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February 17, 2021

Tzimtzum 01: mare lui o lei?

Allegra Baggio Corradi

Ottanta giorni, William. Non riesco a pensare ad altro che a quella conversazione interrotta. Era il 9 dicembre 1943. Oggi è il 17 febbraio 1944. Lo scrivo per metterlo nero su bianco. Sai come sono fatto, devo scrivere perché quello che sospetto diventi reale.

Mi pare di sentire ancora il trambusto sibilante annidarsi tra le strade, i nostri corpi accartocciarsi, le voci virare, i clang, chaff, crac, crash, croc rimbombare. Sono ancora sbigottito, nemmeno nelle mie più nere previsioni mi sarei aspettato che tutto si rimpicciolisse così, d’improvviso. Quella che fino a pochi momenti prima era stata una città di confine, era diventata una pozzanghera, un piccolo mare dal quale lillipuziani di tutte le età tentavano di riemergere arrampicandosi uno sopra l’altro con movenze animalesche, sopraffacendosi, rimanendo attaccati alla vita con la stessa brutalità con la quale avevano costruito quelle inutili scale a pioli fatte di cadaveri e detriti che ora usavano nel disperato tentativo di venire a galla, poggiandole contro la riva, inerpicandosi disperati. Tutto era diverso, ma nulla era cambiato. Io stavo distante, solo, sopra a un nugolo di vuoto fluttuante a mezz’aria, un pianeta gassoso, una bolla di fumo semisolido. Non so bene quanto a lungo io abbia osservato quel rocambolesco spettacolo da lassù: un mondo ritratto ai miei piedi che tentava l’ultima risalita ed io che non capivo come fossi potuto sopravvivere.

Per non dimenticare, per credere sia vero, voglio scrivere ciò che ci stavamo dicendo prima che Bolzano si facesse mare in miniatura. Mi stavi confessando di volertene andare. Di voler lasciare la città per fare un viaggio in barca. Ricordo solo questo: il tuo desiderio di andare per mare. E poi che il tuo nonno di Galway, al suo ritorno da partigiano dalla Guerra Civile spagnola, ti raccontò che i poeti catalani si riferivano al mare come ‘la mar’ mentre i pescatori castigliani che salpavano presto la mattina quando ancora il sole non era sorto, lo chiamavano ‘el mar’. Per ironia della sorte, ora sotto di me c’è mare, ma non so se sia un lui o una lei. Tu cosa diresti? Facendo passare i secoli come fossero minuti, continuerò a scriverti, ma dimmi, tu dove sei? 

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