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June 25, 2012
Silent Souls: un atipico road movie
Andrea Beggio
Miron, dirigente in una cartiera, chiede all’amico e dipendente Aist di aiutarlo a congedarsi dalla moglie, appena morta, secondo la tradizione del popolo Merja.
Un atipico road movie, una vecchia macchina russa, due vecchi amici, una donna morta nel bagagliaio e 2 uccellini in una gabbia.
Aleskei Fedorchenko ci conduce in un viaggio all’interno delle tradizioni di un antico popolo e durante il quale ci si interroga sul sulla vita, la morte e il senso stesso della vita.
A dispetto della bellissima fotografia di Mikhail Krichman e le raffinatissime musiche di Andrei Karasyov, la storia non riserva alcuna sorpresa, conducendo lo spettatore verso una fine fin troppo prevedeibile.
Punto debole dello snodo narrativo, forse perchè la storia riguarda un’antica e tradizionalista etnia emersa dalle macerie della vecchia Unione Sovietica, è l’assoluta assenza della figura femminile (circostanza confermata dall’amica con la quale ho visto il film) e che, in questo caso si scopre essere l’oggetto del desiderio di entrambi gli amici.
Una retorica sull’amore vista dagli occhi del maschio dominante, un patologico ripiegamento nei ricordi ci conducono verso l’agoniato epilogo senza che tutti questi ingredienti abbiano fatto il minimo effetto sullo spettatore.
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