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October 6, 2014

Anita QuattroEver #10 Noi aruspici delle feci (Jean Piaget mi fa una pippa vol.3)

Felix Lalù

In questa serie si percorrono le tappe evolutive della criatura, dalla nascita, finché campa (qui il primo capitolo, qui il secondo) col fine di fare del duro paparismo un lauto business. Nel frattempo la criatura ha preso il nome di Bonucci (sul perché di questa provvida decisione leggi qui).
Eravamo rimasti che Bonucci aveva 6 settimane. Di seguito la sua evoluzione tratta dai miei diari personali.

8 settimane
Bonucci fa le bolle con la bocca. Dopo la scoreggia e la caccona è la prima prova tangibile che si possono produrre meraviglie (inteso come cose di cui è ragionevole meravigliarsi) anche con la bocca.
55 giorni
La cacca delle criature è una benedizione. Questo perché non puzza. La fine di questo idillio delle feci comincia con la prima cacca che quasi puzza. E’ una delusione, stai pronto, discreto pubblico.
Due mesi
Per la prima volta Bonucci apprezza i bacini. Ci sono cose schife ma belle che le criature possono anche aspettare a imparare, ma i bacini vale tutta la vita, quindi prima si comincia e meglio è.
Due mesi e mezzo
Bonucci tira su il collo da prona e lo tiene lì. Due mesi e mezzo solo perché partano i muscoli del collo è solo un esempio di quanta “devi farne di strada bimbo per scoprire com’è fatto il mondo” (cit.).
Bonucci scopre le mani. Scopre che non sono solo delle cose appese alle braccia fatte per rotearle a cazzo, ma che si possono anche mettere in bocca. La ciunga perfetta, sempre pronta, sempre nei paraggi, sempre scartata.
Due mesi e tre settimane
L’idillio delle feci è definitivamente sfumato. Si è sciolto in una megacagata dal fetore indescrivibile. Sia con parole che con segni.
Tre mesi e mezzo
Si guarda allo specchio. Vede che c’è qualcosa nello specchio e vede che si muove. Da qui a riconoscersi ce ne passa.
Quattro mesi
Bonucci scopre i piedi. Li alza e se li mostra, li guarda come fossero le mani ma più lontani e con dita pacco. Dopo una settimana di attenti studi e valutazioni attitudinali, li mette in bocca.
Cinque mesi e mezzo
L’idillio delle feci è finito da mò. Da quel momento la caccona è sempre stata liquida come il latte, ma più marrone, perché il latte per uscire il latte passa in mezzo alla caccona. La prima caccona solida da cibi solidi apre un mondo nell’ermeneutica della cacca. Mentre prima l’unico elementi di valutazione è il gradiente di marrone (che è noto per essere il colore che esce quando si mescolano tutti gli altri colori), la caccona solida non può essere solo gialla o verde petrolio, ma addirittura gialla e verde petrolio. Può anche essere liquida o solida, ma anche liquida e solida.
Questa metamorfosi è la manna dal cielo che ti trasformerà, discreto genitore, in un aruspice delle feci di livello Gandalf. Non è che ci leggi il futuro, ma essendo che la criatura è una scatola nera che dà solo segnali acustici ed escatologici, anche leggere il passato non è una facoltà da disdegnare.
Gli aruspici delle feci attendono le feci come gli avventisti attendono l’avvento del messia.
Gli aruspici delle feci leggono le feci come Stevie Wonder legge il braille. ma senza metterci le mani sopra.
Poi dopo che gli aruspici delle feci hanno letto le feci fanno come mio nonno che tutti i giorni leggeva tutto il giornale e alla fine tutti i giorni diceva I furbi i le scrif, i cojoni i le lec (“I furbi le scrivono, i coglioni li leggono”). 

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