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July 17, 2020

Guida per otto passeggiate nel bosco #03: alla ricerca delle piccolissime cose

Anna Quinz
“unlearning categories” è la mostra curata da BAU attualmente in corso a Museion che presenta alcuni dei lavori di artisti altoatesini acquistati dall’Assessorato alla Cultura Tedesca della Provincia di Bolzano. Queste ed altre opere si trovano nel volume “Arbeiten - Lavori in corso”. Per muoverti in questa selva complessa di posizioni artistiche, visioni ed estetiche, JOSEF ti guida lungo 8 passeggiate metaforiche – tra bosco, spazi museali e carta stampata.

In minimis Natura praestat”[1].

Aspirante esploratore e cercatore di funghi, bentornato nel nostro bosco. Oggi ti accompagneremo lungo una nuova passeggiata di diseducazione e questa volta seguiremo un sentiero ben tracciato. Non ha un numero con il quale identificarlo e non troverai cartelli a guidarti. Ma non preoccuparti, non perderai la strada. Ci saranno altri segnali a dirigere i tuoi passi e motivare i tuoi sguardi. E hai pur sempre con te la tua bussola che potrà in ogni momenti indicarti il nord. Oppure, ancora meglio, aiutarti a dimenticare i punti cardinali, per inseguire altre inaspettate direzioni.

bussola Kompass

Lascia di quando in quando i sentieri battuti e inoltrati fra i boschi. Troverai certo qualcosa che non hai mai visto prima. Probabilmente si tratterà di una piccola cosa, ma non ignorarla[2].

PASSEGGIATA 03

Quello che andiamo cercando in questa terza passeggiata diseducativa, sono le piccole cose che la nostra foresta custodisce. Certo, gli alberi maestosi sono i numi tutelari di questo ambiente, ma proprio qui, tra la grandezza imperiosa di rami, tronchi e radici, si nascondono creature piccolissime senza le quali sarebbe necessario inventare una definizione tutta nuova della parola “bosco”. È dunque un percorso dimensionale il nostro, che richiede occhi attentissimi e piedi lesti.passeggiata 3

Natura! Ne siamo circondati avvolti, incapaci di uscirne, incapaci di penetrare più dentro di lei. […] Crea forme eternamente nuove; ciò che esiste e non è mai stato; ciò che fu non ritorna – tutto è nuovo, e pur sempre antico. Viviamo in mezzo a lei, e le siamo stranieri. […] Sembra aver puntato tutto sull’individualità, ma non sa che farsene degli individui. Costruisce sempre e sempre distrugge: la sua fucina è inaccessibile. Vive tutta nei suoi figli; ma la madre dov’è? Unica vera artista, essa va dalla più semplice materia ai contrasti più grandi e, apparentemente senza fatica, alla perfezione assoluta – alla determinatezza più precisa, eppure delicata. Ognuna delle sue opere ha la sua propria essenza, ognuna delle sue manifestazioni il concetto più isolato; eppure, formano un Tutto unico. Recita uno spettacolo; se lei stessa lo veda, non sappiamo; eppure lo recita per noi, spettatori seduti in un angolo[3].

Iniziamo seguendo le linee della terra, per verificare quali minuzie si nascondono sotto i nostri piedi. Sono preziose, per capire fin dal primo colpo d’occhio quanto nei processi apparentemente spontanei della natura, ci sia invece uno straordinario disegno e una precisa estetica, probabilmente impossibile da riprodurre dall’uomo, se non forse con un accuratissimo lavoro di close up fotografico. Il binocolo ti aiuterà. Dovrai puntarlo in basso però, come fosse un microscopio. 

binocolo FernglasOsserva con attenzione quella roccia che spunta sotto il muschio lì a destra: le vedi le sue microstrutture, i disegni minuziosi, le composizioni materiche e le inaspettate geometrie?
[Tomas Eller, Parenchym 1]

Procedi di qualche metro seguendo tra gli alberi i percorsi tracciati dagli abeti rossi che abitano numerosi i nostri boschi. 

 Fermati quando ne troverai due molto vicini, quasi stessero intrecciando i loro rami in un erotico incontro d’amore. 
[Gabriela Oberkofler, Rottannen]

Avvicinati. Non dovrai abbracciarli, anche se dicono faccia bene allo spirito. Ti chiediamo però di prendere uno dei rami impegnati nel suo balla di seduzione (con gentilezza, senza strapparlo) e di sentirlo bene tra le mani. Ogni ago è minuscolo, eppure capace di pungere e solleticare le dita, per attirare l’attenzione su di sé nella sua singolarità. 

Il dorato degli aghi di pino  
il bosco fa risuonare[4].

Cerca ora un larice e dirigiti verso di lui. La noti la differenza rispetto all’abete? Gli aghi raggruppati in piccoli ciuffi aggettanti, sembrano micro-famiglie che abitano, ciascuna riunita nel proprio nucleo indipendente, un pezzetto di ramo. 

Aspetta che il sole colpisca in pieno il tuo larice. Sembrerà una magia, quando l’intrico ben ordinato degli aghi singolari si trasformerà in oro plurale: luminoso, brillante, seducente. 
[Hannes Von Metz Schiano, Stages of Consciousness IX]

scarponi Wanderschuhe

Procedi per qualche tempo verso ovest, troverai un’enorme radice articolata, sulla quale si è arrampicata una distesa di muschio. Vista da lontano è come la trama morbida, fitta e omogenea di un velluto verde. Ma se ti avvicini, facendo attenzione a non pestarla con i tuoi grossi scarponi, ti accorgerai che si tratta di un infinito susseguirsi di infinitesimali piante fogliformi perfettamente connesse l’una con l’altra, in una fitta trama generata da un’intensa e sensuale attività riproduttiva.  

Non sono incredibili, queste microaree naturali che tanto cambiano nella percezione, se guardate da vicino – nel piccolissimo – o da lontano – nel grandissimo?
[Julia Bornefeld, PADS III]

bastone WanderstockContinua seguendo il sentiero muschiato e raggiungi quella specie di radura, dove gli alberi si diradano e lasciano il passo a una spianata di bassi arbusti. Con il bastone smuovili finché non trovi il più grosso, circolare e carnoso mirtillo. 

“Mangi le bacche nei terreni aridi su cui crescono non per soddisfare un appetito, ma con la stessa naturalezza e semplicità con cui pensieri ti sgorgano nella testa, come se fossero esse stesse cibo per la mente, essiccato di per sé, è senza dubbio in grado di nutrire il cervello”[5].

Prima di addentarlo e sentirne l’acidulo sapore sulla lingua, carezza la sua pelle, come fosse il viso di un bambino. Sforza le tue dita a sentire sulle piccole curve ogni differenza di superficie, il liscio e il poroso, una grinza, un’impercettibile ruga…  
[Werner Gasser, Billy Berlin]

Ora che hai gustato le tue perle blu, spostati di qualche passo a destra e cerca lungo il sentiero delle dolci fragoline di bosco, dei succosi lamponi o dei ribes asprigni. Raccogline un rosso pugnetto nella mano, lascia che il loro succo si infili nelle scanalature e tracci delle linee guida per aspiranti chiromanti selvatici.

Non ti sembra che sul tuo palmo si stagli un paesaggio divinatorio fatto di strade, curve, rilievi e pianure? Scrutalo, leggilo, interpretalo. A modo tuo.
[Martin Pohl, senza titolo] 

cestino Korb

Puoi fare una pausa ora, e continuare a raccogliere frutti e bacche per un po’. Riponili nel tuo cestino, per gustarli come premio, al tuo ritorno a casa. 

La nostra passeggiata nei regni dell’infinitesimale è quasi terminata. Ma non possiamo non chiuderla portando i nostri passi fino quell’immenso pino laggiù, sotto il quale puoi notare certamente il grande popoloso formicaio. 

Tra le piccole creature del bosco, le formiche sono forse tra le più incredibili. Sempre attive, operose, zelanti, mai ferme. Il loro continuo cercare, trovare, portare, costruire è un esempio straordinario di collettività, urbanità e architettura partecipata. E probabilmente nessun altra creatura (noi però con questa passeggiata ci abbiamo provato) sa dare tanto valore agli organismi più minuti e infinitesimali che la foresta racchiude. 

 “La formica è un esempio di serietà naturale[6].

Segui per un po’ il cammino delle formiche da e verso il formicaio. Immagina che questa fila di minuscoli puntini neri in perenne movimento sia frutto di una grande matita dalla punta ben affilata, che disegna altre forme e altre figure, che possono far da modello bidimensionale, per collage e sculture tridimensionali. 
[Kathrin Partelli, senza titolo]

La nostra passeggiata alla ricerca delle  piccolissime cose, finisce qui. Da queste osservazioni lillipuziane, puoi tornare ad allargare lo sguardo ad altre dimensioni. Non appendere ancora gli scarponi al chiodo però, altre passeggiate ti aspettano.  

 

Graphic design by Claudia Gelati


[1] Plinio
[2] Alexander Graham Bell
[3] J. Wolfgang Goethe, Urpflanze. La pianta Originaria, a cura di Massimo Donà, Edizioni Albo Versorio, Milano, 2014
[4] Sergej Aleksandrovič Esenin
[5] Henry D. Thoreau, Mirtilli o L’importanza delle piccole cose, Lindau, Torino, 2018
[6] Alda Merini

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