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October 10, 2023

Hertz: il prezioso volume di Federico Seppi
Dal suono dei ghiacciai alle stampe calcografiche

Stefania Santoni

In poesia c’è una parola che più delle altre mi seduce: è ‘sinestesia’, una figura retorica la cui etimologia arriva dal greco antico, da quella lingua che più di ogni altra è in grado di dire tutto per la sua indole così plastica e duttile, la sola in grado di carpire le sfumature più sottili di ciò che desideriamo esprimere, di quello che la nostra mente pensa e genera. ‘Sinestesia’ viene da ‘syn’-‘aisthánomai’ che vuole dire ‘percepisco insieme’: una sinestesia è quel fenomeno per cui determinati stimoli evocano sensazioni di natura diversa da quella normalmente sperimentata; è quella cosa per cui diventa possibile ‘vedere’ un suono o ‘sentire’ un colore.

Ed è proprio questo che accade in Hertz, il prezioso volume di Federico Seppi. Classe 1990, quest’artista riconduce la sua ricerca a partire da una spiccata sensibilità per il paesaggio dell’arco alpino e nel corso del suo iter artistico ha esposto in musei prestigiosi come il Mart e la Galleria Nazionale di Roma. Con le sue opere, Federico ridefinisce l’universo naturale attraverso una costante riappropriazione fisica degli elementi originari. I suoi lavori nascono dal dialogo tra spiritualità e scienza, dalle relazioni tra oriente e occidente, dalla trasformazione tra natura e artificio.

Il suo è un linguaggio poetico. È la costruzione di un codice nuovo che porta con sé l’immaginario di una montagna altra, che sa come ri-narrarsi e farsi arte. Le sinestesie di Federico partono dal suono – qualcosa di non percettibile a livello visivo – per approdare al senso della vista: “Hertz” (questo è il titolo del suo prezioso libro d’artista) è una raccolta di stampe che decifra vibrazioni sonore dei ghiacciai trasformandole in figure grazie alla polvere di Dolomia che riproduce le frequenze registrate. È un’opera dove il senso della vista decifra quello dell’udito in uno spazio fatto di carta e trasparenze, di ombre e riflessi, di pieno e di vuoto. Un archivio di movimenti dove ogni pagina si sovrappone e al tempo stesso scompare con l’altra. Un “florilegium” che raccoglie sussurri figurativi.

Federico Seppi, 2020, Hertz, 1 libro, 45 cm x 45 cm, 2021 Icebreaker (4) Federico, sei un artista poliedrico: dalla scultura sei passato alla produzione e pubblicazione di un volume prezioso. Come è nata l’idea di riportare su carta, attraverso il senso della vista, un elemento sonoro?

Inizialmente la mia ricerca si è rivolta a osservare ciò che vi è di più semplice nel nostro rapporto con l’ambiente circostante, quindi con ciò che passa inosservato e che devia la nostra attenzione. A mano a mano ho maturato una sensibilità per gli aspetti più nascosti, per un’indagine che astrae le tracce intessute e mimetizzate da una fitta rete di informazioni visive e che perciò sono difficili da isolare a un primo sguardo. Perciò ‘il vedere’ per me è sempre stato svelamento e l’organo della vista un sistema che contiene le parole per condividere una ricerca intima e poetica e che quindi, paradossalmente, contiene la possibilità di dare visione all’invisibile celato nei vari micro e macrocosmi. Il suono è una delle possibili strade che mi ha dato la possibilità di avvicinarmi in modo trasversale e insolito agli aspetti di scambio energetico tra sistemi naturali, ricerca che aveva già trovato espressione nell’ossidazione dei metalli. In questo caso, il suono, e in particolare una traduzione visiva delle vibrazioni sonore che si organizzano in composizioni tanto spontanee quanto suggestive nella loro coesione formale, rendeva percettibile quella dimensione ineffabile e di scambio di energie che infonde ogni cosa e che da avvio alle grandi trasformazioni dei paesaggi naturali.

In che modo hai impostato la tua ricerca? Dove ti sei recato? E quali sono gli strumenti che hai utilizzato?

“Hertz” è una raccolta di stampe calcografiche su carta e pvc. La calcografia tradizionalmente è un sistema di stampa a incisione su lastra di rame o zinco. Il progetto è nato dall’uso di una strumentazione molto comune. Inizialmente ho costruito un generatore di frequenze con l’ausilio di un vecchio stereo come amplificatore e di un cellulare come diffusore delle frequenze sonore del movimento dei ghiacciai. Il suono così amplificato ha portato a vibrazione una membrana su cui è stata depositata della polvere di Dolomia. Una volta che la polvere di Dolomia per vibrazione ha assunto le figure corrispondenti alle frequenze riprodotte è stata fissata su una lastra di zinco. La lastra è stata successivamente acidata diventando la matrice utilizzata per la stampa.Federico Seppi, 2020, Hertz, 1 libro, 45 cm x 45 cm, 2021 Icebreaker (4) Il tuo volume è costituito da pagine più solide, altre più leggere che giocano con le trasparenze. Cosa ci vuole raccontare questa storia?

Le velature e gli svelamenti, i contrasti tra inchiostro nero e la luce riflessa dalle pagine in foglia argento, pagina dopo pagina raccontano una realtà stratificata dove ogni concomitanza, ogni coincidenza, ogni differimento e rinvio creano una relazione visiva nuova, accompagnando il vedere verso lo stupore. Si succedono pagine in pvc e pagine su carta: nelle prime l’immagine riprodotta corrisponde al positivo della stampa, nelle seconde al negativo. In questo modo, sfogliando il libro, le immagini di queste pagine si sovrappongono annullandosi e colmandosi a vicenda, collassando in un nero pieno. Questo movimento di apparizione e sparizione sfalda l’impressione che a un vuoto percettivo ne corrisponda uno effettivo: qui il vuoto è comunque pieno. A questa stratificazione di senso si aggiunge un altro aspetto performativo proprio di “Hertz”. Il formato del libro imposta un rapporto tattile che prevede che il libro venga fruito, usato. Questo uso nel tempo, questa usura, già sta prendendo corpo nelle fitte e delicate pieghe che la foglia argento registra in quelle pagine di carta inarcate e poi deflesse, una dopo l’altra, visione dopo visione. Non ci sono introduzioni né appendici, non si tratta di una narrazione lineare, ma piuttosto di una forma di archivio non finito dove sprofondare in mondi infinitesimali, potremmo dire sotto la pelle delle cose, dove tutto è susseguirsi continuo di movimenti che si configurano in concatenazioni armoniche di insieme. Dove, anche nell’enormità dello spostamento di masse glaciali, è come se ogni corpo organico non avesse confini che possano arginare quell’incontenibile scambio di energia che li attraversa e che, così, simultaneamente, li muta, entro un vincolo di paradossale armonia con l’altro da sé.Federico Seppi, 2020, Hertz, 1 libro, 45 cm x 45 cm, 2021 Icebreaker (1) Anche in questo lavoro la tua attenzione all’ambiente, all’aspetto ecologico del contesto in cui viviamo, ha trovato una dimensione artistica e poetica. Chi sono i possibili fruitori di Hertz? In quale salotto o libreria lo immagini collocato?

“Hertz” è un libro d’artista a tiratura limitatissima: ne esistono infatti soltanto due copie. È a tutti gli effetti un archivio personale che condivido durante le mie esposizioni con chiunque abbia il desiderio o la curiosità di scoprire con occhi nuovi il movimento delle masse glaciali dove “una coreografia particellare ne fotografa l’ombra” come “Vibrazione di un corpo preso e alterato ancora” mentre “cercavo ciò che, fuggito allo sguardo, mi riguardava.”

Credits: (1,2,3,4) Daniele Fiorentino 

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