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September 27, 2012

L’innovazione passa anche per il design. Impariamo dalle eccellenze altoatesine

Anna Quinz

Alex Terzariol è uno dei partner dello studio MM Design, studio di progettazione e di design industriale basato a Bolzano, ma dagli orizzonti aperti verso l’Europa e il mondo (ad esempio, sono stati loro a disegnare una delle più celebri macchine per caffè Illy…). Ma Alex è anche presidente della divisione Veneto e Trentino-Alto Adige dell’ADI, Associazione italiana per il Disegno Industriale (più info qui), nata nel lontano 1956 da un’intuizione non da poco di un cervello non da poco, quello di Giò Ponti.

Incontro Alex per un’occasione particolare: mi racconta – oltre che delle sue attività all’interno di ADI – dell’incontro che ha organizzato come portavoce dell’associazione all’interno dell’Innovation Festival “Innovazione e Design”, e che si svolgerà domani, venerdì 28 a Palais Campofranco alle ore 17.30. un occasione da non perdere per giovani e non, per designer e non, per capire come si fa davvero l’innovazione, come il design possa essere sintomo d’innovazione e come si possa imparare da dei buoni maestri.

Alex, perché è importante parlare di innovazione e design? Perché questo incontro all’interno del Festival?

Come ADI, abbiamo colto l’occasione del Festival, perché siamo consapevoli che qui a Bolzano non è ancora abbastanza forte la nostra presenza. Ed è un peccato, visto che in Alto Adige ci sono realtà e imprese davvero interessanti nel settore del design, che si stanno distinguendo in questi anni per i loro prodotti innovativi. In particolare, e da qui prende il là l’evento di domani, ci sono due aziende locali che nel 2011 si sono aggiudicate il prestigioso premio Compasso D’Oro, che in Italia è di certo il massimo riconoscimento per il design, quando per design si intende anche innovazione. Era giusto dunque poter avere all’interno della kermesse un nostro momento di incontro con queste realtà, per farle dialogare con politici e media, e per far capire – anche ai giovani aspiranti designer e innovatori – quale peso ha oggi il design. Perché sappiamo che per alcuni è ancora bollato come un insieme di “cose carine”, mentre il nostro intento è far percepire quanto entri a contatto ogni giorno con i processi, i prodotti, la cultura, e soprattutto il nostro modo di intendere le cose, il nostro quotidiano.

Parliamo degli altoatesini premiati al Compasso D’Oro che incontreremo domani.

Si tratta di due aziende, la Pircher e la Plank, che hanno ideato l’anno passato progetti innovativi e meritevoli di questo prestigioso riconoscimento. Il progetto presentato da Pircher è la casa Movit, disegnata da Hangar Design. Una casa prefabbricata certificata CasaClima che sta avendo grande successo per le sue caratteristiche estetiche e pratiche (minimo impatto ambientale, massima efficienza energetica, ad esempio) e per la sua versatilità (dall’uso abitativo a quello turistico, sempre nel perfetto rispetto dell’ambiente in cui viene posta). L’altro progetto è Myto, la celebre sedia prodotta da Plank e disegnata dal grande designer Konstantin Grcic. Questi due esempi altoatesini, sono un ottimo segnale di innovazione: la Plank è partita dalle sedie tirolesi, per arrivare a fare progetti con Basf, ha dunque fatto un passo in avanti molto grande. Se l’azienda avesse continuato a vendere sedie tirolesi il mercato si sarebbe rivelato troppo piccolo, e così serviva inventare qualcosa. Passare da legno alla plastica è stato un salto culturale non da poco, anche perché chi fa legno lavora su una macchina, mentre chi fa plastica deve fare gli stampi, con costi e rischi d’impresa molto elevati. Pircher, partendo dal bricolage per arrivare alla casa prefabbricata di ultima generazione, ha dato anch’essa dimostrazione di lungimiranza e coraggio. È curioso che entrambe le imprese partano da legno, come è scritto nel DNA del territorio di origine, ma muovendo processi importanti e innovativi per incontrare altri nuovi mercati hanno dimostrato la capacità di guardarsi intorno, di aprire i propri confini, di non essere Alto Adige -centriche.

All’incontro di domani, saranno presenti Michael Plank e Christian Pircher e attraverso le loro parole (insieme a quelle degli altri relatori e dell’importante moderatore, Enrico Morteo, curatore della collezione storica del Compasso D’Oro, nonché esperto architetto, giornalista storico e critico di design) potremo spiegare cosa si intende per “design e innovazione”. E potremo spiegarlo soprattutto ai giovani, aspiranti designer o meno, che – speriamo – saranno incentivati nella loro crescita professionalmente, grazie all’esempio di questi imprenditori illuminati.

Si citerà però anche un altro caso altoatesino…

Si, è vero. Il premio Compasso D’Oro ogni anno assegna anche alcune targhe giovani, a studenti delle scuole di Design. Il giovane bolzanino Daniele Zanoni (ex studente della Facoltà di Design e Arti della LUB), è stato insignito di questo riconoscimento per il suo progetto 87 decibel: un tentativo efficace e poetico di proporre un metodo educativo e informativo sul tema dell’ipoacusia (scarsa capacità uditiva). Mi piace citare questo progetto, perché Daniele ha toccato un tema delicato, e partendo da un problema personale, ha saputo tirare fuori delle soluzioni valide per tutti. E così, apre il dialogo su un altro tema importante, per me e ADI: il design verso il sociale, il design per tutti. Anche in questo caso, grazie a un esempio virtuoso, cercheremo di instillare questa sensibilità nei giovani, perché va bene fare un’altra sedia, ma serve prima di tutto imparare ad osservare il mondo e capire come risolvere problemi veri e reali.

Anche e soprattutto a questo serve l’innovazione e l’innovazione nel design. Tanto meglio poi, se si tratta di buon design [ndr].

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