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April 28, 2023

71° Trento Film Festival 2023:
la dolcezza della montagna, tra profondità e lentezza

Maria Quinz

Oggi prende il via il Trento Film Festival con dieci giornate – dal 28 aprile al 7 maggio – densissime di eventi, mostre, talk, laboratori, attività, presentazioni di libri e molto altro ancora. Parliamo di una kermesse ricchissima anche quest’anno – con 130 film e più di 150 appuntamenti per pubblici di ogni età e numerosissimi ospiti italiani e internazionali di prestigio, come gli alpinisti Hervé Barmasse, Tamara Lunger, Alex Txikon, Sílvia Vidal, David Göttler, Thomas Huber, la scrittrice e climber Anna Fleming, l’esploratore Alex Bellini, gli scrittori Mauro Corona, Francesca Melandri, Enrico Camanni, Tiziano Fratus e Davide Longo, l’attrice Violante Placido, il fotografo Jim Herrington, il giornalista e sceneggiatore Andrea Purgatori, e tanti altri. 

E naturalmente si apre il sipario su quello che è anche uno dei concorsi di cinema di montagna più importanti e seguiti al mondo, giunto con il 2023 alla sua settantunesima edizione. E come ogni anno attendo con grandissima curiosità la programmazione cinematografica selezionata da Sergio Fant che non delude mai e che anzi regala ad ogni nuova edizione, la sensazione di godere di sguardi inaspettati, sempre più sfaccettati e incisivi sulle cosiddette “terre alte” e su tutto ciò che vi ruota attorno. Nonostante i più di settant’anni alle spalle del festival, i tantissimi temi proposti e la quantità incalcolabile di film e documentari presentati nel tempo, trovo che ogni anno si aggiungano sguardi sempre nuovi e incisivi sulla realtà della montagna e delle persone che la abitano e ci lavorano. Visioni che si accostano tra loro in una dimensione riccamente sfaccettata, fatta di ombre e luci (così come una frastagliata parete di roccia), che racconta il presente, offrendo nuove prospettive per il futuro, oltre a proporre anche “smottamenti” ed esplorazioni nel passato, andando in profondità, alla ricerca di un rapporto per certi aspetti primordiale, il più possibile naturale e genuino tra uomo e montagna.

Trovo significativo oltre che poetico e intenso, il titolo di questa edizione del Festival: “più lento, più profondo, più dolce”, che riprende le parole e gli auspici del politico, ambientalista e pacifista altoatesino Alexander Langer, come ci ha ricordato il presidente del Festival Mauro Leveghi alla presentazione ufficiale dell’evento, a cui ho avuto l’occasione di assistere a Milano. Un titolo che è anche un invito a un rapporto simbiotico con la dimensione della montagna: un incontro alla pari, più attento nei confronti dei ritmi lenti e circolari della natura e del suo ambiente e come ha sottolineato anche il Presidente generale del Cai Antonio Montani, presente in quell’occasione, assieme anche a Laura Bisesti direttrice della rassegna. 

Anche il manifesto del Trento Film Festival realizzata da Lorenzo Matteotti, dall’atmosfera un po’ onirica sembra suggerire una realtà di simbiosi tra uomo e montagna. Rappresenta due scalatori visti di spalle, con zaino e bastoncini da trekking, che si avviano verso le vette rocciose tra prati e valli in un dimensione armoniosa, unificata nella rotondità del tratto e nella morbidezza e dolcezze delle forme. Anche le cime più alte dei monti, non sono aguzze e inospitali, ma mete sognanti, morbidamente tratteggiate: un mondo dove uomo e montagna parrebbero compenetrarsi e fondersi in un’unica dimensione vitale.

“Montagna che vive, montagna da vivere” è non a caso il titolo propositivo e pieno di energia, che lega tra loro i film del programma cinema nelle nove sezioni, curata da Sergio Fant e che riassume con poche parole, l’aspirazione a una montagna diversa, da re-immaginare come luogo di cooperazione tra uomo e natura. Non volendo perdermi nell’elenco della ricchissima programmazione e rimandandovi a tal fine al calendario dettagliato riportato dal sito del Festival, vi segnalo qui due film, uno in apertura e uno in chiusura della rassegna, che a loro modo aprono e concludono (ma non chiudono) i temi e gli spunti di riflessione di questa edizione, aperta più che mai a nuove prospettive e visioni sul futuro.Schermata 2023-04-28 alle 19.31.55 Sabato 29 aprile al Supercinema Vittoria, verrà proposta l’anteprima internazionale di A passo d’uomo (Sur les chemins noirs) , dall’omonimo libro autobiografico dello scrittore francese Sylvain Tesson, già protagonista di La Panthère des Neiges, Genziana d’Argento a Trento nel 2022. Nel film di Denis Imbert il personaggio principale, interpretato dal premio Oscar per The Artist, Jean Dujardin, è Pierre, celebre esploratore e scrittore sempre in viaggio in cerca di avventure, che una sera, ubriaco rimane vittima di un incidente. Quando si risveglia dal coma, malgrado riesca malapena a stare in piedi, decide di ripartire questa volta per attraversare la Francia a piedi, lungo sentieri dimenticati, per ritrovare seI stesso e le sue radici.Schermata 2023-04-28 alle 19.32.08 Sabato 6 maggio, a chiudere la programmazione del Festival, il cinema Vittoria ospiterà l’anteprima di Rispet, lungometraggio d’esordio di una giovane regista trentina Cecilia Bozza Wolf, già premiata al festival nel 2017 per il documentario Vergot. Interamente girato con attori non professionisti nella Valle di Cembra, “Rispet” è ambientato in un borgo di montagna immerso nei vigneti, dove gli abitanti, pur ritenendo di essere parte di una grande famiglia, si scontreranno con una profonda incapacità di esprimere emozioni e desideri…

Buona visione!

Credits: (1) Renaissance, (2) A passo d’uomo (3) Rispet, courtesy of Trento Film Festival.

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