Music
October 8, 2013
Naked Truth in arrivo al Pippo, l’intervista a Pat Mastelotto
Marco Bassetti
Nel ‘94 moriva Kurt Cobain, da molti definito “il profeta della Generazione X”, e il mondo dei rocker si divideva ancora tra grunge e hair metal. Io i Nirvana li ascoltavo più per emulazione che per altro (al fascino indiscreto del punk, quando hai 14 anni, è impossibile resistere) e quanto ai Guns N’ Roses non capivo bene cosa ci potesse essere d’interessante in quella musica, né tantomeno in quei personaggi (a dire la verità, mi perdonerete, non lo capisco neanche oggi). La mia vera passione erano il rock psichedelico, lo space rock e il rock progressivo, cose di questo tipo. In sostanza, roba vecchiotta. Ma nel 1995, poi, la folgorazione: nel mio lettore cd compare, per ragioni che non ricordo, THRAK, prodotto dell’ennesima reincarnazione dei King Crimson. Psichedelia progressiva contemporenea (!), capace di coniugare rock, jazz, elettronica e new wave in maniera inaudita. Un doppio trio (due chitarre, due bassi, due batterie) era l’artefice di quel disco pulsante e alieno, guidato dal genio visionario di Robert Fripp. Alla batteria, accanto a Bill Bruford, sedeva Pat Mastelotto: un nome che incuriosiva non poco, tradendo chiare origini italiane… Ebbene, proprio nei giorni in cui viene annunciata la reunion dei King Crimson (siamo arrivati all’ottava reincarnazione), i Naked Truth stanno per sbarcare al Pippo.Stage (sabato 12 ottobre): Roy Powell (InterStatic, keyboards), Lorenzo Feliciati (Cuong Vu, Berserk!, bass), Graham Haynes (Pharoah Sanders, Vernon Reid, Bill Laswell, Uri Caine, Sting, Talvin Singh, Dj Spooky, trumpet) e Pat Mastelotto (King Crimson, drums). Più che una super band, una band con i controcazzi. A 18 anni di distanza dal fatidico 1995 e trattenendo a fatica l’emozione, Pat l’abbiamo anche intervistato.
Sei a Milano in questi giorni, con la band di Chrysta Bell. Avete suonato anche al Mito Festival giusto?
Yep, festival molto interessante, grande staff. E l’altra sera ho avuto anche l’occasione di vedere il mio vecchio “boss” all’opera, David Sylvian.
Avete partecipato anche all’Armani Fashion Show, come è stato?
Per quanto mi riguarda era la prima volta che partecipavo ad un evento di questo tipo. Guardando in tv non avevo mai capito che fossero così corte, intendo le sfilate non le modelle. Chrysta è stata invitata e noi ci siamo aggregati. Lei ha pernottato anche all’Armani Hotel, così abbiamo avuto modo di intrufolarci anche lì, abbiamo usato il suo wi-fi e abbiamo razziato il suo mini bar.
Insomma ti piace la dolce vita…
Certo la bella vita, a chi non piace? Ho visto il film molti anni fa… scusa non mi ricordo molto a parte la scena nella fontana. E Anita, naturalmente. Lei è difficile da dimenticare.
Durante le tue permanenze qui in Italia, hai avuto modo di farti un’idea sull’attuale situazione politica del nostro paese?
Come ha detto il mio collega Richard Page dei Mr Mister, quando parlò per Amnesty International in Chile nel 1986 e la band fu fatta scendere con la forza dal palco, “Io sono un musicista, non un politico”. Non pretendo di capire la politica di tutti i posti in cui vado. So della crisi economica che ha colpito l’Italia, ma è una questione globale e sono certo che passerà col tempo. Sono ormai abituato a vedere Berlusconi come un fenomeno mediatico, il suo commento sull’abbronzatura di Obama, l’oggetto che l’ha colpito in volto a Milano, la caccia a ragazze che potrebbero essere sue nipoti, cose così.
Nei prossimi giorno sarai in Croazia e Polonia con i KTU, poi ho visto che hai in programma concerti in Finlandia, Inghilterra, India… Sei un giramondo, consacrato al culto della musica, è così?
Sì, amo la musica e suonare musica per vivere è un enorme privilegio. Mi sento molto fortunato a viaggiare così tanto e l’Italia è senza dubbio uno dei miei posti preferiti. A gennaio ho fatto una breve vacanza con mia moglie in Italia, così ho potuto trascorrere un po’ di tempo con lontani cugini italiani e visitare Lucca, Roma e Milano. Abbiamo trascorso alcuni giorni anche tra Belluno e Mel, dove ha vissuto la famiglia dei miei bisnonni. Concerti in Polonia ne ho fatti diversi e mi diverto sempre molto. Questa volta sarà un gran divertimento con Kimmo Pohjonen e Trey Gunn dal momento che non facciamo concerti insieme da alcuni anni: siamo molto grati al promoter polacco che ci ha riportato insieme. Spero molto che un giorno i KTU suoneranno in Italia. Kimmo e Trey sono musicisti eccezionali e insieme sono come fratelli che si azzuffano sul palco tramite la musica… un vero spettacolo!
Dopo più di trent’anni di carriera, quali sono le tue sensazioni nel fare musica e suonare live?
Suono la batteria da quasi cinquant’anni! Ho iniziato a fare concerti molto prima di saper guidare… siccome ero uno grosso ragazzo peloso, i proprietari dei locali non notavano la mia età, avevo 15 anni. Uno delle grandi gioie di suonare è che ogni giorno è un’esperienza unica. Ogni concerto, anche se suoni la stessa canzone, è diverso. E la sfida di migliorare e crescere musicalmente è infinita, davvero infinita. Non imparerò mai a suonare tutte le cose che vorrei, almeno non in questa vita.
Cosa ti piace fare nel tempo libero quando poi finalmente, dopo tutto questo viaggire, torni a casa?
Nella casa dove vivo, in Texas, ho uno studio e trascorro molto del mio tempo registrando oppure esercitandomi nella legnaia. Poi, invecchiando, ho imparato a fare tesoro del tempo che trascorro con la mia famiglia, così cerco di limitare la mia attività musicale a casa nei momenti in cui mia moglie e mia figlia sono al lavoro.
Arriviamo ai Naked Truth. La vostra musica cancella in qualche modo la distanza tra jazz e rock psichedelico, ma al di là delle etichette come descriveresti la vostra musica alle persone che non vi conoscono?
Ti posso dire questo: questi ragazzi, Lorenzo, Roy e Graham sono “killer players”. E dal momento che siamo da così poco tempo insieme ci eccitiamo a vicenda e generiamo esplosioni emozionali sul palco. Ho sentito diverse persone che chi chiamano i “nuovi Weather Report” oppure “King Crimson incontrano Miles Davis” e parte di questo feeling deriva dalla libertà totale che ci lascia la nostra etichetta italiana, la Rare Noise Records. Infatti al presidente Giacomo Bruzzo piace la musica estremamente selvaggia e ci incoraggia ad arrivare fino a quel punto.
Parlando di drumming, quale batterista consideri come tuo maestro?
Come mio maestro? Wow… Suppongo dio, oppure il mio spirito interiore. Se invece parli di influenze, sono davvero molte. Una lista infinita di grandi batteristi e percussionisti influisce sulla mia ispirazione. Alcuni giorni fa ho fatto una “drum clinic” vicino a Torino e il grande batterista italiano Sergio Ponti mi ha fatto conoscere un ragazzo, Gabriele, di 9 anni che suonava con grande confidenza: gli è stato chiesto di aprire lo show, e così è stato, ma gli è stato anche chiesto di aiutarmi a chiudere con un pezzo di doppia batteria, B’Boom dei King Crimson. Nel passato ho suonato quella canzone sul palco con batteristi come Bill Bruford, Gavin Harrison, Tobias Ralph, Danny Carrey, Kjelle Severimsson e Terry Bozzio, e ciascuno, compreso Gabriele, le ha conferito un sapore unico.
Per concludere, tra me e te, qual è la nuda verità?
Se devo essere sincero questo nome non mi ha mai convinto e ho chiesto due volte ai ragazzi di cambiarlo, ma sono sempre stato messo in minoranza. La definizione, per come la so io, è: la completa verità, pura e semplice, senza abbellimenti. Ma essendo un batterista che mescola drumming elettronico e acustico, io sento di abbellire la verità. Devo dire che amo di più la musica che suona più grande della vita, più ampia e cinematica piuttosto che nuda. La mia attitudine è: usa tutti gli elementi che hai a disposizione e go to 11!
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