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February 15, 2022
L’ondata Hallyu: la Corea del Sud tra cinema e letteratura alla Biblioteca Civica di Bolzano
Maria Quinz
Lo chiamano hallyu, con una parola per molti ancora sconosciuta, per altri già nota, indubbiamente esotica, oltre che musicale…
Se ci sentiamo già veleggiare con la fantasia verso il lontano Oriente, siamo sulla strada giusta perché l’hallyu è un fenomeno che ci immerge nella moderna Corea del Sud e che sta a indicare la trainante fascinazione verso la cultura coreana contemporanea. Il termine è stato coniato in Cina ma è un fenomeno diffuso a livello globale e intergenerazionale, che come una corrente in piena, sta andando a conquistare sempre più interessati e appassionati in tutto il mondo e in svariati ambiti: dalla musica pop (il cosiddetto K-pop) alle soap opera, dalla moda e dalla cosmetica alla cucina, dalla letteratura alle serie televisive di successo e al cinema di qualità.
Il fenomeno si fa risalire agli inizi degli anni 2000 e in Europa e negli Stati Uniti ha visto una prima larga diffusione soprattutto nel campo del cinema d’autore, diversamente che in Asia, dove ha prevalso la corrente pop. La cosiddetta Korean wave prende il via con il successo di diversi film, scoperti dal pubblico grazie alle presentazioni e premiazioni di numerose pellicole coreane di livello in alcune tra le più importanti kermesse di cinema internazionale. Tra queste, Ch’wihwasŏn di Im Kwon-taek, film premiato a Cannes nel 2002 per la miglior regia e Old Boy diPark Chan-wook premiato al Festival di Cannes con il Gran Prix nel 2004; sempre lo stesso anno ha visto la premiazione del grande regista sudcoreano Kim Ki-duk in due differenti festival: a Berlino con l’Orso d’argento per Samariae a Venezia con il Leone d’argento per Ferro-3 La casa vuota.
Da allora, la diffusione dell’ondata coreana non ha mai smesso di crescere e oggi ha raggiunto un ulteriore boom di notorietà a livello mondiale, con il film Parasite di Bong Joon-ho – premiato con la Palma d’oro a Cannes e con più di un Oscar, tra cui quello per il miglior film nel 2020 – e Minari,di Lee Isaac Chung – pellicola a sua volta pluripremiata, insignita con il Golden Globe 2021 per il miglior film straniero – e ancor più di recente con la seria-drama di grandissimo successo Squid Game, presentata dalla piattaforma Netflix.
A questo fenomeno culturale in continua evoluzione la Biblioteca Civica di Bolzanoha voluto dedicare una rassegna di cinema e letteratura in collaborazione con la Fondazione Haydn, con l’intento di stimolare il pubblico con nuove e approfondite incursioni in questa realtà culturale così affascinante e non priva di complessità e sfaccettature. Ecco gli appuntamenti da inserire in agenda:
Mercoledì 16 febbraio, alle 18.00, Giuseppina De Nicola, coreanista e antropologa dell’Università di Roma La Sapienza, parlerà al pubblico di letteratura coreana contemporaneae in particolare, dello scrittore Hwang Sok-yong.in una conferenza dal titolo “La narrativa del ricordo tra realismo, trauma e mito delle opere di Hwang Sok-yong”.
Il romanziere è uno dei più importanti scrittori coreani, ampiamente tradotto in Italia; non a caso il premio Nobel giapponese Kenzaburõ Õo, lo ha definito “il più importante ambasciatore della letteratura asiatica”.
Il secondo appuntamento sarà mercoledì 23 febbraio, alle 21.00, con la proiezione, in lingua italiana, del film Old Boy (2004) del regista Park Chan-wook, tra gli esempi più significativi e iconici della Korean Wave, fin dai suoi esordi.
Partecipando agli incontri sarà possibile vincere i biglietti per l’opera “Silence/Silenzio” di Anna Sowa e Martina Balduzzi, ispirata al racconto “Convalescenza” della scrittrice sudcoreana Han Kang. Lo spettacolo verrà messo in scena il 4 marzo al Teatro Comunale nell’ambito di Opera Festival 2022.
Per tutta la durata della rassegna la Biblioteca Civica di Bolzano proporrà un’ampia esposizione di libri e film dedicati ai molteplici aspetti della cultura coreana, dalla letteratura alla cucina, dalla storia alla lingua e all’alfabeto Hangeul.
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