Music

April 8, 2011

Il favoloso mondo di Denise in arrivo al Pippo

Marco Bassetti

Denise Galdo, titolare del progetto Denise Project, in arte semplicemente Denise, è senza dubbio uno dei nomi più interessanti usciti in questi anni dalla scena indie italiana. La giovane cantautrice di Salerno è salita alla ribalta nel 2009 con l’EP Carol of Wonders e oggi con Dodo, do! (uscito l’anno scorso, prodotto nientemeno che da Gianni Maroccolo) ha fatto innamorare pubblico e critica. Il suo cantautorato sognante, la sua soffice voce, le suo sonortità orecchiabili e colorate di elettronica, il suo mondo da fiaba, la cura minuziosa dei particolari… tutto fa pensare ad un’artista già matura. Folktronic? Glitch pop? Poco importa, perchè Denise sa esattamente quello che vuole e lo fa decisamente bene. Scelta da MTV come artista del mese all’interno del progetto New Generation, Denise è pronta per conquistare l’Europa col suo personalissimo stile, in punta di piedi, anzi in punta di chitarra. Domani sera Denise sarà ospite della rassegna musicale del Pippo.stage. Franz l’ha intervistata.

Denise Project non è proprio una band, cos’è esattamente?

Artisticamente mi presento semplicemente come Denise. Ma su sito e Myspace trovi Denise Project, per evidenziare il progetto che sta intorno al mio nome. Si tratta di un progetto nato assieme ad Alessandro Di Liegro, mio attuale chitarrista e principale collaboratore. Prima avevo un altro gruppo in cui però non mi sentivo molto espressa, così ho deciso di iniziare un nuovo percorso a cui dedicare tutte le mie energie ed è per questo che abbiamo deciso con Alessandro di dare al progetto il mio nome. Ora mi sento completamente libera di esprimere la mia creatività. Alessandro mi aiuta a filtrare le mie idee da un punto di vista musicale perché io non sono una musicista e, a dire il vero, non sono nemmeno una cantante, ho fatto nove anni di coro ma non ho mai studiato canto in maniera professionale. Alessandro mi aiuta molto, la sua scrittura compositiva si adatta molto bene al mio mondo.

Oltre alla musica ti occupi di ogni aspetto del progetto, curi l’immagine, produci dei simpaticissimi promo video, sei regista dei tuoi video…

Per me essere indipendente significa questo. Venire da una matrice indipendente non significa vestirsi in modo fighetto, significa avere il controllo di ogni aspetto del progetto: io sono questo e voglio esprimerlo con tutti i mezzi di cui dispongo, fotografia, video… Tutto si lega e stimola la mia creatività. Ho imparato le prime cose da mio padre che è grafico e poi ho continuato imparando e sperimentando con mezzi e programmi sempre nuovi.

Nel tuo immaginario occupa un posto importante il mondo degli animali. Come mai?

Considera che vivo con cinque gatti. La mia vita è stata sempre contornata da animali e ora sto studiando medicina veterinaria. Poi sono sempre stata affascinata dagli animali delle favole, quelli che parlano, sono vestiti, hanno caratteristiche antropomorfe. Ad esempio il dodo (Dodo, do! è il titolo dell’ultimo album di Denise, ndr) ha catturato la mia curiosità perché ha questo aspetto molto goffo e simpatico. Ha subito un’evoluzione molto particolare nel corso del tempo che gli ha fatto perdere alcune caratteristiche fondamentali e poi si è estinto a causa dell’uomo. Insomma mi interessa trovare degli elementi naturali che hanno caratteristiche strabilianti, come se fossero usciti dalle favole.

La fantasia occupa un ruolo importante nella tua arte. Il mondo ti spaventa e la fuga nella fantasia è un rimedio efficace per essere felice?

Ognuno ha un modo proprio di approcciare la realtà. Io non amo molti aspetti del mondo che ci circonda, ho difficoltà a guardare un telegiornale perché mi angoscia, sento molto il peso delle cose che non vanno. Il sistema giornalistico rappresenta la realtà in maniera molto negativa e il mio modo di vedere le cose mi permette di uscire al di fuori da questa visione. In realtà le mie canzoni parlano di cose attuali, però filtrate attraverso una chiave di lettura che è quella delle favole. Il mio modo di descrivere la realtà non potrà mai avvicinarsi a quello, ad esempio, di Luci della centrale elettrica (progetto musicale del cantautore ferrarese Vasco Brondi, ndr). Quel tipo di cantautorato a me non piace perché vomita in faccia alle persone tutto quello che non va. Io non amo fare questo, a me piace far vedere alle persone che sotto le cose che non vanno c’è qualcosa di più profondo, di magico, che ci permette di vivere e di vivere bene.

Nella tua musica si scorge il recupero di alcune sonorità anni Sessanta, anni in cui la fantasia stava al potere.

Quello che mi affascina degli anni Sessanta è il modo di utilizzare la poesia. I testi delle canzoni erano molto profondi e avevano un dimensione molto sognante. Se si confronta un testo di Tenco a uno di Laura Pausini non c’è proprio paragone. In realtà l’unico riferimento chiaro agli anni Sessanta c’è solo in “Funny lovers”, diciamo che il riferimento agli anni Sessanta nella mia musica riguarda più la poesia, un certo modo di trattare il tema dell’amore, che le sonorità.

Sul tuo profilo di Facebook, segnali come film preferiti Il favoloso mondo di Amelie e Nemo. Mi sembra che queste scelte dicano molto sul tuo mondo…

Veramente? Non lo sapevo (ride)… Amelie l’ho visto molti anni fa, a quel tempo il mio primo fidanziato mi disse “Lo devi vedere perché Amelie sei tu”. Io lo guardai e effettivamente trovai molte cose del mio modo di essere e di vedere le cose. Nel corso degli anni poi ho conosciuto altre persone che condividono questo modo di vivere. Quanto a Nemo, io amo molto i cartoni animati della Walt Disney, principalmente quelli classici, quelli con cui sono cresciuta e che conservavano una visione molto favolistica. Quelli della nuova generazione mi piacciono meno, ma Nemo è molto poetico, è una favola attuale.

Domani parti per Bolzano, puoi portare con te solo un disco, quale? (Questo gioco funzionava nell’era pre-digitale, oggi effettivamente fa un po’ ridere)

Oggi ti direi l’album di Anna Calvi (album omonimo di debutto della cantantautrice britannica, uscito all’inizio di quest’anno, ndr) perché lo sto ascoltando molto in questo periodo. Ma in generale, se dovessi indicare un album, sceglierei Pearls di Carole King.

DENISE
Sabato 9 aprile, ore 21.00
Pippo.stage, Parco Petrarca 12, Bolzano

www.deniseproject.it
www.myspace.com/deniseproject

Print

Like + Share

Comments

Current day month ye@r *

Discussion+

There are no comments for this article.