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November 29, 2013
Christmas in November: David Duzzi, “multicraftsman”
Sofia Falaschi
Ciao David, come è nata la passione per l´arte e come e´stata coltivata?
Il mio primo interesse era per il mondo del mobile, del disegno e del design. Ho iniziato a studiare grafica al Liceo, per poi trasferirmi a Firenze e frequentare l´accademia di belle arti, in particolare ho studiato scenografia. Ma una palestra per me importante è stato il lavoro nel mio laboratorio dove ho potuto e posso ancora sperimentare in libertà. E ancor prima fondamentale e´stata la pratica fatta nella Falegnameria di mio zio a Renon, li´ho appreso la lavorazione del legno. Ho il mio background di studi ma tante cose sono arrivate per necessità o per curiosità..saldare, murare.. perfino il giardinaggio!
Da come ti racconti la tua attività artistica è un´esperienza senza tregua su vari materiali, ma avrai un materiale preferito?
E’ come chiedere chi preferisci dei tuoi figli… in realtà non ce ne sono. Ho piu´affinità con il legno e con il metallo, ma il motore di tutto è la curiosità, la voglia di sperimentare… scopro materiali nuovi e sono felice come un bambino, e in quel momento il nuovo materiale e´il mio preferito!
Il tema del riciclo sembra essere una trama importante della tua opera, dare una funzionalita´nuova ad oggetti che apparentemente non ne hanno più. Dove trai ispirazione?
Ho iniziato a “riciclare” con un gruppo di lavoro per uno stand della fiera del recupero a Rimini. Avevamo a disposizione una montagna di “rifiuti”, spazzatura che proveniva dalla gente normale, delle fabbriche, anche da aziende famose . C´era la necessità di creare qualcosa da tutto quel materiale rifiutato. Da li´ ho scoperto che una cosa nasce guardandola, ogni pezzo ha la sua forma in sé, e tu puoi trasformarla facilmente. L´ispirazione nasce dallo sguardo rivolto a quell´oggetto , e´uno sguardo che integro con i bisogni della gente, dei miei clienti: vogliono un oggetto in particolare… un attaccapanni, un cavallo a dondolo e ci studio sopra. E spesso l´idea arriva di notte.
Anche se devo dire che per quanto riguarda il recupero dei materiali sono diventato negli anni molto selettivo e non mi accontento più dì qualsiasi cosa; mi scelgo bene le cose e i materiali che voglio riutilizzare. Forse non si dovrebbe fare ma è un modus operandi che in questo momento mi è più congeniale.
La cultura altoatesina che influenza ha avuto nella tua crescita artistica e nella tua opera attuale? Ti riconosci nella definizione di designer altoatesino?
Abito in Alto Adige e naturalmente il territorio ha la sua influenza su di me. Ma non troppo, non voglio fissarmi sul territorio. Vivo bene dove sono ma non so mai dove mi porta l´arte e sento di tanto in tanto la voglia di uscire: la grande città, il mare, dovunque per respirare aria nuova.
Ho abitato dodici anni fuori regione, ho fatto viaggi per poter volgere lo sguardo altrove, e lo stesso navigare in internet attualmente è per me una fonte esterna di ispirazione.
No, ti devo correggere, non mi sento un designer, ma forse un “specie di designer” un artigiano che costruisce oggetti che sono prototipi, non ho mai fatto una produzione di massa. Un amico dice che sono un Multicraftsman, faccio e mi dedico a tante cose: scenografo, designer, fotografo, giardiniere, scultore..
A proposito, gran parte della tua attività è rivolta proprio alla realizzazioni di installazioni, stand, allestimenti, è una giusta impressione?
Si è proprio così, sono le attività alla quale ho dedicato la maggior parte dei miei studi a Firenze, quindi una delle mie grandi passioni.
E attualmente come scenografo, sei molto assorbito dal mondo del cinema, proprio a Bolzano..
Si, Roberto Faenza sta girando il suo ultimo film proprio in Alto Adige, due mesi e mezzo di lavoro belli e intensi – attrezzista, scenografia di preparazione, costruisco mobili oggetti che servono sul set, il ritmo è davvero frenetico.
Tornando al ruolo di designer o meglio di artigiano, realizzi molte cose per i bambini! Ci sono dei criteri particolari per creare oggetti per i piu´piccoli?
Parto da presupposti essenziali: deve essere un oggetto sicuro e affidabile, che permetta al bambino di crescere bene o di divertirsi senza pericolo se e´un giocattolo. Non costruisco mai armi ai bambini, voglio che i miei giocattoli parlino di pace e non di guerra, mio nipote che e´una costante fonte di ispirazione mi aveva chiesto una spada, ho fatto di tutto perche´cambiasse idea. Gli oggetti dei bambini devono inserirsi nella famiglia senza essere un ostacolo, o peggio un oggetto pesante e ingombrante. Ho provato anche ad utilizzare materiali di recupero, facendo sempre attenzione che non ci sia alcun materiale nocivo, come vernici tossiche ad esempio.
Sto ampliando e migliorando lo spazio dove creo, il mio laboratorio. Un obiettivo importante è far conoscere il mio lavoro a livello internazionale, in Inghilterra ad esempio. E poi molto presto sarò coinvolto nuovamente in un lavoro al cinema, stavolta una produzione tedesca. E poi… non so cos´altro mi porterà il mio lavoro.
Dove sono i limiti per David Duzzi?
I limiti li scopro quotidianamente, con i materiali con i quali non sempre si puo´fare tutto. Ma il bello è trovare sempre una strada alternativa. Che diventa arte, realtà, creazione.
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