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November 10, 2023

Interferenze multiple alla 00A Gallery di Trento
da Gabriel Lippmann ad Andrea Salvà

Francesca Fattinger

Vedi, in questi silenzi in cui le cose
s’abbandonano e sembrano vicine
a tradire il loro ultimo segreto
Eugenio Montale

Chiudete gli occhi e immaginatela: immaginate un’interferenza. Datevene il tempo, non affrettatevi, sentitela con tutto il vostro corpo, sono sicura che percepirete un ronzio, qualcosa che vi scuoterà dall’interno, una vibrazione che vi attraverserà. L’interferenza fa sì che ci sia una sovrapposizione, spesso erroneamente la si intende in termini negativi, invece è proprio grazie alle interferenze, alle sovrapposizioni, che si origina una trasformazione, un’espansione, un qualche tipo di maggiorazione o di incremento. Ve ne parlo perché, dallo scorso 26 novembre fino al 3 dicembre, la 00A Gallery di Trento si è come al consueto trasformata e ora varcata la soglia sembra di entrare in una curatissima sala museale in cui le interferenze sono multiple: si piomba in un museo della scienza e della tecnica o siamo in un museo d’arte? 

02 - interferential still life - rebirth of the Lippmann Plate Andrea Salvà

Le interferenze sono evidenti fin dal titolo della mostra: “Interferential Still Life. Rebirth of the Lippmann Plate” di Andrea Salvà e a cura di Carla Cardinaletti. La prima interferenza, che è un vero incontro vis-à-vis, è quello tra l’artista Andrea Salvà, fotografo meranese, e Gabriel Lippmann, fisico francese, attivo fra la fine dell’800 e l’inizio del 900. Un’interferenza tra la storia passata e la contemporaneità, un salto di più di 100 anni che scavalca le discipline e le unisce dando vita a una rinascita. Mi immagino il fotografo Salvà seduto a un tavolo (di laboratorio) a discutere con Lippmann. Li sogno discutere animatamente con gli occhi pieni di entusiasmo e meraviglia, il fotografo meranese che mostra al fisico francese come ha saputo prendere la sua straordinaria invenzione del sistema di fotografia interferenziale a colori, che gli valse il Nobel per la Fisica nel 1908, l’unica volta in cui questo prestigioso premio è stato assegnato a un’invenzione fotografica, e applicarci le conoscenze scientifiche contemporanee della nanotecnologia grazie al suo laboratorio chimico d’avanguardia, dove ha standardizzato e ingegnerizzato il processo di produzione delle lastre. 

05 - interferential still life - rebirth of the Lippmann Plate Andrea Salvà

Pochi fotografi oggi hanno familiarità con il nome Gabriel Lippmann, ancora meno hanno visto dal vivo una lastra originale di Lippmann e rarissimi al mondo sono i fotografi che sono riusciti a riprodurne la tecnica modificandola secondo gli standard e i mezzi contemporanei. Andrea Salvà è uno di questi, il primo in Italia. Sono quasi 4 anni che vanno avanti i suoi esperimenti e anzi, racconta, questa ricerca era partita più di una decina di anni fa con Christian Martinelli, collega, amico e fondatore assieme a lui della 00a Gallery, un sogno che continua ancora oggi, grande come allora, se non ancora di più. È assieme a lui e ai loro esperimenti nella camera oscura che è germogliato il desiderio di sfidare la tecnica fotografica stessa per trovare una soluzione che superasse quelle già esistenti: per ottenere insomma una visione senza precedenti. Così entrambi hanno intrapreso la propria personale strada di sperimentazione e indagine e Andrea, appena venuto a sapere della fotografia interferenziale, affascinato, ha cominciato a studiarla approfonditamente e poi a fare esperimenti su esperimenti. Il processo di Lippmann fin dalla sua invenzione si è rivelato infatti difficile e poco pratico, le esposizioni duravano pochi minuti e i colori erano difficili da visualizzare.  

01 - interferential still life - rebirth of the Lippmann Plate Andrea Salvà

Questo perché le lastre non erano e non sono colorate in sé, sono in bianco e nero, ma lo diventano grazie all’interferenza delle onde luminose con se stesse, realizzata grazie a speciali emulsioni e a uno strato riflettente posto dietro la lastra fotografica. Andrea Salvà, come detto, ha rinnovato in questo senso il processo di realizzazione, come spiega la curatrice: “I colori che l’artista Andrea Salvà ci restituisce sono il frutto di fenomeni interferenziali generati da piccole lastre di vetro opportunamente trattate con una speciale emulsione di sali d’argento in grado di catturare e fondere i raggi di luce. Non si tratta di pigmenti o coloranti, bensì di onde luminose che, attraverso le loro multiple riflessioni e sovrapposizioni, producono il prisma cromatico che l’artista intende mostrarci”. 

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Solo pochissimi fotografi fin dai tempi di Lippmann riuscirono a creare fotografie con la sua tecnica con successo. Nonostante le difficoltà, la fotografia di Lippmann rimane fino ad oggi una tecnica di estrema bellezza, sia tecnicamente che esteticamente, che nei suoi monotipi arriva alla più alta risoluzione fotografica mai raggiunta. Poter vedere dal vivo delle fotografie realizzate con questo sistema, come accade nella mostra di Andrea Salvà, è come assistere a un vero e proprio miracolo. Ed ecco che la domanda della curatrice “quando un fenomeno fisico diviene un’opera d’arte?” sembra ottenere risposta negli occhi meravigliati di visitatori e visitatrici che davanti alle opere del fotografo meranese non sono solo di fronte a uno straordinario fenomeno fisico e nemmeno solo di fronte a una fotografia, in forma di monotipo, ma sono di fronte a una scultura. Andrea Salvà non solo ha dato vita al suo personale processo di “rinascita” delle lastre Lippmann, ma ne ha curato ogni singola fase di realizzazione: dalla creazione delle emulsioni fino alla realizzazione della struttura su cui le lastre sono esposte e delle luci usate per illuminarle, che abbiamo capito essere la vera e propria protagonista, senza cui l’avanzato sistema interferenziale ingegnerizzato dall’artista meranese non produrrebbe alcunché. È la luce, sostanza immateriale per eccellenza, che dà vita alle sculture su cui il nostro occhio cammina meravigliato: le immagini illuminate opportunamente sembrano così uscire dalle lastre e prendere corpo in tutta la loro tridimensionalità. 

03 - interferential still life - rebirth of the Lippmann Plate Andrea Salvà
Quelle magie che in natura vediamo sotto forma del fenomeno dell’iridescenza, ad esempio nelle bolle di sapone, nelle conchiglie madreperla, nelle farfalle “blu”, sono qui riprodotte per dar vita a una nuova interferenza tra i soggetti fotografati, comunissimi oggetti di uso comune, ritratti secondo gli stilemi della fotografia pubblicitaria e del genere dello still life. Cosa succede se si fa interferire un modo di fotografare freddo e preciso come quello della fotografia pubblicitaria, ma si usa una tecnica straordinaria come il sistema interferenziale di Lippmann e in più lo si usa per fotografare oggetti ordinari e consueti come un libro, una calcolatrice, una macchina fotografica vintage o una serie di scatole di medicinali? A che collisione siamo di fronte? Che cosa se ne origina? Sembra quasi che quegli oggetti siano rinvenuti da un archeologo futurista: reperti di una vita passata sotto forma di immagini futuristiche in cui l’iper-definizione dei dettagli le rende lontane nel tempo, quasi irraggiungibili, ma allo stesso tempo quanto mai presenti e corporee. Rifulge da loro, riversandosi nei nostri occhi obbligati a una visione lenta, solitaria e attenta, a cui non siamo più abituati, “un inafferrabile bagliore di universo”. Dalla loro superficie iridescente sembra emergere quel segreto che Montale scorgeva nei silenzi tra le cose e che nelle opere del fotografo meranese si trasformano in porte d’accesso per un mondo atemporale e quindi eterno, dove storia e contemporaneità si abbracciano, dove corpo e immaterialità convivono, dove arte e scienza sono intrecciate a tal punto da non riuscirne più a scorgere i confini.

HyperFocal: 0 - interferential still life - rebirth of the Lippmann Plate Andrea Salvà

L’esposizione sarà aperta fino al 12.11.2023, dal mercoledì al venerdì dalle 15.00 alle 18.30. Per visite in altri orari o al sabato e alla domenica è necessaria la prenotazione (info al numero 335 7733760). Dal 13.11.2023 e fino al 03.12.2023 sarà visitabile solo su appuntamento scrivendo al seguente indirizzo: 00agallery@gmail.com.

Credits: (1,7) Massimo Giovannini; (2,3) Nicola Morandini; (4,5,6) Viviana Perghem

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