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December 5, 2011

I corpi-particelle di Fresco Dance: pura energia

Lucia Munaro

Shortfilmfestival 2011 a Bolzano-Bozen, circa un mese fa. Uno dei film premiati* citava Lucrezio Caro e il De rerum natura. Lucrezio mi è tornato alla mente ieri sera a teatro, al secondo appuntamento della stagione di danza 2011-2012 della Fondazione teatro comunale e auditorium di Bolzano. Il cartellone proponeva in prima europea a Bolzano** la compagnia Fresco Dance Company nello spettacolo “Particle Accelerator” per la coreografia di Yoram Karmi, uno dei più promettenti coreografi israeliani.

Il binomio arte e scienza, la sottile interferenza tra poesia e visione scientifica del mondo nel classico di Lucrezio, assumeva sul palco del Comunale una nuova declinazione contemporanea attraverso la danza energetica, i movimenti frammentati, perfettamente coordinati dei dieci danzatori in scena. La metafora attuale usata da Yoram Karmi è quella dei corpi spediti come particelle subatomiche in un acceleratore, gli incontri umani ridotti a collisioni casuali e anonime, provocate allo scopo della produzione e lo studio di nuove particelle, l’universo concentrato in una macchina, un tunnel, un circuito forzato che dissocia le emozioni in quanti di energia.

Eppure tutto si ricompone.

«Ora spiegherò con quale moto i corpuscoli generatori della materia producano le varie cose, e create le dissolvano, quale forza le costringa ad operare ciò e quale mobilità sia loro data nello spostarsi per il grande vuoto…poiché tutti vediamo che ogni corpo si estenua, e quasi scorgiamo il suo lento disfarsi nel tempo, e la lunga durata sottrarlo alla nostra visione, mentre la somma dell’universo rimane invariata, poiché le particelle elementari, infatti, che sfuggono a ciascuno dei corpi, riducono quello che lasciano, o accrescono quello a cui approdano, quello fanno invecchiare, questo al contrario fiorire, né indugiano ivi: così l’universo si rinnova senza posa, e le creature mortali vivono scambievoli vite»*** scriveva Lucrezio.

Intanto nello spazio scenico trasformato dalla coreografia di Yoram Karmi in un laboratorio scientifico, i corpi-particelle collidono superveloci e si trasformano nelle loro interferenze, vibrano nei sessanta minuti di uno spettacolo travolgente, alla musica di Bach, di Chopin, si animano alle irresistibili sonorità elettroniche di Alva Noto alias Carsten Nicolai, producono un’energia apparentemente inesauribile. Si attraggono, si uniscono e si respingono, perennemente in movimento, in sempre nuove combinazioni, esaltati nel finale dal vortice acustico, eclettico e “sconfinante” per principio, della band francese Le yeux noirs.

Le maschere con il boccaglio rosso indossate dai danzatori in una cornice precedente, supportata dal solenne Kyrie Eleison dalla Messa in Si minore di Bach, dove i danzatori inondati da fiotti di luce rossa prendevano l’aspetto di incerti Icari primordiali, corpi scarnificati come nelle tele di Francis Bacon impegnati in inutili tentativi di volo, diventano ora nella scena conclusiva di una commedia umana altrimenti privata di elementi riconducibili a individui, a identità umane, fiori-copricapo e la danza diventa l’evocazione di un frenetico cancan. Un finale quasi festoso, ironico e ammiccante che ha trascinato l’applauso caloroso e prolungato dell’eterogeneo pubblico bolzanino nella sala grande del Comunale, affollatissimo per l’occasione.

C’è da sperare, forse scommettere, che nel grande vuoto in cui continuano a muoversi le nostre scambievoli vite la traiettoria di Yoram Karmi e della sua Fresco Dance Company incrocino nuovamente la nostra regione, e il feeling di sabato sera tra Bolzano e la danza notevole di questa compagnia israeliana si replichi in un futuro concretamente vicino.

* “Cose naturali” del regista Germano Maccioni, premio speciale della giuria e un premio del pubblico – sezione Opere nuove

** prendendo spunto dagli editoriali di Anna Quinz sarebbe questa forse una 11° buona ragione per vivere in Alto Adige: Bolzano – la stessa città da cui qualche decennio fa la mia generazione fuggiva, perché la provincia ci andava troppo stretta- questa sera si è trasformata in vetrina europea della danza contemporanea internazionale grazie alla politica di programmazione della Fondazione, che in quanto a freschezza non sembra aver nulla da invidiare alla compagnia oggi in scena

*** Tito Lucrezio Caro, De rerum natura, edizioni Bur Rizzoli 2009, liber II, versi 63-76  (traduzione di Luca Canali)

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