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May 28, 2020

past-present-future_01_Roberto Monsorno: di Big Data, sensori e dati sensibili

Franz
Negli ultimi mesi la ricerca scientifica è entrata nelle case e nei pensieri di tutti. Ma non è da ieri che i ricercatori fanno ciò che fanno e studiano ciò che studiano, per migliorare concretamente le nostre vite. In Alto Adige lo "stato dell'arte" in molti settori diversi, è da decenni molto avanzato. E dunque, ci siamo chiesti, cosa è cambiato nel fare ricerca, prima, durante e dopo covid-19?

Dalla laurea in Ingegneria elettronica al lavoro di ingegneria dell’informazione come networking security specialist, Roberto Monsorno è approdato in Eurac al Center for Sensing Solution, per gestire la fornitura di un sistema complesso capace di ricevere segnali dallo spazio (dati satellitari) e di trasformarli in informazioni territoriali. Le sue doti e la sua esperienza nelle tecniche informatiche e di integratore di sistemi, sono state cruciali per entrare nel team dell’istituto bolzanino, dove grazie al confronto quotidiano con colleghi sempre molto preparati e disponibili a dare risposte alle sue domande, continua il suo processo personale e professionale di formazione scientifica. 

PAST 

Roberto, quale spinta ti ha fatto diventare ricercatore nel tuo ambito specifico? 
La passione per le tecnologie analogiche e digitali capaci di riprodurre fenomeni del mondo reale. Ad esempio – legata alla mia passione per la musica – la generazione di suoni (amplificatori di potenza) applicata al suono di uno strumento a fiato, come ad esempio una tromba. Attraverso la modellazione matematica del fenomeno (lo strumento è un risonatore che propaga le onde sonore e le amplifica, la sorgente di produzione dell’onda sonora è un’interazione tra lo strumento e la bocca del musicista, alimentata dal fiato dello stesso). Tutti questi elementi possono essere trasformati in funzioni o sistemi informatizzati e fatti interagire tra loro, anche in tempo reale. 

Di cosa si occupa esattamente la tua ricerca?  
La ricerca del mio team è basata sullo sforzo comune di comprendere i requisiti dei ricercatori per fornire gli strumenti migliori per raccogliere dati (con diverse tipologie di sensori), analizzarli (creazione di infrastrutture BigData Storage e Computing cluster) e farne buon uso (sviluppando applicazioni web, OGC services, APIs) per indirizzarli verso le esigenze del mondo reale. Sviluppare soluzioni insieme a brillanti imprese innovative e integrare soluzioni esistenti per facilitare il processo di creazione di valore di un dato osservativo, estraendo informazione dal dato stesso, con un processo di aggregazione da sorgenti e da settori diversi (economici, sociali, ambientali e di processo) è il nostro focus attuale. Il tutto possibilmente facendo largo uso di strumenti opensource e con l’intento, laddove possibile, di far leva sul potenziale beneficio dell’utilizzo e produzione di dati “aperti”.

PRESENT

Come è cambiato il tuo approccio, gli strumenti, le procedure e le modalità di ricerca, in questa contingenza emergenziale?
È stato appena realizzato un nuovo laboratorio per la progettazione, lo sviluppo di sensori (con Unibz) e di prototipi e soluzioni, anche IoT, per misurare e monitorare fenomeni e processi ambientali. Non è ancora completamente operativo, il progetto di realizzazione chiude nel 2021. Questo lab ha subito qualche rallentamento nel periodo di #iorestoacasa.
Il team del mio centro è piccolo (10 persone) e ben coeso, esperto nel lavorare autogestendosi, ognuno con progetti in corso d’opera e con obiettivi predefiniti, anche su base annuale. Qualche disagio c’è stato ovviamente, ma non tanto da comportare pesanti cambiamenti nell’approccio lavorativo.
La parte sociale, invece, il pranzo insieme, il caffè, il confronto con altri nella giornata lavorativa di tutti i giorni è venuta a mancare.  C’è stato un cambiamento verso un confort tra persone più programmato e focalizzato. Gli strumenti smartworking erano da noi già utilizzati, ma non ancora adottati da tutti: Eurac sosteneva già il telelavoro e il lavoro smart ed era ben supportata dalle tecnologie abilitanti grazie agli strumenti messi a disposizione dal dipartimento IT. Il resto, in particolare l’attività di sviluppo di nuovi progetti ha vissuto una fase molto intensa nei mesi di marzo e aprile. 

Sono cambiati i paradigmi nel tuo ambito specifico di ricerca a causa della pandemia? 
Non proprio cambiati, anzi i paradigmi legati alla digital transformation, e la loro implementazione possono contribuire positivamente al fenomeno che stiamo vivendo. 

Dunque, la tua ricerca prende direzioni diverse ora, cerca risultati che prima non considerava?
Uno dei filoni di ricerca che stiamo già affrontando riguarda l’impiego delle nuove tecnologie (droni, reti di sensori low cost e piattaforme digitali) a supporto del primo soccorso. L’attività che portiamo avanti con i colleghi dell’Istituto per la Medicina di Emergenza in Montagna e con NOI S.r.l. riguarda il soccorso alpino, ed ora la stiamo considerando anche in prospettiva di eventi analoghi a covid-19.

L’utilizzo di sensori che stai studiando, può servire per monitorare la temperatura in tempi covid-19? E la ricerca e analisi di Big Data ha un impatto sulla privacy e i dati sensibili raccolti attraverso App? Sono temi di cui ti stai occupando? 
I sensori che abbiamo adottato nel recente passato sono molto idonei per misurare la temperatura, sono sensori epidermici (cerotti) prodotti da un nostro partner, spin-off dell’università Tor Vergata. Il sensore da solo però non basta e va implementato un ulteriore sviluppo per renderlo usabile e distribuibile su larga scala.  
Il team assai ridotto non ci permette oggi di iniziare nuovi progetti di R&D a brevissimo, abbiamo risorse tutte impegnate, ma un altro argomento molto inerente al momento e interessante, è il tema del tracciamento di oggetti (e persone) in movimento su cui avremo già qualche test in lab e un chiaro stato dell’arte dal quale partire. Tuttavia essendo il tema noto e le soluzioni già esistenti, non ci fa pensare di dover elevare le priorità in questa direzione.  Privacy e riservatezza, sono temi bene indirizzati anche a livello normativo. Non abbiamo mai fatto attività specifica, anche se per la gestione del portale di dati e per la fruibilità degli stessi usiamo e stiamo sviluppando sistemi di identificazione e autorizzazione. Con questo approccio, la garanzia sulla privacy è una conseguenza. 

FUTURE

Una volta usciti dall’emergenza, cosa si porterà con sé la tua ricerca? 
Onestamente niente di drasticamente rilevante.

E cosa invece porterai a livello personale nel tuo modo di lavorare?
Sfrutterò maggiormente la condizione contrattuale che già avevo prima di covid-19 e che non ho mai usato in modo sistematico. Ovvero più lavoro da casa. 

Foto: Eurac

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