolongo e dedicata all’arte, alle donne, al femminile. Che cosa accadrà nel corso del tuo laboratorio?
Abbiamo intitolato il laboratorio “Tracce Botaniche”. Porteremo foglie e rami, raccolti seguendo ciò che la stagione ci offre, e creeremo piattini e piccoli oggetti su cui imprimere le forme della natura. Aggiungeremo poi un tocco di colore, dando vita a oggetti decorati con i segni che il bosco ci regala. L’obiettivo è far percepire la potenzialità della terra, che custodisce memoria e semi, e ritrovare una connessione profonda con la natura, sentendoci parte di essa.
Foto credits: Giovelab
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