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March 7, 2024

PINK. Le Pioniere del graphic design. Donne nella Storia del Progetto Grafico Italiano

Claudia Gelati

Dimentichiamo per un attimo tutte le diavolerie commerciali che riempiono da giorni i supermercati e negozi, le gif con mimose glitterate che rimbalzeranno domani da uno smartphone all’altro, i finti auguri e le polemiche: la Festa della donna, anzi per la dirla meglio, la Giornata Internazionale della Donna, dovrebbe essere per tutte e tutti un giorno dove ricordare e celebrare le conquiste sociali, politiche, professionali e di emancipazione che le nostre antenate hanno ottenuto nel corso della storia con coraggio e sacrificio. 
Cogliendo l’occasione di questa giornata, la Libera Università di Bolzano e il Comitato Pari Opportunità Unibz –composto dalla professoressa Elisabeth Tauber, Alessandra Papa e Nelly Pattis– celebrano le pioniere della progettazione grafica con la mostra “PINK. Le Pioniere del graphic design. Donne nella storia del progetto Grafico Italiano” prodotta e curata dal Centro di Documentazione sul progetto grafico di AIAP. La mostra verrà inaugurata proprio domani, Venerdì 8 Marzo, alle ore 13 nel Foyer della Biblioteca e rimarrà aperta e visitabile fino al 18 Marzo. 
I materiali che saranno esposti nei corridoi del campus di Bolzano provengono da fondi archivistici e dalla biblioteca del Centro di Documentazione sul Progetto Grafico di AIAP, e contribuiranno a ricostruire e mettere in luce le figure e i contributi di progettiste grafiche attive tra gli anni ’50 e ’70 del novecento, un periodo di grandi cambiamenti per la società italiana, tra boom economico e nuovi costumi. Brunetta Mateldi, Anita Klinz, Claudia Morgagni, Simonetta Ferrante, Jeanne Grignani, Umberta Barni, Carla Gorgerino, Ornella Linke Bossi, Alda Sassi (Alsa), e Lora Lamm: ecco i loro nomi. Attraverso manifesti, libri, bozzetti, disegni e fotografie, la mostra rivela non solo questi gli artefatti grafici, ma anche le vite di donne autonome, coraggiose e di talento che hanno conciliato con successo la vita professionale e privata, sfidando i pregiudizi dell’epoca. 

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Per i non-addetti-ai-lavori, AIAP è l’Associazione di riferimento in Italia per progettisti e progettiste della grafica e del design della comunicazione, nata nel 1945 e attiva a livello nazionale ed internazionale. Attraverso diverse attività e campi d’azione, AIAP offre contenuti culturali che favoriscono la discussione e il confronto su tematiche attuali attraverso la lente della storia. Nel CDPG – Centro di Documentazione sul Progetto Grafico – sono presenti oltre 70.000 artefatti a cui AIAP dedica iniziative, mostre e pubblicazioni. I materiali conservati sono il risultato di donazioni e lasciti da parte di soci ed eredi di progettisti grafici e l’esito di un lavoro di ricerca e acquisizione sistematica, teso a individuare la possibilità di riscoprire e condividere case study a livello italiano e internazionale.

La mostra “PINK. Le Pioniere del graphic design. Donne nella storia del progetto Grafico Italiano” nasce da una lunga attività di ricerca, sempre in continuo divenire, sul tema delle figure femminili nella progettazione grafica all’interno del contesto associativo AIAP. Mostre, presentazioni e seminari con progettiste di tutto il mondo: sono molte le attività che AIAP ha organizzato e promosso nel corso degli anni con la volontà di innestare riflessioni sul ruolo e sulla cultura professionale femminile, ponendo l’accento su sensibilità e forme progettuali diverse. In questo contesto, si inserisce l’AWDA, l’AIAP Women in Design Award, dedicato a progettiste, ricercatrici e studentesse del mondo della comunicazione visiva e giunto lo scorso anno alla sua quinta edizione. Grazie anche questo formato è stato possibile valorizzare alcune di queste figure del passato attraverso i riconoscimenti alla memoria o alla carriera.

Il progetto PINK, ideato da Paola Ciandrini (CNR, Università degli studi di Macerata), Francesco Ermanno Guida (Politecnico di Milano, AIAP CDPG) e Lorenzo Grazzani (AIAP CDPG), nasce inizialmente con due anime: da un lato la ricostruzione di profili e la raccolta di materiali progettuali di protagoniste che non erano mai state messe in evidenza prima o comunque poco; e dall’altra rilettura di certi artefatti attraverso la nostra contemporaneità. Il nome stesso del progetto, scelto da Paola Ciandrini, vuole essere una sorta di provocazione, proprio come le organizzazioni femministe che usano questo colore in un gioco di ribaltamento delle stereotipo per veicolare importanti idee.

Web

L’importante lavoro di ricerca storica condotto da AIAP CDPG ha evidenziato da un lato, per quanto riguarda le arti applicate e il design del prodotto, che già a inizio anni duemila l’attività di ricerca e catalogazione di artefatti delle progettiste era in atto; ma che allo stesso tempo c’era un sostanziale vuoto per quanto riguarda il mondo della comunicazione e della grafica. In aggiunta, nei principali testi italiani ed internazionali le progettiste donne non compaiano o compaiano raramente. Negli anni è diventato sempre più evidente che attraverso la ricerca, la documentazione e l’acquisizioni costante di archivi e fondi, è fondamentale una riscrittura della storia della progettazione grafica, che troppo spesso ha marginalizzato le progettiste, prediligendo una narrazione dal punto di vista maschile. Questa opera di revisione e riscrittura appare importante non solo per restituire una verità storica, ma anche e soprattutto per fornire anche agli studenti, ai progettisti di domani, nuovi modelli di riferimento. Ad introdurre la mostra domani, sarà un talk di Francesco Ermanno Guida, professore associato del Dipartimento di Design del Politecnico di Milano e coordinatore AIAP CDPG, che approfondirà le ragioni storiche, storiografiche e scientifiche della ricerca “PINK”, offrendo una prospettiva completa sulle figure delle donne che costituiscono il cuore del progetto. “Gli anni a cui si riferisce PINK hanno rappresentato un periodo in cui l’inserimento lavorativo delle italiane, anche in settori professionali per certi versi ‘privilegiati’, era condizionato da stereotipi. Le protagoniste della mostra sono figure di spicco che non solo hanno lasciato un’impronta indelebile nel campo del graphic design, ma hanno anche sfidato i pregiudizi del tempo sui ruoli femminili.” spiega il professor Guida.
Scrivere storie di donne, o meglio, riscrivere le donne nella storia è un modo per restituire visibilità al ruolo fondamentale che le donne hanno avuto e hanno nel più ampio contesto sociale, culturale, artistico e scientifico, un modo per offrire modelli e riferimenti più realistici e inclusivi in cui specchiarsi anche alle generazioni future” aggiunge Letizia Bollini, professoressa ordinaria della Facoltà di Design e Arti, che dialogherà insieme al professor Guida nel talk in programma. 

Come materia di studio, la storia mi  è sempre piaciuta e quando poi, all’università,  si è  trasformata in Storia del design, mi ha appassionato ancora di più. Per approfondire l’argomento, contatto telefonicamente il professor Guida, protagonista del talk in programma domani, per rivolgergli un paio di domande sullo stato attuale della progettazione visiva. 

Professore, leggendo di queste progettiste, che con il loro lavoro sono riuscite a lasciare un segno in un’epoca dove non era così scontato che una donna potesse realizzarsi professionalmente, non posso fare a meno di domandarmi a che punto siamo oggi  rispetto a quegli anni?
Dal mio punto di vista, certi stereotipi e difficoltà a livello culturale persistono: ancora oggi le colleghe spesso si trovano a doversi confrontare con filtri culturali, come ad esempio la precedenza del collega uomo rispetto alla collega donna a parità di qualifica. Tuttavia ci sono stati dei notevoli margini di miglioramento: nel dopoguerra era molto forte, ad esempio, il preconcetto che le donne che lavoravano in uno studio o –come si chiamavano all’epoca– negli uffici pubblicità, fossero più portate per il disegno, senza considerare che molto spesso ero uno dei pochi percorsi di formazioni a cui potevano accedere. Oggi questo è stato totalmente sorpassato.
Nelle nostre scuole, anche nei corsi universitari di livello superiore, il 60% o più è costituito da studentesse; eppure se chiedessimo in una classe di nominare i grafici più interessanti o di riferimento, con ogni probabilità il 90% sarebbero nomi di personalità maschili. Questo perché nei corsi di storia spesso si racconta solo di questi maestri e per scardinare il sistema è importante cercare di portare nelle aule nuovi modelli di riferimento, alternativi alle narrazioni principali.  Le donne di cui parliamo anche attraverso la mostra, sono donne che conciliavano con ambizione la vita professionale ad altre dimensioni personali. Lo scopo della ricerca è quello di avere descrizioni e profili più vicine anche alla nostra quotidianità che, anche se i tempi sono molti diversi, possano essere d’ispirazione, per ricordare che con è con determinazione e coraggio che si ottengono i risultati.

Molti lavori delle progettiste in mostra, riguardano gli anni del boom economico, quando occorreva pubblicizzare e lanciare sul mercato marchi e prodotti, prevalentemente attraverso stampati come le pubblicità nelle riviste, poster e packaging di prodotto. Professore, che cosa è cambiato oggi nel mondo della comunicazione visiva?
Certamente, durante il boom economico lo scenario era molto diverso.Fino a prima della guerra, l’Italia era un paese prevalentemente agricolo e che diventa nel dopoguerra e in pochi anni una delle grande potenze industriali al mondo. Questa spinta positiva, un senso di speranza e crescita, hanno accompagnato l’inserimento lavorativo ed educativa delle donne. Rispetto ad allora, è cambiato il sistema e i canali si sono aggiornati ai linguaggi globali. Per alcuni versi forse si assiste ad un certo appiattimento, ma per altri invece c’è un arricchimento proprio dei codici. Un tempo, anche molte delle pubblicità a cui hanno lavorato alcune delle figure che mettiamo in evidenza, erano assuefatte a quelli che erano i codici dell’epoca e si ricorreva spesso anche a stereotipi. Al contrario, oggi c’è una maggiore attenzione ai messaggi e ai registri comunicativi. Come docente mi sento di dire che abbiamo la possibilità e l’obbligo di indicare ai nostri studenti di prestare una maggiore attenzione su questo.  

Venerdì 8 Marzo 2024 inaugurazione mostra, H 11–13 Talk con prof. Francesco E. Guida in dialogo con prof. Letizia Bollini, H 13 Opening (Foyer Biblioteca). Mostra visitabile fino al 18 Marzo 2024, dal Lunedì al Venerdì dalle ore 8 alle 17 e il sabato dalla ore 8 alle ore 11.

Credits: (1) Claudia Morgagni (1928–2002), Esso Extra Motor Oil, poster, 1956 ; (2) Umberta Barni (1927-?), Richard Ginori, pagina pubblicitaria, 1958; (3) Anita Klinz (1925 – 2013), Il Saggiatore, copertine per “Storia letteraria degli Stati Uniti”, 1963; (4) Simonetta Ferrante (1930), Datacontrol, pagina pubblicitaria, 1967; (5) Claudia Morgagni, locandina per il settimanale femminile “Stop”, 1964 (AIAP CDPG); (6) Locandina della mostra, AIAP.

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