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April 2, 2012
La sottile linea rosa: Franzmagazine goes porn
quitthedoner
Quando quel fighetto di Alessando Magno chiese al vecchio Diogene di scegliere una cosa qualsiasi perché gliel’avrebbe concessa lui gli disse di levarsi un po’ dalle palle che copriva il sole. Non c’era niente che quel figlio di papà macedone potesse fare per il filosofo, perché grazie alla sua cultura aveva capito che piuttosto che spingersi con il proprio esercito e un cavallo con un nome del cazzo come “Bucefalo” fino alla remota India era meglio stare al sole sulle spiagge del Peloponneso a leggere Adelphi e bere mohitj , o come si chiamavano in greco antico “Suflaki”. Questa piccola storia insegna due cose la prima: non lasciare mai che sia lo schiavo persiano eunuco che ti sbatti a scegliere il nome del tuo cavallo, specie se ha appena finito di guardarsi una puntata di sex and the city e secondo: la cultura è importante.
E’ importante perché se sai articolare un pensiero gli altri non potranno farti fare quello che non vuoi, ma anzi sarai tu ad essere in grado di manipolarli e quando poi deciderai di non farlo potrai compiacerti con te stesso della tua bontà e della tua diversità antropologica da gente come Giuliano Ferrara, il che è un bel vantaggio, specie quando litighi con il tuo dietista. E’ importante perché t’impedisce di fare le rate per comprare una macchina più lussuosa di quella che ti serve realmente per poi ritrovarti a fare più ore di quel lavoro che odi per pagarle, è importante perché se sei davanti ad un tramonto potrai dire qualcosa di più che “è bello” o “è rosso” o “non assomiglia per niente ad un autoarticolato”, è importante perché la prossima volta che entrerai in un negozio di elettronica non avrai un’erezione per il cellulare più nuovo o per la smart card che ti fa vedere la semifinale di champions, e la riserverai per quella ragazza che oltre ad essere quella bomba sexy che sta prona in tanga sul letto di casa tua, un’ora prima a teatro ha riso all’unisono con te proprio a quella battuta che ti era piaciuta tanto e che non è arrivata a tutti ma a lei si, in una singola significativa sinapsi in grado di aprire uno squarcio sui territori mentali che condividete, un minuscolo frangente che ti dà la sensazione di essere un po’ meno solo in un mondo di gente che guarda chi “vuol essere milionario” come se non fosse un programma comico. Tutto questo non lo comprerete in saldo a metà gennaio né ve lo prescriverà il vostro analista né sarà contenuto in quel piccolo aumento in busta paga che avete agognato per 5 anni, come se fosse veramente una cosa che avrebbe cambiato la vostra vita. Aiuta certo, non potrà mai cambiarvela come può fare il giusto libro da 8 euro.
L’Alto Adige per quanto sia un posto in cui fino a qualche decennio fa la popolazione era divisa in contadini tedeschi e operai italiani, bravissima gente ma che non aveva avuto una grande possibilità d’istruirsi, vive negli ultimi anni una felice crescita culturale. Dio mi scampi e liberi dall’analizzare tutto questo fermento, ma credo che una cosa si possa dire: Franz Magazine in questo contesto può fare solo del bene.
Dà uno spazio a tutti, ma proprio a tutti, e a dimostrazione sta il fatto che la più importante svolta nella storia di questo sito, ve la sto spiegando io. Più smaccatamente simbolico di così c’è solo la torre di 800 metri che stanno costruendo a Dubai.
Beh cari lettori: Franzmagazine non ha più un soldo i suoi redattori provano da mesi a fare la spesa pagando in buone intenzioni e in distici concatenati ma quei gretti monopolisti dei commercianti bolzanini a quanto pare vogliono proprio degli euro.
E’ comprensibile anche la banca vuole la rata del muto in euro, Equitalia pure. Meno comprensibile è il perché il lavoro culturale in questo paese sia il lavoro peggio pagato sul mercato. Sappiate una cosa milionari che parcheggiate le vostre Ferrari in ordine cromatico, la mancanza di retribuzioni oneste per il lavoro intellettuale genera mediocrità, esattamente come fanno le università troppo facili, gli stage, i tirocini, la precarietà. I mezzi con cui una classe dirigente politica e imprenditoriale cieca sta distruggendo il futuro intellettuale del proprio paese e in ultima analisi se stessa.
Franz è in rosso, e nell’attesa che qualche imprenditore altoatesino si ricordi che Lorenzo de Medici viene ricordato in tutto il mondo come un mecenate e non come un usuraio che finanziò eserciti né tantomeno partiti etnici, alla redazione è venuta un’idea.
FRANZ DI NOTTE DIVENTERÀ UN SITO PORNO
Un’idea talmente geniale che avrai potuto averla io.
Ecco magari io avrei tolto quelle fregnacce culturali da tenere on line di giorno, ma per il resto mi sembra una genialata. Ogni giorno dalle 2 alle 6 tette e culi, cazzi e vagine, in tutte le combinazioni possibili
“Uh-ma-il porno-non- centra-niente-con-la-cultura”
Ah! Mi sembra già di sentirli questi tromboni lanciare strali puritani come se fossero in una versione hi-tec dell’inghilterra Elisabettiana! D’altro canto è anche vero “cultura” è una parola che vuol dire tutto e niente, perché è prima di tutto un atteggiamento nei confronti della vita, un’apertura mentale allo studio delle cose, l’attitudine a cogliere i nessi per poi metterli in discussione, creare concatenazioni di concetti e metterli in rete, deformarli, cambiare punto di vista, muoversi con cognizione di causa fra la costellazioni delle idee, non rifiutare quell’umano troppo umano che c’è in noi, amare i nostri limiti come le nostre qualità, assaporare l’ignoto, accarezzare l’errore e coltivare la propria crescita mentre si accetta la propria animalità, la propria corporalità. Adesso la smetto di elencare cose a caso altrimenti sembro la presentazione di un museo di arte contemporanea.
Cherofonte un tempo chiese all’Oracolo di Delfi “Chi è il più sapiente degli uomini?”
La tizia rispose “L’ateniese Socrate perché quando non s’inchiappetta i bambini sa di non sapere”
Cherofonte che era solito sniffare colla ricavata da zampe di gallina dell’isola di Eubea non ebbe la prontezza di riflessi di replicare
“Ma quindi tu che sai una cosa con cosi tanta sicurezza in realtà non sai un cazzo”
Il che fu un ottima cosa perché a Delfi avevano dei buttafuori grossi come boscaioli norvegesi. E infatti soffrivano un sacco il caldo.
Questa storia ci serve a capire che anche dal porno si può imparare qualcosa. Ma c’è di più la sessualità spinta ha sempre accompagnato gli uomini di cultura, fior fior di libri dall’età classica ad oggi ce lo stanno a ricordare. L’uomo più è colto più diventa sessualmente perverso, io farei uscire mia figlia con uno stupratore seriale piuttosto che con un ordinario di semiotica. Almeno lui la richiamerebbe per dirle dove ha lasciato la mano che le ha tagliato. Il massimo che un professore universitario può fare per te dopo averti costretto a chiamarlo “indomabile muflone esistenzialista” durante il sesso anale è darti trenta su un esame che nella migliore delle ipotesi ti aprirà le porte di un call center. Non vale la pena.
Il porno è il vero filo conduttore di tutta la grande cultura che l’uomo abbia mai prodotto, nel Satrycon di Petronio c’è un vecchietto che s’ingroppa una giovinetta mentre se lo fa appoggiare da un ragazzo in una sorta di prototipo pre-marketing dell’uomo sandwich, Marziale se la prende con un amico un po’ troppo in fissa per il culo, Giovenale era una specie di inviato di Anno Zero nei postriboli della Roma imperiale, secoli dopo nel Decameron di Boccaccio nella casa di campagna dove scappano alla peste i protagonisti non parlano certo dei risultati del grande fratello, nel 1500 Rabelais faceva raggiungere al grottesco vette sublimi parlando di cose che farebbero inorridire una porno star di Kinky.com, Leopardi non dedicava a Silvia solo le poesie come sapeva fin troppo bene il suo ortopedico, Freud si contendeva le pazienti con Jung e non certo per l’ultimo articolo di “ermeneutica oggi”, Heidegger mise a dura prova le giunture della scrivania del suo studio “educando” la diciottenne Hanna Arendt, Wittgenstein si divertiva a picchiare i bambini della scuola elementare dove insegnava. Che non centra un cazzo. Mai che centri qualcosa Wittgenstein.
Per questo quello che compie Franzmagazine affamato è un gesto estremamente culturale, in certo senso rintraccia il sottile filo rosa che attraversa tutta la storia della cultura, dalle commedie di Aristofane alle truffe legalizzate degli scultori minimalisti americani e lo porta alla luce.
In soldoni amici: Franz stava per rimetterci il culo, quindi tanto valeva darlo.
Ma non come farebbero altri a potenti e politici ma a tutti, in un modo liberatorio, gioioso e soprattutto a un prezzo accessibile. Nella redazione Di Franzmagazine hanno cosi tanta fiducia che questa svolta hard notturna farà affluire enormi quantità di denaro che hanno comprato la vecchia macchinetta contasoldi di Durnwalder. Avevano adocchiato su ebay anche quella di Obama ma aveva una capacità massima di 23mila euro mentre quella del Durni arrivava a 25.620. Se fai le cose falle in grande, giusto?
Il Porno su Franz Magazine è un’idea che aprirà un nuovo mondo per tutti gli operatori culturali altoatesini. Immaginatevi la classica conferenza stampa alle dieci di mattina, il relatore sta cercando di spiegare come sia assai evidentissimo che il tardo Hemingway fu un inno alla convivenza fra italiani e tedeschi in Alto Adige quando gli sguardi assonati di due o tre fra i presenti s’incontrano. Riconoscono inequivocabili le stigmate facciali dell’utente di Franz Magazine night version. Cosa fare? Salutarsi con entusiastiche pacche sulle spalle accennando alla fenomenale “cosa a tre” girata in un fienile di Soprabolzano che capeggia nella home di Franz dalle 2 alle 6 del mattino? O fare finta di nulla e fingere di soffrire di un terribile insonnia?
“Le sto provando tutte, ma proprio non mi passa, non riesco a dormire”
L’altro tizio con le mani callose “Non dirlo a me! Hai provato con il tavor?”
“Si! Ma non funziona! Non Funziona cristo!”
Insomma uno psicodramma.
All’inizio per forza di cose il sito avrà online solo porno non genuinamente altoatesino, ma nella terra d’Europa che più fieramente crede nell’autarchia l’obbiettivo sarà produrre il prima possibile anche dell’ottimo e fragrante porno locale. La redazione è un fermento di idee: si parla di chiedere un finanziamento alla Bls per portare Rocco Siffredi in provincia, già pronto un soggetto intitolato “Rocco contro i Pretzel” un concept con sottili echi Buñelleschi, stanno anche pensando di chiedere l’utilizzo del marchio ombrello di Sudtirol marketing, ma pare che la Svp non sia d’accordo su porno misti. Staremo a vedere fin dove arriverà la forza dell’amore.
Certo che un utilizzo diffuso del portale farebbe impennare la qualità della vita in città, immaginate prendere una multa perché andate contromano in bicicletta. Ordinaria amministrazione a Bolzano. Ora immaginate di aver visto la notte prima la vigilessa che vi strappa il verbale impegnata in un anal con un bruto di 2 metri. Non vi sentite già meglio?
Ora immaginate che appena dopo aver finito di scrivere il vostro nome e cognome sotto “Bezahlen 37 euro” si sfiori (Forse!) un labbro con la penna. Nessun testimone potrà dire che c’era della malizia in quel gesto, e lei ha già ripreso l’espressione arcigna di chi salva la civiltà impedendo ai conduttori velocipedi di insinuare l’entropia nell’ordine
Ma voi avete visto.
E sapete.
E allora correrete a casa e vi autosequestrete fino a quando dura la vostra scorta di scottex.
Tutto questo grazie a Franzmagazine Porno edition.
Insomma se non ci sono soldi per la cultura se le istituzioni non scuciono, i privati preferiscono riempire le ciotole dei loro alani con bottiglie di Sassicaia da 200 euro, beh una soluzione c’è, e l’hanno trovata a Franzmagazine.
Lunga a Vita a Loro!
Quanto a me mi trovate come al solito su www.quitthedoner.com
E che Priapo sia con voi!
http://soundcloud.com/quitthedoner/perch-franz-magazine-la-notte
fotografia di Dido Fontana
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