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March 21, 2012
Serve dare grande fiducia al progetto kunStart
Aaron Ceolan
L’atmosfera è gioiosa, la gente tra uno stand e l’altro sembra entusiasta, l’ambiente è assolutamente positivo e si respira aria di speranza ammirando tele dipinte, sculture di vari materiali e fotografie protette dietro a vetri nei quali si specchiano i sorrisi dei curiosi visitatori. Queste le prime sensazioni percepite durante il weekend appena trascorso, entrando a KunStart 12. La fiera dell’arte contemporanea emergente si è messa d’impegno per presentarsi dal suo lato migliore, quello fastoso e glamour del mondo colorato dell’arte dei giorni nostri. “Arte emergente”, questa la caratteristica principale, e assoluta novità, della rassegna di Bolzano appena conclusasi. Presentando opere di artisti volenterosi di affermarsi a un livello alto in questo mondo tanto bizzarro quanto sofisticato, le cui quotazioni non superassero i 5.000 Euro, l’idea di Nina Stricker, responsabile del progetto KunStart 12, mirava ad avvicinare al contemporaneo anche coloro che non fossero esplicitamente del settore. L’intento, a mio avviso pienamente raggiunto, era quello di creare un circuito di arte “affordable”, dunque, pezzi artistici dai prezzi accessibili.
Si percepiva all’interno del padiglione fieristico, molta voglia di fare, voglia di partecipare a questo progetto, che in sostanza è quella di farsi amare da un settore, quello legato all’economia dell’arte contemporanea, che nel resto d’Europa e del mondo tende ad espandersi sempre di più, ma che in Alto Adige fatica a decollare, o meglio non trova il consenso delle ampie masse. Erano presenti a KunStart 12, oltre settanta gallerie da ben dieci paesi differenti, dalla Spagna alla Germania, dalla Francia alla Corea del Sud. Aggirandosi tra gli stand però, l’iniziale euforia, come succede nella maggior parte delle fiere di arte contemporanea, tendeva a svanire. Colpa delle troppe opere che rischiavano di ammucchiarsi sui pannelli espositivi, e dei corridoi, in certe situazioni talmente stretti che in tre non ci si passava. Detto questo, bisogna riconoscere che il trend riguardante il livello qualitativo è senz’altro in crescita. La sensazione però è che, come affermano anche alcuni galleristi, la strada è ancora lunga, e tutt’altro che in discesa. Nonostante i buoni propositi della Stricker e degli addetti ai lavori, di voler avvicinare come detto, tale arte a più strati di società possibili, bisogna sicuramente ammettere che una fiera d’arte, è innanzitutto un evento commerciale. Lo scopo della partecipazione da parte di una galleria d’arte a una fiera, è esclusivamente quello di vendere le proprie opere. E in questo senso, i commenti dei vari galleristi, sia di quelli locali, che di coloro provenienti da fuori regione, era unanime: “KunStart è sì una fiera alternativa molto ben organizzata, ma purtroppo non si vende”. Senz’altro le ragioni di una tale conclusione, sono variegate. Probabilmente KunStart fa fatica ad attirare la giusta clientela. Se prima mi riferivo a un’atmosfera entusiasta e a un ambiente vitale e gioioso, questo era dato prevalentemente da persone giovani in cerca di emozioni, o dagli stessi artisti emergenti, intenti a promuovere le loro creazioni. Queste categorie ahimè, non rientrano in quella, verso la quale dovrebbe puntare una fiera per potersi dire completa, e cioè a gente che viene con l’intento di fare dei buoni investimenti e quindi di spendere denaro. Le colpe vanno senza dubbio però anche cercate in quella che è la materia prima, le opere esposte. La qualità, rispetto alle edizioni precedenti, si è a mio modesto avviso sensibilmente alzata, ma ho notato una qualche differenza tra le esposizioni di gallerie nostrane e opere di gallerie estere, a favore, e ci tengo a precisarlo, delle presenze regionali. Con l’eccezione di qualche galleria tedesca e un paio di realtà del resto d’Italia, le proposte migliori sono giunte da chi “giocava in casa”. Mi riferisco ad esempio ai lavori esposti dal sodalizio gardenese Unika, a quelli della Galleria Goethe di Bolzano, o alle interessanti proposte trentine della Galleria d’Arte Il Cenacolo o alla squadra di giovani promettenti esposti da Arte Boccanera. Queste gallerie hanno offerto idee che, a differenza delle proposte restanti, erano qualitativamente superiori, trainate da una reale e sincera voglia di affermarsi in quel circolo, nel quale raggiungere un livello alto non dico sia impossibile, ma senz’altro è molto difficile.
Va sicuramente sottolineato, che KunStart, è una fiera d’arte dal profilo innovativo, ed è bene che sia così. Quello che maggiormente colpisce galleristi e visitatori, è senz’altro il grande apparato organizzativo che sta dietro a questa kermesse. L’importante programma di eventi, incontri e conferenze, ha giocato assolutamente a favore di una rassegna che non può che crescere d’importanza nel corso di un futuro prossimo. Bolzano è una città che può e deve permettersi di trattare arte contemporanea 365 giorni all’anno, perché “L’arte è” – come ha affermato il critico Filiberto Menna – “il territorio pulsante attraverso il quale edificare, con grande fiducia, le linee estetiche della cultura contemporanea.”
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