Music

August 8, 2012

Il Bolzano Festival parte con gli acuti di Pirgu e Pasaroiu

Parola all'ascolto

È un affettuoso e lunghissimo applauso dedicato ai musicisti della Haydn, orchestra “di casa” a Bolzano, ad inaugurare il Festival che abiterà i luoghi più significativi della città fino al 29 settembre. Ancora prima che il concerto cominci, nella scena aperta del Parco delle Semirurali. Ed è un’aria di famiglia quella che si respira durante tutto il recital di canto del primo agosto, insieme serata di gala e festa cittadina. Ma la formula funziona, perché vede ottimi musicisti dedicarsi a un pubblico che è comunità, che certo beneficia e si appaga di questo florilegio dal repertorio operistico ottocentesco: uno spettacolo che sembra indovinarne i gusti. Colgono nel segno le parole di Peter Paul Kainrath, direttore artistico e coordinatore del Bolzano Festival Bozen, che nel breve discorso di inaugurazione ne pronuncia l’intenzione: la necessità di parlare in un modo diverso dell’Europa e dei suoi giovani. Proposito che nella prima sera s’incarna in un programma volutamente assemblato per giocare, confondere e sovrapporre provenienze e destinazioni di opere, compositori e moderni interpreti. Di scena (e di auspicio) la grande Europa degli scambi di artisti e commissioni, l’idea di stati nazionali dalle identità culturali forti ma fra loro in tensione feconda.
Insieme all’Orchestra Haydn, due cantanti “fonogenici” e un versatile direttore la cui presenza è capace di coinvolgere ad un tempo musicisti e pubblico. Eckart Wycik, danzante sul podio ed energico nella bacchetta tra le note che aprono Carmen e il Tell, passando per l’Intermezzo di Cavalleria Rusticana ha saputo offrire un momento di maggiore respiro, pur senza concedere troppo ai tempi e al sentimentalismo.
Della buona intesa tra Direttore e orchestra ha potuto giovare, in alcuni momenti d’esitazione, il giovane soprano Cristina Pasaroiu, impegnata in arie di coloratura. La bella capacità di conservare il suo timbro caldo anche nel registro acuto si afferma nel valzer “Je veux vivre” dal Roméo et Juliette di Gounod.
E alle orecchie di Bolzano non era nemmeno nuova la voce affettuosa e squisita del tenore Saimir Pirgu, che ha omaggiato la città dei suoi studi di canto conquistandola con elegante sfacciataggine, perfetta per la più celebre aria del Duca di Mantova.
A tratti l’interpretazione dei cantanti è risultata appiattita dalla scarsa differenziazione dinamica, ma a favore di un volenteroso portare la voce a tutto l’anfiteatro nel contesto di un concerto all’aperto (e senza il ricorso alla protesi amplificatoria del microfono). Al sincero entusiasmo dei circa mille astanti gli interpreti concedono due bis: “Non ti scordar di me” di de Curtis e, a congedo, il brindisi di Traviata.

Testo di Iolanda Tambellini

Print

Like + Share

Comments

Current day month ye@r *

Discussion+

There are no comments for this article.

Related Articles

Archive > Music