Music
January 24, 2014
Delay Lama in visita a Bolzano, intervista in esclusiva!
Marco Bassetti
Sono quelli incontri che possono cambiarti la vita. E se l’incontro è avvenuto solo per via telematica, comunque ha lasciato il segno. Sì, perché chattare via Facebook e poi ricevere le sue risposte via posta elettronica mi ha riempito di emozione: come se l’illuminazione fosse lì lì per arrivare, una questione di attimi. Tra le verità a cui ho avuto il privilegio di attingere – e che sono orgoglioso di potere condividere con i miei venticinque lettori – una mi ha colpito particolarmente: “Parliamo di quello che sappiamo, o che possiamo imparare. E poi di cose belle. Tipo buttarsi dal decimo piano quando va fatto”. Per questo e per tutto il resto, non posso che dirti grazie. Grazie Luciano. Tutta la città è in attesa: dall’impiego sapiente del riverbero non potranno che nascere grandi cose. Il “manna math” produrrà il risveglio spirituale che tutti stiamo aspettando. Giovedì 30 gennaio 2014, Delay Lama @ Sudwerk – Bolzano. Che botta!
Partiamo dalle presentazioni. Chi sono Antonio, Marko e Luciano?
Antonio è un artista grafico, un musicista e un calabrese. Marko è un musicista, un croato e un programmatore. Luciano è un trentino, uno scappato di casa e un musicista. Tutte queste definizioni in un ordine assolutamente casuale.
Ce la si fa a sbarcare il lunario suonando “robots’ ethnic music”?
Assolutamente no, anche se ci stiamo lavorando.Per definire la vostra musica si è usata anche la formula “manna math per la lega nerd”. Ce la spieghi?
Bè, ve la dovrebbe spiegare il recensore che ha scritto queste parole su “Internazionale”. Oltre all’onore di trovarci su un giornale così serio, di cui abbiamo tutti gli ultimi numeri in bagno, siamo stati piacevolmente sorpresi dall’attenzione con cui siamo stati descritti. Le parole usate assomigliano alle note e ai timbri dei Delay Lama: ironiche, ricercate, spesso neologismi, parole inventate per spiegare qualcosa che non riusciamo a dire con le parole che ci hanno insegnato. Così i nostri agglomerati sonori. Spessissimo si sente parlare della musica che deve andare nella direzione delle persone, farsi intendere senza stancare e senza far fare troppa fatica ai nostri neuroni o alla nostra attenzione. Bè ci sono persone che invece hanno bisogno di essere occupate invece di occupare, di essere spiazzate invece di stare in piazza, di far lavorare i neuroni perché l’inattività rende pazzi alle volte. Per dirla con Burroughs la cosa più pericolosa è rimanere fermi, e credo parlasse anche del dentro non solo del fuori. Bè credo che queste persone in quella recensione siano state definite per concisione “la lega nerd”. Ho scritto tre volte “bè”… ma, bè, ne vado fiero.
Tre dischi fondamentali – che per effetto di “ibridazione” – vanno a comporre il vostro immaginario musicale. Quali?
Siamo rimasti in due perché quello croato in questo momento fa più spesso il programmatore che il musicista. Quindi decido che i dischi diventino sei, tre a testa, non essendo tre divisibile per due. In realtà non siamo assolutamente democratici, ma con sei è più facile.
Mr. Bungle – Disco Volante
Melvins – Stag
Tortoise – siamo indecisi su quale
Nomeansno – Small Parts Isolated and Destroyed
Fred Frith – Discografia
D. Shostakovich – Sinfonia n. 11
Il vostro ultimo lavoro s‘intitola HABLACABLAH… un po’ come dire?
Lo facciamo dire a loro.Il singolone estratto dall’album s’intitola “Muore la moglie e lui per il dolore la segue dopo poche ore”. I Delay Lama credono nella reincarnazione?
Assolutamente no. Anzi, assolutamente boh. Se ti riferisci al nostro nome era il meno brutto che ci era venuto in mente al momento di stampare il volantino del primo concerto. Comunque ci occupiamo di altro. Di quello che sappiamo, o che possiamo imparare. O anche di quello che crediamo di sapere. E poi di cose belle. Tipo quella di cui parla questa canzone. Tipo buttarsi dal decimo piano quando va fatto.
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