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October 21, 2020
L’ultima verza di Trequanda: il nuovo spettacolo di Veronika Riz
Allegra Baggio Corradi
Cosa succede quando l’uomo sfida la natura? Una valanga travolge uno chalet. Sopravvivono sei persone e un freezer funzionante, prova del fatto che la tecnologia non soccombe ai cataclismi grazie a ciò che la tiene in vita dall’interno: una verza. Questo è Trequanda.
Trequanda si interroga sulla reazione dell’uomo davanti allo sfacelo dell’ecosistema causato dalla sua stessa presenza al suo interno. È legittimo essere arrabbiati con la natura quando questa è vittima della nostra incoscienza? È giustificabile disperarsi per delle scelte le cui conseguenze si profilano già a priori? La follia in risposta alla distruzione è codardia oppure rimorso? Queste alcune delle domande affrontate tramite il movimento dei corpi nello spazio da Trequanda. E poi, il freezer…
Lo spettacolo si snoda lungo due binari che si incontrano unicamente allo scambio di prospettive; il palco diventa schermo attraverso la memoria dei corpi e viceversa. Sul palco le storie emotive ed emozionali dei sei sopravvissuti alla valanga che sommerge lo chalet Trequanda si raccontano attraverso la gestualità degli artisti. Quasi fossero veicoli piuttosto che individui, i sei protagonisti incarnano altrettante risposte alla distruzione della natura da parte dell’uomo: indifferenza, allegria, perfezionismo, superbia, scrutamento e curiosità. Ogni attore uno stato d’animo, ogni gesto una sfumatura di significato, ogni variazione una metamorfosi interiore. Sullo schermo il prima, il presente e il poi della narrazione. Girati tra Sarentino e Renon, i video proiettati nel corso di Trequanda non spiegano, ma localizzano; non stabiliscono un rapporto analogico tra la storia e l’Alto Adige, ma enfatizzano il debito anagogico ancora non saldato dall’uomo nei confronti della natura. La sublimazione del mondo non artificiale passa attraverso uno schermo, in un sottile gioco di contrasti e di spessori di significato. In tutto questo, vicino, in mezzo, intorno e a ridosso dei corpi in movimento si trova un freezer perfettamente funzionante scampato miracolosamente alla valanga. Al suo interno un relitto dell’ecosistema ormai distrutto, emblema di un tempo che fu, ultima speranza di nutrimento un tempo avvallata e ora essenziale: una verza.
Nel rispetto dell’approccio creativo della coreografa Veronika Riz, Trequanda si sviluppa come una performance di arte contemporanea piuttosto che come uno spettacolo teatrale. I contenuti sono sparpagliati lungo l’asse narrativo, ma mai spiegati del tutto. Il linguaggio del corpo parla più loquacemente delle parole. La musica si piega alle flessioni dei muscoli tesi. I testi sono intenzioni. Al posto di uno scenografo troviamo un artista che produce installazioni, Alberto Scodro. Invece che un costumista troviamo una designer di moda, Dagmar Gruber. Seguono un video artist, Giacomo Corvaia, uno storyteller, Marco Gnaccolini e sei performance artists, Telmo Branco, Yen Lee, Jan Lorys, Marcin Motyl, Anne-Lene Nöldner e Katja-Maria Taavitsainen. Le musiche sono affidate al compositore Johannes Maria Staud ed eseguite dall’orchestra Haydn di Bolzano diretta da Leonhard Garms.
Trequanda si terrà presso l’Ex-Masten in via Altmann 16 a Bolzano. La prima avrà luogo il 27 ottobre alle ore 20 e seguiranno altri due appuntamenti il 28 e il 29 alla stessa ora. I biglietti sono acquistabili alla cassa del Teatro Comunale di Bolzano oppure online su www.ticket.bz.it.
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