Music
April 5, 2013
Ed Laurie & Straw Dog presentano il nuovo album, intervista ai “fab four”
Marco Bassetti
Lunedì 8 aprile verrà presentato al Carambolage (ore 21) il nuovo lavoro di Ed Laurie, “Trip The Wire”. A differenza del precedente “Cathedral” (2011), questa volta l’album è firmato Ed Laurie & Straw Dog, a testimoniare l’esistenza di un gruppo ormai consolidato e affiatato, e l’apporto sempre più fondamentale in fase di composizione dei meravigliosi musicisti che affiancano il cantautore inglese: Marco Stagni al basso, Andrea Polato alla batteria e Matteo Cuzzolin al sax. Ovvero i grandissimi, fantasmagorici, funkadelici, irresistibili Fatish. E infatti, non a caso, a proposito di “Trip The Wire” si parla di svolta elettrica. E se sento parlare di Ed Laurie e svolta elettrica mi elettrizzo pure io. Mi si arricciano i peli del naso dall’emozione. Per riempire l’estenuante attesa, abbiamo scambiato due battute via mail con i fantastici quattro: “Eravamo da Picchio tutti e quattro – mi racconta Marco – ma Pola è sempre un po’ di più”.
Girano voci che siate voi tre musicisti i responsabili della “svolta elettrica” di Ed Laurie, è il momento di confessarlo. Lo confessate?
Ed è stato affascinato dal suono che avevamo come trio Fatish e si chiedeva come questo potesse essere in qualche modo fuso con la sua musica. Con “Cathedral” (il disco prima di quest’ultimo) si è iniziato a costruire dell’interplay che poi si é trasformato nel nostro modo di scrivere canzoni. Ognuno é responsabile del proprio suono.
Come siete arrivati a questa “trasformazione”? A quale esigenza risponde?
La “trasformazione” é stata una cosa naturale. Mentre nei dischi precedenti argomenti come l’amore, il sogno, la malinconia erano più presenti così come un atteggiamento più introspettivo, ora l’esigenza è quella di esprimersi in maniera più esplosiva e diretta. “Trip The Wire” rappresenta un cambiamento: l’innesco di un’esplosione, un cavo teso tra due grattacieli, una trappola per topi.
La storia della musica racconta che “svolta elettrica” per un folk singer può significare anche oggetti contundenti che volano sul palco… è successo a Dylan nel ’65 al Newport Festival. State studiando delle misure protettive?
Per fortuna non siamo al livello di Dylan, ma piuttosto ci sentiamo come i Blues Brothers che per tirare su soldi si spacciano per i Good Old Boys… quindi la nostra tattica sarà la buona vecchia rete per polli.
Chi avuto l’onore di ascoltare le tracce del nuovo lavoro, mi suggerisce degli esiti non dissimili da un certo David Bowie (UAU!). Confermate questa vicinanza?
Il Bowie é negli occhi di chi guarda.
Ascolti che vi hanno influenzato nella composizione dell’album?
Ed : Alex Harvey, Morphine, Fatish, Angel Heart Soundtrack
Marco : Satelliti, Henry Grimes, late 50s
Matteo : Annie Clark, Pink Floyd, Jim Black
PoLa : QOTSA, Morphine, The Beatles
…e chiaramente David Bowie!
“Trip The Wire”, a differenza dei precedenti album, è firmato come “Ed Laurie & Straw Dog”. Cioè il “cane di paglia” siete voi tre Fatish? Un tipo timido e remissivo che si trasforma in una belva come nel film di Sam Peckinpah?
L’essere umano pensa di essere in controllo della propria natura e di poter sfuggire alla sua vera identità. Come il cane di paglia, che nella cultura cinese, viene costruito in mesi di duro lavoro e pazienza, per poi bruciare in un soffio.
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