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November 10, 2023

Archivi familiari e altri fotogrammi:
ANALOGICA il Festival che celebra la pellicola torna a Bolzano

Maria Quinz

Fine anni Settanta. Una domenica d’inverno del 1979. Una famiglia: mamma, papà, due bambini, zia e nonni, tutti riuniti in salotto. Una parete è stata liberata dai quadri, è nuda. Il padre le ha posizionato di fronte il proiettore, poggiato sopra un trespolo e una pila di libri. Le luci vengono spente. Il padre aziona il proiettore che emette il noto ronzio, mentre la pellicola gira, fotogramma dopo fotogramma e le immagini delle vacanze trascorse sulla neve – con capitomboli, sorrisi, “ciao ciao” con la mano e smorfie alla cinepresa – iniziano a scorrere sul muro nell’entusiasmo generale. E la magia ha inizio.

Prima metà anni Ottanta, io bambina, in un pomeriggio a casa mia. Comincia la proiezione nel buio della stanza. La famiglia è riunita per rivedere i filmati in Super8 girati qualche anno prima. Un rumore forte: il proiettore si surriscalda, la pellicola si inceppa, brucia e si scioglie. Le immagini si dissolvono e si fondono nel nero. Il proiettore è definitivamente rotto e non se ne trovano più di simili in commercio, se non usati e altrettanto malconci. Da quel giorno, nessuno vedrà più quel filmato, così come tutti gli altri, che giacciono in un grosso scatolone in soffitta, riposti in tante scatoline gialle, ben etichettate e ordinate.

Sia l’uno che l’altro potrebbe essere ricordi comune a molti, di quei tempi. Tempi in cui succedeva che, con l’avvicendarsi dei rampanti anni Ottanta, le pellicole, utilizzate per filmati amatoriali ma anche professionali, andassero via via a scomparire, così come le attrezzature correlate. Le cineprese divennero presto obsolete e vennero surclassate dalle più pratiche e versatili telecamere a nastro magnetico, come il VHS. Ma le immagini su pellicola erano un’altra cosa. Erano magiche. Bellissime e insostituibili. Avevano una grana e una consistenza uniche; e una loro speciale eleganza nelle tante imperfezioni. Erano immagini spesso traballanti e poco fluide, sfocate, con colori innaturali, intensi e pastosi, ma al tempo stesso estremamente espressive. La granulosità rendeva i volti più morbidi nei tratti e ingentiliti nei difetti; i luoghi diventavano poetici e vaghi, come già velati dalla patina del ricordo e della distanza. Non stupisce che ci siano oggi molti estimatori (e nostalgici) dei film in pellicola; in particolare di quei formati che venivano utilizzati un pò da tutti per le riprese di eventi di famiglia, come il Super8 e il 16 millimetri, e che ci sia stata, a partire dagli anni Novanta ad oggi, una progressiva rinascita nel mondo cine-fotografico di questo medium così unico, da parte di artisti, studiosi, appassionati, ma anche cineasti e fotografi – seppur sempre in ambienti di nicchia.NNAutoImagesArchivesBeach È bello che anche la città di Bolzano contribuisca alla valorizzazione di questa tecnologia antica, ma sempre potente a livello espressivo, attraverso un progetto importante: ANALOGICA, un festival che “celebra l’emulsione in tutte le sue forme”. La piattaforma-evento è alla sua tredicesima edizione e dal 9 al 12 novembre andrà a colorare gli spazi di Waag e FotoForum a Bolzano con un festival ricco di proiezioni e iniziative, dedicato al cinema di ricerca e di sperimentazione, ma anche agli archivi familiari in pellicola. Il progetto è nato a Roma nel 2008, come evento spontaneo di “resistenza analogica”, con la proiezioni di alcuni primi film in super8 e 16mm. L’idea dei fondatori era quella di tenere in vita tale tecnologia, creando reti tra gli estimatori e possibilmente arrivare anche contrastare la crisi economica e commerciale della produzione di pellicole, ormai generalizzata da decenni. ANALOGICA è poi via via cresciuta negli anni, diventando una piattaforma internazionale che crea contatti e collaborazioni tra artisti e filmmakers italiani e stranieri e che accoglie, tramite una call annuale, lavori girati esclusivamente in pellicola, tra cui sono poi selezionati quelli più interessanti da condividere con il pubblico durante il festival con sede a Bolzano. Il programma di quest’anno è molto intenso. Vi invito a visionarlo qui.Liotta_film_observando ANALOGICA 13 si è aperta il 9 novembre, con il documentario “Nelly e Nadine”, proiettato presso il FilmClub (in collaborazione con Fas – Film Association of Southtyrol): lavoro toccante di Magnus Gertten, che accompagna lo spettatore nella riscoperta di una storia d’amore, attraverso filmati in Super8, ritrovati in vecchi archivi familiari.

Gli archivi familiari sono protagonisti anche nella rassegna “Analogica Selection 13”, che propone una selezione di cortometraggi provenienti da tutto il mondo. In totale negli spazi della Waag saranno proiettati trentadue film, divisi in 8 programmi, durante tutte le giornate del festival. Film di archivio, ma anche di sperimentazione e ricerca, tutti ad ingresso gratuito. Al Festival sarà presente anche la filmmaker americana Jeanne Liotta, con tre suoi film e con una performance con proiettore 16mm. E il 16mm (che quest’anno compie 100 anni) è anche il formato scelto per il workshop di ANALOGICA 13  che si terra presso Foto Forum, a cura di Ieva Balode, filmmaker ed esponente del laboratorio indipendente Baltic Analog Lab, a cui verrà dedicata anche una speciale proiezione.

Credits: (1) trailer di ANALOGICA 13; (2) NNAutoImages, ArchivesBeach; (3) Liotta Film, Observando.

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