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November 5, 2012

Sanbaradio: quando la radio è universitaria, online e pure un po’ transformer

Anna Quinz

Mercoledì 7 novembre torna l’appuntamento con Professione Transformer, dove noi di Franz insieme a The Hub ci interroghiamo sulle professioni “moderne”, difficili da incanalare in una definizione precisa (e che nemmeno vogliamo incanalare, peraltro). In questa occasione si parlerà di comunicazione alternativa con alcuni rappresentanti di Sanbaradio, la web radio fondata da un gruppo di studenti ed ex studenti dell’Università di Trento legati dalla passione per la comunicazione in tutte le sue forme più nuove. Una sfida che nasce con l’obiettivo di comunicare il mondo dell’Università e non solo, e che per loro “comporta responsabilità ma anche libertà e possibilità di crescere”. Intanto per prepararci, abbiamo fatto qualche domanda a una delle menti e delle braccia della radio, Francesca Re.

Francesca, Sanbaradio, quando come e perché?

L’idea di fondare una radio, e in particolare una radio fatta e rivolta agli studenti è sempre stata il nostro sogno. Nei primi anni del 2000 eravamo un gruppetto di studenti impegnati nella redazione della pubblicazione universitaria “Studiare a Trento” e del programma radiofonico “Fuoricorso” attraverso una collaborazione con l’Opera universitaria, l’ente per il diritto allo studio del nostro ateneo. In questo contesto ci siamo conosciuti e siamo entrati in contatto con il mondo della radiofonia universitaria, in espansione in Italia. Abbiamo deciso di diventare gradualmente sempre più protagonisti nell’ambito della comunicazione universitaria trentina, prendendo in mano la cooperativa Mercurio che gestiva le attività in cui eravamo coinvolti. Oltre 5 anni fa ormai abbiamo iniziato a lavorare per far nascere Sanbaradio. Non ricordo nemmeno il numero delle riunioni, delle cene, delle ipotesi che abbiamo considerato. Non è stato semplice: abbiamo bussato a diverse porte senza avere risposte. Poi, grazie alla fiducia delle Politiche giovanili del Comune di Trento, siamo riusciti a partire, abbiamo affittato la sede in via Torre Vanga (il Sanbodromo), allestito lo studio, scelto le voci e dato il via alle trasmissioni. Nel maggio scorso abbiamo festeggiato i 3 anni in onda. E’ difficile riassumere cosa sia successo da allora. Sanbaradio continua a crescere, forte del contributo dei soci e dei tanti studenti e volontari che la arricchiscono con le loro energie e le loro proposte. Al momento è difficile anche prevedere come si evolverà Sanbaradio, ma la cosa dopotutto non ci dispiace: le possibilità sono tante.

Il nome da dove arriva?

Il nome deriva da quella che inizialmente voleva essere la nostra comunità di riferimento e dal luogo in cui pensavamo di stabilirci: lo studentato di San Bartolameo, chiamato dai suoi residenti proprio “Sanba”. Nello studentato vivono quasi 900 studenti e ci sembrava il luogo ideale per iniziare la nostra attività. In realtà, per una serie di vicissitudini, non abbiamo più avuto modo di stabilirci in questo posto, ma abbiamo deciso di tenere il nome per mantenere un legame forte con la comunità universitaria della città.

Chi c’è dietro e dentro la vostra radio?

La radio è gestita ed è di proprietà di Mercurio Soc. Coop.. I soci attualmente sono 6. Michele Tesolin è amministratore unico e Station Manager della radio, poi ci sono io, che ricopro il ruolo di direttore di Sanbaradio. Gli altri soci sono giornalisti che collaborano con noi su diversi progetti e studenti che, dopo l’esperienza in radio, hanno pensato di far parte della cooperativa per aiutarci nella parte gestionale. Sono Susanna Caldonazzi, Stefano Piffer, Serena Bressan e Niccolò Caranti.

La vera anima della radio sono però gli studenti universitari. Sono loro infatti a creare la gran parte dei contenuti, delle trasmissioni, delle news e degli eventi. Alcuni di loro collaborano con noi attraverso i contratti 150ore stipulati con l’Opera universitaria, altri come volontari. Chi ha più esperienza offre formazione e sostegno ai nuovi, che gradualmente diventano autonomi e in grado di gestire una nuova trasmissione. Ampio spazio viene dato alle proposte dei ragazzi e ai format sperimentali.

Quanto conta l’Università, come bacino d’utenza e come istituzione nel vostro lavoro? 

L’Università è per noi il punto di maggiore interesse. Sanbaradio infatti è fatta e dedicata al mondo universitario. Per questo l’università rappresenta per noi notizie, informazioni, speaker e ascoltatori. Tutto ciò che riguarda gli studenti ci interessa. Più che l’istituzione, rispetto alla quale siamo indipendenti e abbiamo alcune collaborazioni occasionali, Sanbaradio fa riferimento alla comunità universitaria e a ciò che ci ruota intorno. Diversa e più strutturata è la collaborazione con l’Opera Universitaria, con la quale condividiamo progetti e ci occupiamo di comunicazione e formazione di studenti selezionati.

Ma voi, per vivere, che fate?

La cooperativa ha al suo interno figure professionali diverse. Non riusciamo a mantenerci attualmente con l’attività della cooperativa, per questo tutti noi lavoriamo anche con altre realtà, in tutti i casi sempre legate al mondo della comunicazione mass mediale.

In che modo vi sentite un po’ transformer?

A livello personale e a livello di cooperativa e radio l’essere transformer per noi significa essere attivi nella creazione di nuove modalità comunicative e nuovi servizi di comunicazione. La nostra attenzione è focalizzata sul mezzo radiofonico per sperimentare linguaggi e approcci innovativi in relazione a questo media, ma riguarda l’ambito della comunicazione in generale, in un’ottica di interazione dei mezzi e dei linguaggi. Per questo i prodotti sperimentali ci attraggono molto e Sanbaradio è anche un laboratorio continuo. In tutto questo la cooperativa è in continua evoluzione e anche noi a livello personale e professionale lavoriamo cercando di non portare avanti una routine comunicativa ma di creare modelli nuovi che ci caratterizzino.

Foto di Niccolò Caranti

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