Music

December 15, 2011

Rio Padice: The return of the Luchador, un EP da conservare con cura

Zero

Da oggi parte su Franz una nuova collaborazione con Zero, new music concept. I vari gruppi del “collettivo dei collettivi”, scriveranno sulle pagine virtuali di Franzmagazine recensioni di album di elettronica, in tutte le sue forme, così da ampliare sempre di più sul territorio la cultura musicale. Qui la prima review, a cura di Mef  & Second home che ci introduce al genere house e ai suoi protagonisti.
Felici di questa nuova partnership, ringraziamo Zero e auguriamo a tutti buona lettura, ma soprattutto buon ascolto! 

La redazione di Franzmagazine

Siamo nella prima metà degli anni ottanta, tra New York e Chicago, tra sequencer e drum machines. Parliamo di uno stile, quello nato da una costola del genere House, che fonda elementi di Garage e di Acid Jazz; convenzionalmente dal 1986 la musica deep house vive di vita propria, influisce sulla scena e detta le regole sul mercato discografico internazionale.

Il panorama italiano negli ultimi mesi ha visto nascere (e morire) artisti e produttori in gran quantità. Solo pochi di loro però hanno lasciato il segno in un movimento che non ha mai raggiunto livelli qualitativi eccellenti, naturalmente eccezion fatta per qualche nome; tra questi troviamo il napoletano Dario di Pace (classe 1983), in arte Rio Padice, conosciuto anche come Ragga Fonda e Horacio quando si unisce al più noto Massimo Di Lena. Dopo le prime apparizioni su Mosaiko il ragazzo esordisce nel 2008 sull’italiana Exprezoo, altra fucina di talenti italiani.
Successivamente il salto: su Metroline pubblica il più noto Road To Alberquerque, contenente un remix di Ray Okpara, e la doppia uscita Twin Peaks, sempre su Metroline. La svolta avviene con l’EP Don Dragone, il ritorno su Exprezoo: suonato e risuonato, può essere considerato come la consacrazione di Rio come produttore di successo.
Si distingue attraverso i suoi suoni deep, ruvidi, lenti, al punto da ottenere la possibilità di stampare un proprio EP sulla neonata Bass Culture, label di proprietà di D’Julz. La collaborazione dell’attivissimo Rio con la Metroline, il suo vero trampolino di lancio, continua con la pubblicazione di Grooveapocalypse, il cui suono caratteristico è diventato il vero e proprio marchio di fabbrica del partenopeo.

In un momento in cui la deep spadroneggia nel mercato musicale, si può tranquillamente affermare che Rio Padice rappresenta una tappa obbligatoria per chiunque voglia apprezzare tale genere e tutte le sue sfumature del mondo techno.
Arrivati al 2011, dopo Hudd Traxx, Claque, Morris / Audio e Tsuba, Dario sforna i suoi primi limited, The Luchador e The Return Of The Luchador, 350 copie ciascuno, numerate a mano.

Approfondendo quest’ultimo EP, sembra proprio che il produttore nostrano abbia trovato la sua linea: i suoni sono lenti, caldi, avvolgenti. Le macchine fanno da padrona l’intera uscita, rigorosamente solo in 12”, i synth sono quelli più appropriati per le situazioni “tranquille”, se così si può dire; sicuramente non un disco da mainstream.
L’atmosfera è appassionante, a volte evocativa: il basso sul lato B in Sider Sofa apre la strada a una traccia che forse osa qualcosa di più rispetto al lato A, decisamente più rilassato e dominato da beat più calmi, soprattutto in Forgotten Worlds, la traccia d’apertura. Le tastiere di Sax On The Beach sul lato opposto rallentano il tutto, fino alla vera e propria irruzione della classica Roland. Vibrante ed emozionante.

Da avere, conservare e riprodurre con la più estrema e delicata cura.

http://tsubarecords.com/releases/TsubaLtd005/return-of-the-luchador/484

Written by Mef & Second home

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