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May 19, 2012
Dark Shadow: un piatto mal riuscito
Andrea Beggio
Immaginatevi di essere un critico culinario un po’ sullo stile di quelle trasmissioni che oggi affollano la programmazione televisiva e nelle quali, cuochi professionisti o amabili dilettanti, si sfidano di fronte ad una giuria di perfidi assaggiatori. Immaginatevi ora di dover assaggiare il vostro piatto preferito un numero imprecisato di volte. Quasi sicuramente il risultato sarà che quel piatto non lo vorrete vedere neanche in fotografia.
Forse un parallelismo troppo stretto con quest’ultima fatica di Tim Burton è esagerato poiché, nel complesso, si tratta di un lavoro di gran qualità (… appunto! Esattamente come il vostro piatto preferito). Semmai il problema che affligge questo creativo nerd del B-movie gotico, sta proprio nella produzione presa nel suo insieme e di cui comunque, quest’ultimo Dark Shadows non brilla certo per essere la sua opera migliore.
L’utilizzo costante sempre dello stesso attore protagonista impone la necessità di trovare altre strade per differenziare un po’ invece, anche quando può farlo, il nostro abitudinario Tim si rifugia nel suo limitato universo creativo.
Sono veramente scoraggiato, anche quando sui titoli di testa ci vuole informare che la storia è tratta da una serie televisiva degli anni ’60, non riesco a dare a questa informazione una valenza positiva. Anche il solito Johnny Depp, con la solita carnagione bianchissima nei panni di un resuscitato vampiro imprenditore non mi sembra molto originale, vista la sovrabbondanza di vampiri in serie televisive film e romanzi.
Forse il regista, accostando la figura dell’imprenditore a quella del vampiro voleva farci riflettere sulla natura predatoria del capitalismo? … no, Tim non ha lo spessore….
Per quanto riguarda la musica, ottimi i brani anni ’70 mentre, la colonna sonora in senso stretto, soffre dello stesso male di cui soffre il resto del film: è una cattiva minestra riscaldata.
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