Music

August 9, 2012

Le colonne sonore sono la nuova musica colta?

Alessandro Tommasi

“For me there are just two types of music: good music and bad music.”
Questa è parte del breve discorso tenuto dal direttore d’orchestra Dirk Brossé dopo l’intervallo del concerto del Bolzano Festival Bozen “Film melodies-from Hitchcock to Spielberg”, dedicato, come già intuibile dal titolo, alle più celebri melodie tratte da colonne sonore cinematografiche.

Con calore Brossé ha sostenuto l’importanza sempre maggiore delle musiche da film, fra la quali si può trovare tanta musica scadente quanta musica di alto livello, come succede, peraltro, in ogni genere musicale.

Il concerto di ieri sera al Teatro Comunale, infatti, ha visto l’European Union Youth Orchestra, comunemente detta EUYO per comodità, cimentarsi con un vasto repertorio di musiche da film appositamente scritte oppure utilizzate come colonne sonore, ad esempio la celeberrima apertura di Also sprach Zarathustra di Strauss in 2001 Odissea nello spazio.

Anche ai compositori classici Brossé ha dedicato una frase. Senza dubbio maestri quali Beethoven e soprattutto Mozart sarebbero al giorno d’oggi importanti compositori di colonne sonore, sostiene il direttore. Come dargli torto? Ogni compositore si è adattato alle richieste dei suoi tempi e compositori ora ritenuti classici, ad esempio Prokof’ev per il famoso Alexander Nevskij di Ėjzenštejn, iniziarono già a comporre musica da film.

L’accento è stato messo soprattutto sullo scopo di programmi simili: riportare i giovani alle sale da concerto. Chi bazzica negli ambienti dell’insegnamento musicale, soprattutto nelle scuole medie e negli istituti musicali, già lo sa da molto tempo. Per attirare i ragazzi all’ascolto e allo studio della musica di buon livello parlare di musica classica spesso è complesso, se non addirittura controproducente. Il concetto stesso di concerto è ormai mutato e le sale da concerto sono riempite in gran parte da adulti e anziani, cosa che di certo non aiuta a togliere la polvere dalla “vecchia” musica classica. I compositori classici “di oggi” inoltre di certo non aiutano molto, risultando, e ora generalizzo ovviamente, la loro musica spesso troppo intellettuale e riservata ad ambienti di esperti e sporadici appassionati.

Per convincere un ragazzo a svegliare l’orecchio addormentato e indolenzito da una musica ormai diventata un costante sottofondo è necessario qualcosa che lo attiri e lo invogli, ma che permetta anche un ascolto più approfondito. Una colonna sonora, dunque, parte avvantaggiata. Chiunque abbia visto film come Pirati dei Caribi, Star Wars, Up o un qualsiasi western di Sergio Leone, tutti film rappresentati nel concerto di ieri sera, non può non essere investito dalle immagini del film stesso durante l’ascolto della musica. Questo garantisce un’attenzione maggiore, l’abbandono del rifiuto a priori nei confronti della musica e favorisce una costante abitudine all’ascolto. Persino non avendo visto il film, come mi è capitato per diversi brani del programma, l’ascolto risultava comunque più semplice. Una colonna sonora deve adempiere dopo tutto al proprio dovere di ricreare e rafforzare musicalmente eventi o stati d’animo esposti dalla pellicola, riconoscibili facilmente anche per un orecchio di certo non esperto o abituato all’identificazione degli stilemi. Non di rado capita infatti che ragazzi avvicinatisi all’ascolto della musica sinfonica attraverso le colonne sonore dei loro film preferiti siano poi molto più ricettivi nei confronti anche della sterminata e complessa musica classica, spesso riconoscendo somiglianze e citazioni fatte dai compositori odierni.

Ancora più riconoscibili sono stati i brani nel concerto della EUYO che, oltre al superbo livello dell’orchestra, ha fornito una breve spiegazione di ogni gruppo di brani, raccolti per similitudini di stile e genere (mare, guerra, thriller, eccetera). Una fanciulla dallo spiccato accento inglese intramezzava i gruppi di brani alternando tedesco e italiano senza tradurre. Persino una discreta lezione di bilinguismo! Attraverso queste e altre trovate il concerto è stato reso più accessibile anche per i ragazzini presenti, come la benda sull’occhio del violoncellista solista durante Pirati dei Caraibi, l’oboista bolzanina Maria Demetz vestita da “cowgirl” per suonare il corno inglese nei temi di Ennio Morricone rivisti da Michael Daugherty o il direttore d’orchestra che dirige il pubblico, cosa che fa molto Neujahrskonzert dei Wiener, durante il sempre bello Moon River.

La mia opinione sull’apertura in questo Bolzano Festival Bozen dei concerti del ciclo Orchestre, musica e gioventù dunque non può che essere positiva, sperando che un concerto simile attiri un gran numero di spettatori anche ai prossimi, soprattutto fra i più giovani. Unica nota di rammarico? Per affrontare ben ventiquattro film (con l’aggiunta non troppo sorprendente di due bis, Mission Impossible e il già citato Moon River) non è stata possibile l’esecuzione più per esteso di alcuni di essi, ad esempio Star Wars in cui la mancanza della Marcia Imperiale e di altri stupendi temi si è purtroppo fatta sentire.

Ma forse, da grande appassionato della saga, morivo semplicemente dalla voglia di sentirla ancora suonata dal vivo.

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