HomeGrown Reviews: The Wolf of Wall Street

Titolo originale: The Wolf of Wall Street

Regia: Martin Scorsese

Di cosa parla: Jordan Belfort, giunto a Wall Street per fare il broker, non fa in tempo a sniffare la prima striscia di coca dal sedere di una spogliarellista che si ritrova disoccupato a causa del famoso venerdì nero di Wall Street. Il sogno americano insegna che per avere successo bisogna rialzarsi e ricominciare. E così con il sorriso sulle labbra e la mente ben lubrificata da droghe di ogni genere costruisce un’attività basata sulla pura speculazione azionaria (termine che si può sintetizzare con: truffa)

Cosa spacca: Ciò che renderà godibile questo interminabile ma precario equilibrismo narrativo è la seguente formula: sesso, droga e violenza (a metà strada fra un Tarantino e Una notte da Leoni). Ma forse all’interno di quest’estetica da gangster movie possiamo scorgere una sottile critica nei confronti del mondo della finanza (francamente un po’ pochino per una produzione di questo calibro).

Escludendo le (forse) leggittime aspettative frustrate la vicenda è senz’altro raccontata in modo dinamico e divertente. Sono molte le scene in cui si ride, e questo spiega che, nonostante la durata, non si prova quella pericolosa sensazione di noia.

Cosa fa schifo: Trovo deludente, in piena recessione economica, che una produzione miliardaria che ha come tema l’odioso mondo della finanza, pur basandosi su una storia vera, non riesca a far trapelare nulla. Cosmopolis di Cronenberg pur constretto in una sceneggiatura derivante da un testo letterario trasmette molto di più di questo scarso e ingombrante “financial pulp”.

In alcuni momenti sembra di assistere ad un film di propaganda anni ‘80, in cui la spettacolare tarantiniana crudezza non riesce a decontestualizzare i dialoghi ma, al contrario, rende il nostro Jordan Belfort (Di Caprio) e i suoi miserabili soci, dei simpatici mattacchioni.

Menzione speciale: La miseria della finanza spazzatura, si sposa con questo mancato bel film.

Consigliato a chi… non si aspetta altro che intrattenimento.