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December 1, 2023

TESSERE TESSERE

Maria Quinz

TESSERE TESSERE. 

Mi piace pronunciare questa parola a fior di labbra. E farla risuonare così: al plurale, non una ma due volte. Una parola su cui mi soffermo e che percepisco così stratificata, pregna di afflati e di senso. Astraendomi dalla prosaicità del quotidiano e sorvolando su quella pila di carte plastificate che ingombrano il mio portafogli, visualizzo nella mente i piccoli tasselli di pasta vitrea di un mosaico, un incastro di azulejos bianche e blu in una soleggiata via portoghese, i tarocchi di Marsiglia stesi su un tavolo e anche i cartoncini sbiaditi di un memory della Ravensburger con cui giocavo da bambina. Penso a una forma geometrica di quattro lati, quadrata o rettangolare: una forma equilibrata, protettiva come una fortezza, non ieratica e perfetta come il triangolo o il cerchio, ma capace di racchiudere all’interno, dentro la sua cornice, autentiche meraviglie come le opere d’arte. 

Una forma che sa elevarsi alla potenza, apparentemente chiusa in sé ma in realtà flessibile, nel momento in cui si fa “plurale” e i suoi tasselli, nello stare insieme (tutti ugualmente determinanti) diventano altro, generando bellezza e conoscenza; ma anche relazione, gioco, divertimento, poesia. E di strada se ne può fare tanta, andando sempre più lontano con “tessere e tessere” che si avvicendano una accanto all’altra, all’infinito. Visualizzo un’antica via lastricata in pietra, costruita cubetto dopo cubetto: si inerpica tra promontori e boschi, non si interrompe mai, ma conduce sempre un po’ più in là, oltre l’orizzonte.

E visualizzo anche l’arcolaio della Bella Addormentata, un tappeto marocchino, la trama soave della seta, una ghirlanda di fiori, la tela del ragno. Perché “tessere” è anche la millenaria attività di intreccio al telaio dei fili della trama con quelli dell’ordito. E qui penso alla affinità tra creatività e tessitura: alla “composizione dell’intreccio” in letteratura, alla “trama” del racconto e a quel “fil rouge” (o anche “bleu ciel”) che si srotola via via, tratteggiando traiettorie e corrispondenze…

L’opera d’arte è un tappeto incompleto in cui i fili si agitano nel vento. / Chiunque può prenderne uno e continuare a tessere. 

TessereTessere_4_foto Samira MoscaMaria Lai

Ed eccomi finalmente a parlare di TESSERE TESSERE il bellissimo progetto di Francesca Fattinger, mediatrice culturale e giornalista (che conoscete bene dalle pagine di franzmagazine) e Agnese Costa, anche lei  mediatrice ed educatrice culturale, in collaborazione con l’Associazione di Laives lasecondaluna. Associazione culturale, che sostiene e promuove le attività dei giovani artisti e creativi sul territorio locale e di cui abbiamo scritto spesso sulle nostre pagine, segnalando i suoi tanti e interessanti progetti.

Nell’introdurre TESSERE TESSERE ricorro alla definizione che mi dà Francesca, quando descrive la creazione sua e di Agnese come “un manuale scomposto, giocoso e pratico della mediazione d’arte”, o “anche una cassetta degli attrezzi per generare incontri, percorsi e nuove trame”. Un manuale non tradizionale perché non parliamo di un libro ma di un cofanetto che custodisce 60 tessere, con altrettante attività attraverso cui scoprire gli artisti e le artiste che sono stati coinvolti nel progetto, riflettere sul ruolo e significato dell’arte, ma anche conoscere meglio sé stessi, il luogo in cui si giocherà e le persone con cui verrà condiviso. E tutto questo attuandolo attraverso incursioni in molteplici linguaggi, legati alla parola e al pensiero, ma anche al movimento e alla scrittura, a pratiche manuali, ludiche e di sperimentazione grafica.

Prima di addentrarci nel racconto più dettagliato del progetto, segnalo che è attualmente in corso un crowdfunding per realizzare una prima tiratura di 150 copie di TESSERE TESSERE. Chi sosterrà il progetto sarà anche tra i  primi a ricevere o a regalarne un mazzo. Il crowdfunding funziona infatti come prevendita: si potrà ottenere così una della 150 copie realizzate, che arriverebbero prima di Natale e che quindi potrebbero costituire anche una bella idea regalo per queste feste. Il crowdfunding ha preso il via l’8 novembre e chiuderà il 10 dicembre 2023. È possibile contribuire con una donazione sulla piattaforma produzionidalbasso.com al seguente link: produzionidalbasso.com/project/tessere-tessere-16-opere-d-arte-per-scoprire-il-mondo.

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Francesca chi può usare TESSERE TESSERE?

 Lo possono usare tutti e tutte: educatrici, educatori museali e insegnanti in primis nella loro attività professionale, sia in attività all’interno di musei che nelle classi scolastiche e in percorsi formativi di varia natura. Ma ci si può divertire e stimolare a vicenda anche in famiglia o tra amici per conoscersi meglio attraverso l’arte e il gioco e magari scoprire in modo alternativo una città, una mostra o un museo. TESSERE TESSERE può anche essere utilizzato proficuamente in contesti aziendali, per organizzare sessioni di team building, o anche a livello individuale, per sperimentare in modo nuovo l’arte, le relazioni e i luoghi.

 Come è nato il progetto?

È nato nel 2020 durante la pandemia, in quel periodo di isolamento e chiusura forzata anche di scuole e musei – che tutti ricordiamo – e che ci ha condotto a riflettere più a fondo sul senso del nostro lavoro di mediatrici artistiche ed educatrici museali, oltre che sul valore dell’arte. Lo spazio ristretto in cui siamo stati costretti a vivere e il distanziamento sociale imposto (simbolicamente rappresentati dal metro quadro di superficie che le tessere ricoprono se disposte su una superficie piana) sono stati i limiti imposti da cui partire per tessere la trama  del nostro progetto tramite cui l’arte è diventata per noi generatrice di nuove possibilità.

Inizialmente TESSERE TESSERE è nato come occasione di riflessione e scambio tra me e Agnese, con l’intento di approfondire tra noi le caratteristiche della professione che condividiamo e che ci appassiona entrambe. Il “manuale scomposto” è diventato poi la nostra risposta a tali riflessioni e al desiderio di comunicare anche esternamente il senso del nostro lavoro.OLYMPUS DIGITAL CAMERA Abbiamo capito che era importante rispondere in modo concreto, tattile ed esperienziale a questa nostra esigenza, quindi non certamente con un manuale teorico – perché secondo noi la mediazione deve essere innanzitutto pratica. Tale riflessione ed esperienza di approfondimento e indagine personale ci ha portato poi oltre: non solo a sviluppare differenti modalità di interrelazione con le opere d’arte, ma anche a relazionarci diversamente e a conoscerci meglio. Dalle opere d’arte il focus è passato quindi alle persone. Una volta diventato prodotto, abbiamo percepito chiaramente la necessità che la nostra “creatura” spiccasse il volo, abbandonando le nostre mani per planare nelle mani di altri che potessero trasformarla e svilupparla in differenti direzioni, adattandola alla loro situazione. Scoprirete anche, sperimentando il gioco, che c’’è una linea che collega tra loro tutte le 60 tessere: un filo potenzialmente inarrestabile che può srotolarsi all’infinito.

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 Francesca qual’è quindi la vostra visione dell’arte e della mediazione in tale ambito?

Sia io che Agnese crediamo fermamente nel valore sociale dell’arte e siamo sicure che ponendola al servizio delle persone possa aprire porte e nuove prospettive su noi stesse/i e chi ci sta vicino, intorno o lontano. TESSERE TESSERE è un progetto a più voci ed un seme – speriamo – per genare nuove comunità. È partito da noi, dal nostro piccolo, per poi andare via via ad espandersi, intessendo sempre nuove trame.

 Chi sono gli artisti che avete coinvolto?

Sono Willy Verginer, Claudia Corrent, Angelo Demitri Morandini, Daria Akimenko, Officine Tesla, Bernulia, Christian Martinelli, Mirijam Heiler, Caterina Nebl, Francesca Balducci, Giancarlo Lamonaca, Daniele Girardi, Ivo Corrà, Laurina Paperina, Leander Schwazer, Forno Vagabondo. Sono artisti contemporanei che conosciamo personalmente e che condividono il nostro modo di intendere l’arte. Vengono principalmente dal Trentino Alto-Adige, ma tra loro si annoverano anche artisti e artiste di Mantova, Verona, Milano e perfino di Roma. Ci sono artisti affermati ed artisti più giovani di diversa formazione ed espressione. Ci piaceva l’idea che il gioco fosse come una mostra portatile e che contenesse più linguaggi differenti come la scultura, la pittura, la performance, il fumetto, la fotografia, il suono, la grafica, il disegno, l’azione, l’arte ambientale.

Non resta che augurar(ci)vi buone esplorazioni artistiche e buon divertimento!

Credits: (1, 2, 3, 5) Samira Costa; (2) Valerio Deidda.

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