Music
August 20, 2012
Francesca Aste la pianista che accompagna con la sua musica i film d’epoca
Parola all'ascolto
Francesca Aste, pianista specializzata nel commento sonoro di film d’epoca, realizzerà dal vivo la colonna sonora del lungometraggio d’animazione di Lotte Reininger “Le avventure del principe Achmed” nell’ambito del XXV Festival Mozart. Scopriamo assieme alla musicista roveretana quali sono le dinamiche ed i segreti di un’attività così originale e complessa.
Come ha incominciato ad esercitare questo tipo di attività?
Fino a vent’ anni fa il film concerto inteso come spettacolo era una manifestazione artistica elitaria, un’esibizione di nicchia per cui i musicisti che si dedicavano a questo genere di attività erano pochi. Col tempo le performances di questo tipo hanno riscosso un grandissimo successo ed un’enorme diffusione. Io ho avuto la fortuna di avvicinarmi al gruppo “Musica nel buio” e all’attività della cineteca di Bologna parecchi anni fa. Il Festival del Cinema Ritrovato, che è l’importante manifestazione bolognese curata dalla cineteca, a cui ho partecipato in qualità di ospite, mi ha dato la possibilità di esibirmi in questo ruolo ma anche di entrare in contatto con musicisti provenienti da tutto il mondo. Lo scambio è fondamentale perché non esiste una scuola, non ci sono regole o precetti da seguire. Le tecniche sono tante, tante le modalità, ognuno ha il proprio stile e i procedimenti musicali sono spesso difficili e complessi.
Come nasce una partitura di accompagnamento musicale ad un film muto al giorno d’oggi, o meglio, per Francesca Aste?
Prima mi avvicino allo stile di un’opera o di un film, al gusto e alle scelte del regista e alle fonti letterarie ed artistiche che hanno ispirato la sua creazione. Ogni film ha un proprio linguaggio , una propria estetica. All’inizio della mia carriera lavoravo con la musica scena per scena; adesso invece dopo essere entrata nel mondo creato dalle immagini mi ritiro con lo strumento e scrivo le melodie che quell’atmosfera ispira. Il materiale grezzo fuoriuscito viene quindi a poco a poco cesellato fino a raggiungere la stesura finale della partitura. Chi ha coscienza dei codici sonori sa che la musica ci parla attraverso frasi che hanno un senso logico ben definito, hanno un inizio ed una fine. Se noi interrompiamo una frase musicale essa rimane tronca, come una cadenza sospesa, resta incompiuta. Il linguaggio musicale ha i suoi tempi e un suo fraseggio, quindi la difficoltà maggiore è quella di adattarlo con naturalezza e consequenzialità ai ritmi che sono dettati dalle strutturali esigenze del racconto visivo. Bisogna essere precisi come un metronomo: prendere la velocità giusta quindi è basilare. Necessariamente mentre eseguo, durante la proiezione, ho bisogno di seguire il film. E’ un’attitudine strana. Siamo abituati ad ascoltare pianisti che solitamente hanno altre esigenze, hanno delle priorità interpretative che, invece, in questo caso, vengono meno: l’ esigenza di sincronicità è la più importante. Ci sono anche dei musicisti che eseguono altri tipi di performances e che quindi hanno diversi tipi di priorità: per esempio un dj che inserisce una base musicale precostruita in modo che questa venga spalmata dall’inizio alla fine del film, non ha problemi di sincrono. L’attività di un musicista dal vivo è un’azione performativa con delle peculiari specificità.
C’è spazio per l’improvvisazione in questo tipo di esecuzione?
L’improvvisazione nasce sempre, o comunque spesso, all’interno di un codice, una lingua così familiare da potervi giocare al momento, ma non è mai frutto di una casualità. Per quanto mi riguarda, spesso, ed anche in questa occasione, la partitura è scritta dall’inizio alla fine. Ciò capita soprattutto se suono con altre persone; se invece suono da sola mi lascio dei margini di improvvisazione; l’unica cosa che conosco è il tipo di linguaggio che mi è diventato familiare, un lessico che ho nelle mani, nella testa. Il musicista che lavora sul commento sonoro di un film lo ha visto centinaia forse migliaia di volte, lo conosce alla perfezione, ha interiorizzato ogni piccola sfumatura delle immagini e conosce l’atmosfera della pellicola quindi è facile che esistano dei margini improvvisativi. La confidenza emotiva è tale che questa dimensione risulta molto divertente e liberatoria. Lasciandosi andare il coinvolgimento diventa pura espressività di un flusso sonoro che si concluderà con il terminare della scena, costruendo una cadenza che porti anche a compimento la sintassi della frase musicale.
Ti è mai capitato di realizzare invece una partitura per un audiovisivo?
Si, ho composto le musiche per diversi audiovisivi. L’ultimo è di recente uscita ed è di un’autrice di documentari, Micol Cossali, nell’ambito di un progetto della Fondazione Museo Storico di Trento. Il film che s’ intitola ”La fabbrica delle donne”, è stato realizzato a partire dalla storia della Manifattura Tabacchi di Rovereto. Questo tipo di lavoro ha caratteristiche molto diverse dal compito performativo e complesso dell’accompagnamento dal vivo.
Avevi già accompagnato opere di Lotte Reininger?
Il Festival Mozart, come ogni anno, dedica una serata al rapporto musica cinema e quest’anno ha scelto l’opera della Reininger perchè un’importante regista mozartiana. Dato il tema del Festival di quest’anno, cioè l’esotismo, la direzione assieme al cineforum di Rovereto, tra le opere di questa regista, ha scelto “Le avventure del principe Achmed”. E’ un film molto particolare, è la prima volta che lo accompagno e sono sinceramente contenta di aver preso questa commissione. E’ la prima opera cinematografica di animazione della storia del cinema; fatto con una tecnica di eccezionale raffinatezza. Nella realizzazione non c’è nessun intellettualismo, è totalmente godibile e adatto anche ad un pubblico di bambini.
A quali autori, culture o periodi storici si ispirano le composizioni per il lungometraggio “Le avventure del Principe Achmed” ?
Il tema dell’esotismo è un tema centrale della musica dei primi anni del ‘900 e molta produzione di quel periodo scaturisce e si sviluppa sulla fascinazione dovuta al contatto con altre culture: da Debussy che sente il Gamelan di Giava all’esposizione universale di Parigi, a Stravisky che inserisce il “ragtime” e i ritmi jazz o addirittura il tango nelle sue composizioni. Da qui nascono partiture con forti contaminazioni culturali. Le mie composizioni per “Le avventure del principe Achmed” partono da questo tipo di atteggiamento: esotismo primo-novecentesco, di natura evocativa, simbolista. Nel film l’esotismo è creato dalla suggestione: c’è la Persia delle mille e una notte, ma anche la Cina e i suoi misteri, assieme allo stregone africano. Un ricchissimo pot-pourri di culture, di estetiche e di linguaggi esotici che sembrano riferirsi ad un viaggio squisitamente interiore. Questa è la dimensione che ho ricreato anche nella musica.
Sappiamo che collabori al progetto “Cose Turche” che rientra nelle iniziative del Festival in collaborazione c la sezione didattica del Mart. Di cosa si tratta?
Da diversi anni curo la progettazione e la realizzazione di percorsi didattici per il pubblico del Festival Mozart aperto a chiunque voglia partecipare in collaborazione con il Mart.
Insieme alla dott.sa Annalisa Casagranda dell’ area pubblico della sezione didattica del Mart realizziamo dei percorsi in cui si mescolano interessi che hanno a che fare con le arti visive e con la musica. Tutto questo grazie ad una particolare sensibilità della Direttrice del Festival Mozart, Angela Romagnoli verso dei percorsi didattici rivolti ai più piccoli e alle famiglie.
Progetti per il futuro?
Nell’imminente Futuro, dopo il Festival Mozart sarò impegnata in altri due accompagnamenti di film muti, uno a Berna, in Svizzera ed uno a Bologna. Ci sarà poi, quest’autunno, un lavoro a cui tengo molto: un piccolo festival che si terrà a Rovereto attorno alla figura di John Cage che si intitolerà “Musicage” realizzato per il Comune di Rovereto assieme al Mart, all’Associazione Filarmonica, il Cineforum. Con la partecipazione quindi delle più importanti realtà di produzione di arte della città di Rovereto. Una figura come Cage consente questo tipo di progetto interdisciplinare a cui sono orgogliosa di poter partecipare. Saranno inoltre presenti ospiti dal vivo e contributi di artisti attivi in ambito internazionale. Il Festival avrà inizio il 5 ottobre e si protrarrà fino a dicembre.
Intervista di Angela Tedesco
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