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August 31, 2018

Una storia da leggere nel legno:
Adolf Vallazza a Cles

Francesca Fattinger

Si arriva nel piccolo centro di Cles e gli occhi sono incuriositi da una rinnovata veste del Palazzo Assessorile, un luogo che di per sé è carico di livelli storico-artistici ma che per questi mesi si è trasformato in relazione alle opere del grande maestro del legno Adolf Vallazza (fino al 23 settembre 2019). È una storia nella storia, un racconto da leggere tra le crepe del legno, nei suoi chiaro-scuri e nei suoi volumi, la mostra curata da Gabriele Lorenzoni e allestita dallo studio Campomarzio.

_MG_2004Il percorso in mostra ci guida alla scoperta di vari aspetti della sua pratica scultorea attraverso la presentazione di quasi cento opere, tra Totem, Troni e sculture più figurative e tradizionali. Si ha inoltre l’occasione di vedere anche un buon numero di progetti grafici, schizzi che lo hanno da sempre accompagnato dalla progettualità alla realizzazione, ma che sono di per sé opere d’arte da scoprire e da comprendere in relazione ai più famosi lavori scultorei. È da questi disegni, ad acquerello e a pastello, che l’idea astratta passa dalla mente dell’artista alle sue mani e si fa viva, accenna i volumi e le intersezioni che prenderanno poi forma nel legno. Pur non abbandonando mai la figurazione è la geometria e le sue intersezioni, sotto l’influenza dell’impressionismo prima e dell’espressionismo poi, ad attirare fin dagli inizi l’attenzione del maestro. Per questo crea molto spesso giochi di simmetrie e di incastri tra i diversi legni e tra le superfici stesse, levigate o lasciate grezze, un’alternanza tattile e visiva a creare un’unità completa.

_MG_1974Lo sguardo è rapito dagli intrecci che si creano tra sculture ed edificio, tra gli affreschi di Marcello Fogolino e le caratteristiche del palazzo, ma ancora di più dalle voci che le sculture stesse emanano, alcune sussurrate altre più alte e incisive. Chi lo sa se è il legno a parlare o l’artista che si esprime attraverso le sue superfici e le sue porosità. Forse si tratta invece di una simbiosi, un’unione tra le necessità espressive dell’artista e la natura dei tronchi che attraverso il suo tocco trovano la loro voce. Perché come spiega Adolf Vallazza in una delle interviste che accompagnano il visitatore su ognuno dei quattro piani della mostra “anche le stonature sono giuste”, il legno e le sue imperfezioni non sono soffocate, eliminate, sradicate, ma invece diventano il centro attorno a cui prende il via il suo progetto.

_MG_2013Il maestro gardenese, infatti, come ci racconta lui stesso, fin dalla fine degli anni ’60 ha utilizzato legname di recupero, andando a recuperare materiali scartati durante lavori in vecchi fienili o case contadine: è di occasione di rinascita che si tratta, tentativo di non far morire la tradizione e di mettere in pratica la semplicità dell’artigianato elevandolo ad arte. Una scelta dettata da un grande coraggio e da una grande coerenza, con il costante sostegno della moglie, che lo ha reso il maestro che è oggi.

 

Foto: Francesca Fattinger 

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There are 2 comments for this article.
  • Katja · 

    Adoro le mostre all’interno di antichi edifici, dove le opere d’arte si fondono con la struttura circostante! Vedendo le tue foto, carine le opere esposte ma soprattutto molto bella l’idea del recupero del legno per creare le opere: dal vecchio ecco che rinasce qualcosa di nuovo!

    Fino a quando sarà possibile visitare la mostra? Magari riesco a farci un salto!