Music

June 5, 2013

MuseRuole, radio protagonista della sperimentazione contemporanea

Marco Bassetti
MuseRuole 2013 torna a stimolare riflessioni intorno alla ricerca musicale contemporanea. Oggi la presentazione del nuovo progetto a Museion Passage.

Torna, un po’ a sorpresa, MuseRuole, festival dedicato alla musica di ricerca che vede musiciste e performer contemporanee come protagoniste. Dico “a sorpresa” perché il festival prevede, nell’idea originaria, una cadenza biennale. E invece, dopo il successo dell’anno scorso (la sala del Museion strapiena di persone, per un programma tutt’altro che pop), ecco di nuovo MuseRuole a far parlare si sé, presentandosi all’attenzione della città con tutta la sua carica di novità e sperimentazione: appuntamento oggi, 5 maggio, dalle 17 alle 21 a Museion Passage, per capire meglio di cosa si tratta e ascoltare i 4 lavori commissionati… Quella di quest’anno è, infatti, un’edizione un po’ speciale, anzi una Radio Edition, essendo proprio la radio il centro della riflessione e della ricerca: un medium con più di un secolo si storia (la prima trasmissione è datata 1893) ma un medium ancora giovanissimo. “Tra i medium antichi quello che ha saputo rinnovarsi di più, sempre pronto a nuove esplorazioni e avventure”. Ne abbiamo parlato con Valeria Merlini, ideatrice e curatrice della rassegna.

Come si differenzia quest’anno dalla scorsa edizione?

L’edizione di quest’anno, non presenterà concerti dal vivo come l’anno scorso, ma sarà una edizione dedicata alla radio intesa come luogo per la ricerca musicale e come medium in trasformazione dal punto di vista tecnico, nelle modalità di diffusione e di fruizione.

Come nasce l’idea di Radio Edition?

Radio Edition nasce come progetto commissionato da Patrizia Trincanato, Assessore alla Cultura del Comune di Bolzano. Mi era stato espresso il suo desiderio di voler dare continuità alla bella esperienza iniziata l’anno scorso in previsione della prossima edizione del Festival “Museruole – women in experimental music “ nel 2014. Originariamente il festival era nato come evento biennale. A seguito di questa richiesta per me è stato immediato pensare alla radio. La mia formazione musicale proviene in buona parte da un contesto radiofonico: dal ruolo di ascoltatrice a quello di conduttrice radiofonica (Radio Tandem – Bolzano, Nova Radio – Firenze, Staalplaat Radio – Amsterdam e streaming). Osservando come questo medium stia cambiando ho ritenuto opportuno creare l’occasione per stimolare una riflessione in merito.

Come è cambiata la radio?

La radio resta ancora oggi uno strumento importantissimo, essendo uno dei mezzi di comunicazione più potenti e a basso costo, accessibile a tutti e in tutto il mondo. Tra i primi dei media moderni che hanno segnato il secolo scorso, è anche uno di quelli che è stato più capace di modificarsi e reinventarsi e di arrivare ai tempi nostri in piena evoluzione nella sua forma, continuando a ridefinirsi a contatto con i nuovi contesti e le nuove tecnologie.

Da qui parte la tua idea di documentare l’evoluzione della radio oggi…

Sì, da qui l’idea di mostrare alcuni di questi aspetti, attraverso quattro lavori commissionati (due composizioni e due radio documentari) ad artiste attive nel contesto radiofonico: Felicity Ford (UK), Heidrun Schramm (DE), Stini Arn (CH) e Diana McCarty (US/DE). Il progetto verrà inoltre diffuso su scala internazionale attraverso l’uso di nuovi media come la piattaforma web Soundcloud che accoglierà tutti i contributi audio, da quelli citati a tutti i meravigliosi contributi sonori al bando On The Air. Userò anche network internazionali per diffondere questo progetto in circuiti radiofonici. L’idea è dare l’opportunità ai programmi radio interessati di estendere e di reinterpretare “MuseRuole – Radio Edition”, attingendo dal materiale sonoro raccolto nell’archivio virtuale. È implicito che tutto ciò sarà anche occasione per mostrare i preziosi contributi audio delle artiste che hanno partecipato e di dare loro maggiore visibilità.

Felicity Ford

Interessante questa sinergia tra radio e nuovi media. Quindi la radio non è destinata a scomparire in seguito alla diffusione, sempre più capillare, dei new media?

La radio è sempre stata un luogo dedicato alla ricerca e alla sperimentazione, oltre che essere un medium per diffondere informazioni. Basti pensare alla radio come laboratorio per sviluppare ricerche tecniche e ricerche musicali negli anni ’50. Non ritengo che i nuovi media siano una alternativa alla radio, ma che siano  strumenti che integrino e facilitino il fare radio. Media e software open source, come pure applicazioni per smartphone, consentono di creare in breve tempo una stazione radio; piattaforme web pensate e costruite per accogliere programmi radiofonici, come per esempio Mixcloud, diventano archivi di diversi modi di concepire e fare radio; network di radio (come Radia fm) consentono e facilitano la condivisione e la diffusione di saperi e di progetti… I nuovi media semplificano la condivisione istantanea di informazioni e di idee, dal locale al globale,  dall’esperienza individuale all’esperienza collettiva.

Ma quali sono i vantaggi della radio rispetto ai mezzi di comunicazione che oggi vanno per la maggiore?

Cito solo un esempio. In paesi dove per vari motivi non è possibile comunicare attraverso il telefono cellulare la radio supplisce questa mancanza, mettendo le persone in condizione di contattarsi attraverso trasmissioni fm, come è accaduto recentemente in Somalia. Ma, appunto, in genere non credo che la contrapposizione radio vs. new media porti ad analisi particolarmente interessanti. Credo piuttosto che, tra i “vecchi media”, la radio sia uno di quelli che, proprio grazie al contatto, scambio e ibridazione coi “nuovi”, ne esca fuori meglio: rinvigorito, potenziato e, immagino, pronto a nuove esplorazioni e avventure.

Esplorazioni e avventure anche nel campo della ricerca artistica contemporanea…

Se è vero che la radio è il regno della più becera bubblegum music, come si diceva una volta, è anche vero che storicamente è stato un luogo dedicato alla ricerca e alla sperimentazione, della tecnica e delle espressioni, e lo è tuttora. Lo Studio di Fonologia musicale di Milano fondato da Bruno Maderna e Luciano Berio era uno studio RAI, non ce lo scordiamo! Per questa edizione di Muse Ruole, Felicity Ford fa un ritratto storico del BBC Radiophonic Workshop e delle figure femminili che ci hanno lavorato, producendo pioneristici lavori di musica elettronica, e per quanto riguarda la contemporaneità Diana McCarty racconta dell’esperienza della radio d’arte berlinese reebot.fm e del network di radio non commerciali Radia. Ma basta ricercare in internet una lista di radio online, di podcast “sperimentali”, “non commerciali” o “d’arte”, per rendersi conto di quante realtà esistano e come siano immediatamente raggiungibili e consultabili. E questo segna una grande differenza rispetto al passato.

museruole.tumblr.com

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