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October 27, 2022

Film intorno al mondo:
ZeLIG Film Fest 2022

Maria Quinz

Non ho frequentato la scuola di cinema e documentario ZeLIG ma qualche ricordo che la riguarda ce l’ho. Fin da bambina ho amato il cinema, che faceva da sottofondo a pomeriggi infiniti a casa dei genitori o dei nonni, dove capitava di vedere capolavori italiani e stranieri a qualsiasi ora del giorno, inaspettatamente. La fascinazione è cresciuta negli anni e sono migrata altrove a studiare, perché l’università a Bolzano non c’era e volevo andare lontano, ma sapevo che a Bolzano, nella mia piccola città, dove alle sette di sera non vedevi più un’anima viva in giro, esisteva una scuola dove il cinema – quello vero – esisteva, dove si mettevano le mani “in pellicola” e si formavano futuri documentaristi, registi, operatori, montatori, produttori ecc. provenienti da tutto il mondo. Questa cosa mi inorgogliva e pensavo che forse, un giorno mi sarei iscritta. Non è stato così, ho scelto altre strade, ma ricordo però, che per un esame di storia e critica del cinema la ZeLIG – generosamente – mi aveva dato in prestito uno scatolone di VHS con film su film, che avevo visionato avidamente, molti introvabili allora, dal cinema muto ai film della NouvelleVague, dai classici del neorealismo ai noir americani anni ‘40.

Tornando al presente, è bello vedere come la ZeLIG costituisca ancora oggi un punto di riferimento fondamentale in Europa per la preparazione specifica di nuove leve nel campo del documentario. Fondata nel lontano 1988, la scuola – diretta oggi da Hieidi Gronauer – ne ha fatta molta di strada, adeguandosi ai tempi, al digitale e ai nuovi linguaggi audiovisivi. Il suo nome non a caso si ispira all’omonimo protagonista del film del 1983 di Woody Allen, personaggio trasformista per eccellenza. 

OUR OWN PRIVATE HAPPINESS

Oggi la scuola si basa su una formazione triennale per persone interessate al cinema di documentario nelle sue molteplici declinazioni e nella sua struttura triennale, comprendendo un anno di formazione di base e due successivi anni di formazione specifica con specializzazioni in regia, fotografia e montaggio. A conclusione del percorso di studi gli studenti della ZeLIG hanno l’occasione di realizzare e presentare i loro lavori conclusivi di diploma ed è quello che succederà anche quest’anno, finalmente, dopo due anni complessi – segnati dalla pandemia – che hanno reso ardimentoso anche per questa scuola portare avanti la sua missione formativa.

Ecco che quindi – durante la ZeLIG Film Fest 2022 – il 28 e il 29 ottobre saranno presentati al Filmclub (dalle ore 16.00) 10 film di diploma recenti, realizzati dagli studenti della scuola a cui tutto il pubblico cittadino è invitato, con ingresso libero. I film saranno proiettati in un’ampia varietà di lingue e saranno tutti sottotitolati. Gli studenti e le studentesse della ZeLIG, i protagonisti/e dei film e i docenti saranno presenti in questi due giorni e sarà anche quindi possibile confrontarsi con loro con domande, approfondimenti e curiosità.

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Gli organizzatori, con il tutor didattico Emanuele Vernillo, descrivono l’evento come una vera e propria festa, un momento di incontro e condivisione di tante storie intorno al mondo, perché da tanti luoghi diversi provengono gli studenti che hanno lavorato ai vari progetti – nei diversi ruoli – e in tanti luoghi diversi ci portano le narrazioni e le immagini delle dieci produzioni. La festa si concluderà con la consegna dei diplomi finali nel giorno di sabato, alle 18:30 e vedrà anche l’arrivo dei nuovi studenti e delle nuove studentesse, che stanno per iniziare il loro percorso di studi e che quest’anno provengono da tutta Europa: dai Paesi Bassi, dalla Germania, dall’Austria, dalla Francia, dall’Italia e dall’Alto Adige.

Tornando ai 10 film che verranno proiettati in sala in questa due giorni di “viaggi intorno al mondo”, oltre alla varietà di provenienza degli studenti e dei luoghi narrati – dai villaggi lontani di un’isola dell’Oceano Indiano alla periferia di Barcellona; dalle strade di Odessa in Ucraina ai vicoli del centro storico di Genova; da Amburgo e la provincia austriaca alle strade assolate di Palermo, fino al teatro di prova di una compagnia di teatro popolare a Milano – mi sembra di scorgere anche alcuni temi trasversali.binary comment

Tra questi, per esempio, il tema del lascito del passato, con incontri speciali o con i legami familiari di chi ci ha preceduto e le loro preziose storie di vita – anche intime – che se non raccolte, rischiano di scomparire con il tempo; ma anche il desiderio di scegliere un proprio percorso di vita autonomo in sintonia con i ritmi della natura o di rottura con gli stereotipi e le convenzioni sociali. Questi sono solo alcuni dei temi che mi è parso di scorgere, scorrendo velocemente il programma: sicuramente ci saranno molti altri temi, suggestioni e storie da scoprire, oltre alle tante occasioni per ridere, riflettere, emozionarsi e che il pubblico in sala potrà scoprire con la propria personale sensibilità.AmaOsa_gallery_4

Per concludere vorrei citare il film “Dear Odesa” del regista ucraino Kyrilo Nauko realizzato poco prima dell’inizio della guerra e che proponeva una riflessione sul cambiamento che stava vivendo la sua città, Odessa, che aveva visto perdere – secondo il giovane regista —  parte della sua originaria bellezza per il malgoverno e un disinteresse diffuso di parte degli abitanti, con la speranza di una sua rinascita. La Storia come sappiamo, ha preso – purtroppo – altre drammatiche e dolorose strade… 

Così scrive Kyrilo Nauko, il giovane regista: Odessa era “una città che un tempo poteva respirare liberamente. Fino a poco tempo fa, questa era la mia preoccupazione più grande. Ma ora, dopo l’inizio della guerra, l’unica cosa che vorrei è che questa città rimanga in piedi. Odessa, continua a esistere. Ti prego.”

Per ulteriori informazioni sulla scuola e sul festival visitate il sito della ZeLIG.

Credits: (1) Dear Odesa di Kyrylo Naumko (2) Our out private happiness di Kaspar Panizza (3) Cloudy memories di Isabella Friedl (4) L’interruttore di Antonio Catanese (5) Ama Osa di Marija Stefānija Linuža.

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