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October 23, 2024
Enisex: provocazioni sartoriali pop e performance elettriche in alta quota
Silvia M. C. Senette
Da dieci anni, grazie a Progettoborca, l’arte contemporanea ha trovato casa tra le Dolomiti venete nell’ex Villaggio Eni di Borca di Cadore. Sabato dalle 18, nella spettacolare cornice dell’ex Colonia a 3.200 metri di quota, l’immensa struttura dismessa negli anni ’90 diventa scenario di un doppio progetto: Enisex, l’irriverente linea di abbigliamento ideata da Silvia Spada e Andrea Renzini, e la performance musicale del collettivo Volkwerk Folletto con il nuovo album “Caspar Pulver”. Due esperienze che si intrecciano su filo conduttore della creatività che si spinge a esplorare l’immaginario collettivo, l’iconografia popolare e l’appropriazione artistica.
Enisex non è una semplice collezione di abiti, ma un concept, un gioco di rimandi visivi e culturali che affonda le radici nell’icona del cane a sei zampe dell’Eni, storica azienda italiana degli idrocarburi. L’idea nasce con spirito giocoso, artistico, fino al punto in cui la critica e la provocazione diventano parte integrante del progetto. Il creativo Andrea Renzini ricorda la genesi di Enisex: “Il progetto è nato un po’ per caso. Il cane dell’Eni è un simbolo che tutti noi, in Italia, conosciamo: lo abbiamo avuto sotto gli occhi per decenni, è legato agli anni del boom economico, ai distributori di benzina, agli iperself che incontriamo ancora oggi. Io mi sono sempre divertito a giocare con le immagini che fanno parte del nostro patrimonio visivo e culturale. Così, nel 2014, ho iniziato a lavorare su una serie di ritratti di dittatori, da Gheddafi a Saddam Hussein, a cui avevo applicato il cane Eni sulla fibbia della cintura; mi divertiva vedere l’icona della benzina italiana associata a quei tiranni che, ironicamente, ci vendevano proprio il loro petrolio dall’Iraq e dalla Libia. Da quel lavoro è nata l’idea di riprodurre il simbolo sui capi di abbigliamento, ed è così che Silvia e io abbiamo creato Enisex: una linea di vestiti che gioca sull’uniformità di genere, una collezione pensata per essere indossata da uomini e donne”.
Il progetto Enisex va oltre la pura provocazione iconografica. Renzini racconta come assieme alla stilista Silvia Spada, con cui condivide vita e lavoro da oltre ventisette anni, abbia sviluppato una capsulevisivamente d’impatto e sartorialmente ricercata. “Silvia è una stilista bravissima. Disegna, cuce, progetta tutto da sola. Da quando abbiamo iniziato a collaborare, abbiamo unito la mia passione per l’arte visiva con la sua per i tessuti e ogni anno creiamo una collezione unica, pezzo per pezzo. Non c’è nulla di seriale o industriale, ogni pezzo è una creazione a sé: che siano le nostre iconiche jumpsuit o le t-shirt. Le nostre collezioni non sono disponibili nei negozi: le presentiamo soltanto in occasione di eventi particolari, come sabato all’ex Colonia Eni”.
In occasione dell’Openstudio di Progettoborca, il duo presenterà una selezione di capi Enisex, caratterizzati da una forte influenza pop e un’attenzione meticolosa ai dettagli. “Porteremo in esposizione e in vendita alcune delle nostre tute da lavoro personalizzate, diventate il nostro segno distintivo. Pezzi che abbiamo rielaborato completamente, rifacendoli da zero. Quindi proporremo la performance di customizzazione “Iper-Fast”: chiunque potrà portare i propri indumenti o oggetti e noi li trasformeremo in tempo reale, con bombolette spray e stencil, personalizzandoli con loghi di marchi noti quali Eni, Agip, Total… È un modo per giocare con la memoria collettiva legata all’energia e all’industria del petrolio, oggi al centro delle nuove politiche ambientali”.
Un elemento cruciale del progetto è anche lo spirito provocatorio nei confronti della proprietà intellettuale. “Il copyright del cane Eni? Oddio, in effetti ci potrebbe anche essere! Smetteremo quando ci diranno che non possiamo più usarlo. Ma l’arte è appropriazione: Andy Warhol ”rubava” i barattoli di zuppa di pomodoro Campbell’s, Mario Schifano giocava con il logo della Esso. Il nostro non è un prodotto industriale o di largo consumo, è un’opera d’arte in forma di abbigliamento. Non stiamo cercando di fare profitto sull’icona del cane Eni, ma di usarla come veicolo per esprimere qualcosa di più profondo e allo stesso tempo ironico”. Il brand, di nicchia ma già molto apprezzato dal target di giovani dai 20 ai 40-45 anni, ha come novità il “basket dress”: dal restyling di due maglie da pallacanestro in viscosa leggera e colorata – una usata come top e l’altra come gonna, con le tasche realizzate con le maniche tagliate – sono nati abiti lunghi con il cane applicato ovunque.
La serata non si esaurirà con la presentazione della nuova collezione Enisex e la performance “Iper-Fast”. Alle 21.30 l’aula magna dell’ex Colonia si trasformerà in uno spazio sonoro grazie al collettivo Volkwerk Folletto che segnerà il debutto del nuovo album Caspar Pulver. Renzini, con il suo spirito eclettico e incline alla sperimentazione, anticipa il progetto musicale di cui è fondatore. “Il collettivo Volkwerk è nato dal desiderio di mischiare le carte in tavola, di sovvertire i generi musicali: infatti io “suono” l’aspirapolvere. Da anni ho trasformato questo elettrodomestico un vero e proprio strumento musicale, trasformando il suo suono in qualcosa di nuovo, quasi un sax contralto. Il nome stesso del collettivo è un gioco di parole: Volkwerk deriva da Vorwerk, l’azienda che produce l’aspirapolvere Folletto, ma Volk in tedesco significa “popolo”, Volkwerk è il lavoro del popolo. L’aspirapolvere aspira tutto, senza distinzioni, e così facciamo noi con la musica: assorbiamo con forza centripeta generi, stili, suoni e li restituiamo sotto forma di un pulviscolo sonoro unico”.
Il progetto discografico, che spazia dal krautrock al folk elettronico, ha attirato nel tempo artisti e intellettuali: dal filosofo dell’autonomia operaia Toni Negri al pioniere della musica elettronica tedesca Hans Joachim Roedelius, compositore dei Cluster. Sabato questo universo sonoro verrà ricreato dal vivo in una performance che promette di affascinare gli amici di Progettoborca. “Sul palco il mio look sarà ovviamente total Enisex – rivela Renzini -. Indosserò una lunga djellaba marocchina con il cane dell’Eni stampato sul retro e, sul volto, un velo nero da lutto siciliano: una sorta di monaco con un aspirapolvere in mano. Un Alfatec, però, perché quello della Folletto costa troppo”.
Foto credits: Enisex, Silvia Spada e Andrea Renzini, Voklwerk folletto
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